24. März 2017 · Kommentare deaktiviert für „Migranti, la Libia boccia l’accordo con l’Italia. In mare altri 240 morti“ · Kategorien: Italien, Libyen, Mittelmeer · Tags: , ,

Corriere della Sera | 23.03.2017

La Corte di Tripoli ha bloccato il patto del 2 febbraio scorso con Gentiloni: la fazione di Haftar non lo ha riconosciuto. La nuova tragedia denunciata da una Ong spagnola

di Claudio Del Frate

La Libia blocca l’accordo con l’Italia sul controllo dei migranti proprio nel giorno in cui, sempre nelle acque nordafricane si consuma l’ennesima tragedia dei barconi: secondo alcune fonti almeno 240 persone sarebbero affogate a poche miglia dalla costa libica nel tentativo di raggiungere l’altra sponda del Mediterraneo. L’accordo tra i governi di Tripoli e Roma è stato bloccato invece dalla corte d’appello libica. Ne dà notizia il sito del quotidiano Lybia Herald. L’intesa era stata firmata il 2 febbraio scorso tra il premier Paolo Gentiloni e dal suo omologo libico Fayez al Serraj. Non è chiaro a questo punto quale saranno le conseguenze sui flussi in partenza dall’Africa. Secondo il quotidiano la sentenza è solo l’ultima puntata in ordine di tempio della guerra a distanza tra Serraj, sostenuto dall’Onu, ed il generale Khalifa Haftar, l’uomo forte della Cirenaica, appoggiato da Egitto, Russia e Francia, tra gli altri, e che non riconosce l’autorità del premier libico.

Un patto da 215 milioni

L’accordo sottoscritto tra gentiloni e Serraj prevedeva il reimpatrio dei migranti soccorsi in mar, la costituzione di campi in Libia e un’offerta di mezzi navali e tecnologici da parte dell’Italia e un contributo dell’Onu pari a 215 milioni di euro. Il ricorso, presentano da esponenti politici locali non contesta solo il contenuto dell’intesa ma anche il fatto che il governo di Tripoli non è ufficialmente riconosciuto dal parlamento di Tobruk, guidato dal principale antagonista del premier libico, Haftar.

Doppio naufragio a nord di Sabrata

Oltre a questo stop politico, ieri la ong spagnola Proacviva Open Arms, che opera nel soccorso dei migranti, ha dato notizia di una nuova tragedia del mare: «Si temono almeno 24o morti in un doppio naufragio» è stato reso noto dalla portavoce Laura Lanuza. Su due gommoni alla deriva sono stati recuperati 5 cadaveri ma poichè ogni imbarcazione di quel tipo di solito ospita almeno 120 passeggeri, si calcola che all’appello manchino oltre 200 persone: si presume siano affogate. Il doppio naufragio, secondo la Ong, sarebbe avvenuto ad appena 21 chilometri a nord di Sabrata. La «Rotta mediterranea centrale», quella che porta in Italia, è privilegiata dai trafficanti di migranti dopo la chiusura di quella balcanica. Un tratto di mare difficile, soprattutto nei mesi invernali, che comporta inevitabili naufragi e morti. Solo l’anno scorso hanno perso la vita quasi 4.600 e nel 2015 più di 2.850. Dal 2014 le vittime accertate di questa traversata sono state oltre diecimila, ma le cifre reali sono sicuramente più alte.

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Il Giornale | 24.03.2017

Bocciato dai giudici l’accordo Italia-Libia. E intanto in mare altra strage di migranti

Due naufragi davanti alle coste libiche Il ruolo del generale Haftar dietro il «no» del tribunale di Tripoli all’intesa siglata dai premier Serraj e Gentiloni

Giuseppe Marino

Roma – Il sogno del governo di una «via turca» per frenare il traffico di migranti dalla Libia scricchiola già a pochi giorni dal suo concepimento.

Che il varo fosse in salita era apparso chiaro già il 20 marzo, quando a Roma era stata firmata l’intesa con il premier libico Al Serraj e il governo italiano si era affrettato a salutare la svolta. Ora, ai tanti dubbi espressi da più parti, si è aggiunto uno stop formale arrivato dal tribunale di Tripoli.

Secondo il Libya Herald, la Corte d’appello della capitale libica ha bloccato l’intesa che prevede, tra l’altro, il rimpatrio dei migranti intercettati nel Mediterraneo in campi in Libia. In un Paese come la Libia, in cui le istituzioni tuttora impegnate in un’aspra guerra civile sono appese a un filo, difficile valutare l’impatto pratico che questa pronuncia potrà avere nell’avvio della cooperazione tra Italia e Libia con il sostegno dell’Ue, che aveva stanziato già 215 milioni.

Di sicuro ci sono segnali inquietanti su i limiti della reale autorità del capo del governo sostenuto dall’Italia e da parte dell’Unione europea. I giudici hanno infatti sottolineato che, dal punto di vista formale, fino a quando il governo di Serraj non sarà stato riconosciuto dal Parlamento di Tobruk, il premier non avrebbe la legittimità necessaria a stringere un smile accordo internazionale. Il problema è che il Parlamento si trova a Tobruk ed è sotto il controllo del generale Haftar, l’altro uomo forte della Libia, acerrimo nemico di Serraj.

«Al di là dell’impatto che questa sentenza potrà avere sul futuro delle intese sul delicato tema del controllo degli sbarchi,- commenta Daniele Lazzeri, direttore del think tank Il Nodo di gordio- appare ormai chiaro che il premier libico non ha affatto la situazione sotto controllo e che forse sarebbe giunto il momento di avviare una seria trattativa con il generale Haftar per evitare da un lato il crescente caos libico, dall’altro per non lasciare eccessivo spazio in quell’area alle mire egemoniche di Egitto e Russia». A mostrare che la debolezza del capo del governo provvisorio non gli consente di controllare nemmeno Tripoli, c’è il fatto che a presentare il ricorso siano stati alcuni politici locali, tra cui l’ex ministro di giustizia Salah Al-Marghani. Una mossa dietro alla quale si intravvede il profilo di Haftar.

Intanto da quando c’è Serraj il traffico di migranti è aumentato del 36 per cento, così come i morti in mare. È di ieri sera la notizia di un nuovo doppio naufragio davanti alle coste libiche. Sono stati trovati pochi corpi e due gommoni rovesciati. L’ipotesi è che viaggiassero a pieno carico, cioè con a bordo 250 persone. Il bilancio in vite umane potrebbe essere terribile.

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