23. März 2017 · Kommentare deaktiviert für „Migranti: Pm di Catania, no al fermo per chi fa lo scafista per necessità“ · Kategorien: Deutschland, Mittelmeer · Tags: , ,

ANSA | 22.03.2017

Il Papa: è la tragedia più grande dopo la Seconda Guerra Mondiale. Minniti, l’intesa con la Germania sblocca l’accoglienza

I giovani scafisti costretti dalle organizzazioni criminali a fare da ‚driver‘ a natanti carichi di migranti agiscono sotto stato di necessità, per questo non è configurabile per loro il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. E‘ la linea della Procura di Catania, contenuta in una circolare del procuratore Carmelo Zuccaro, illustrata dal magistrato durante la sua audizione a Palazzo San Macuto davanti la commissione Schengen. La decisione fa seguito anche a pronunce del Tribunale del riesame.

Le Ong mettono in „scacco“ le inchieste sul traffico – „Dobbiamo registrare una sorta di scacco che la presenza di Ong provoca all’attività di contrasto degli organizzatori del traffico di migranti“, ha aggiunto Zuccaro, sottolineando come „l’intervento immediato delle navi delle Ong rende inutile le indagini anche sui ‚facilitatori‘ delle organizzazioni criminali, rendendo più difficili le indagini“.

Zuccaro ha poi annunciato che „aprirà un’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nei coinfronti delle „Ong che non inseguono profitti privati, ma si rendono responsabili della violazione dell’art. 12 della Bossi-Fini“, non appena „si verificherà uno di questi casi“. „Perché – ha aggiunto – si può dubitare del fatto che si sceglie sempre il porto d’approdo e si portano in Italia migranti che non dovrebbero arrivare“.

Il procuratore ha spiegato che la „convenzione di Ginevra impone di portare le persone soccorse in mare nel porto più vicino, e questo non avviene“. Ma, ha precisato, „questa non è una violazione penalmente perseguibile“. Per il procuratore Zuccaro „la magistratura applica le leggi“ e una eventuale inchiesta, che al momento ha ribadito non esserci, „non è la soluzione al problema“. „Il resto – ha aggiunto rivolgendosi alla Commissione – e nelle vostre mani, è responsabilità della politica“.

Il Papa, la tragedia più grande dopo la II Guerra – „Il problema dei rifugiati, dei migranti, oggi, è la tragedia più grande dopo quella della Seconda guerra mondiale“. Lo ha detto il Papa salutando i partecipanti all’incontro per direttori ‚Migrantes‘ incoraggiandoli a „proseguire nell’impegno per l’accoglienza e e l’ospitalità dei profughi e dei rifugiati, favorendo la loro integrazione, tenendo conto dei diritti e dei doveri reciproci per chi accoglie e chi è accolto“.

Minniti, l’intesa con la Germania sblocca l’accoglienza – C’è la convergenza tra Roma e Berlino al cuore dell’accordo sui migranti raggiunto al vertice di Roma di lunedì: la Germania, con la sua decisione di accogliere 500 migranti al mese ha sbloccato la situazione. Lo spiega – in un colloquio con La Stampa in apertura di prima pagina – il ministro dell’Interno, Marco Minniti, che aggiunge: „Ora anche Austria e Svizzera hanno promesso di aprire le porte a quote significative di migranti“.

„Si tratta – dice – di mettere da parte egoismi e chiusure nel nome di un’Europa mai messa in discussione come in questo momento“: la sfida, da qui alle elezioni, è quella di far tornare nei cittadini l’immagine dell’Europa „come una risorsa che, nonostante il buio delle minacce del populismo e della destra xenofoba, sa trovare lo slancio per guardare al futuro“. Minniti fa il punto sugli sbarchi e la cooperazione con la sponda Sud del Mediterraneo: „Oltre il 90 per cento dei flussi arriva dalla Libia, ma nessuno di loro è cittadino libico, provengono prevalentemente dall’area subsahariana. Il resto viene dall’Egitto, il secondo punto di snodo dei flussi migratori verso l’Italia. E mentre con il Niger è più vicina una collaborazione per favorire i controlli al confine a Sud della Libia, con l’Egitto stiamo ancora lavorando“.

Giro, ‚i rimpatri forzati non si possono fare‘ – I rimpatri forzati „sono molto difficili da fare. Quindi bisogna anche dirlo agli italiani: i respingimenti forzati, diciamo soprattutto prendere la gente e mandarla via in blocco, non esistono, non si fanno, non si possono fare se non in casi individuali molto precisi“. Lo ha detto il viceministro degli Esteri Mario Giro intervenendo a Radio Anch’io. Quindi, ha spiegato, „bisogna fare i rimpatri volontari assistiti…, che presuppongo tutta una costruzione, (in termini di) piano di rientro, soldi, cooperazione“.

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La Repubblica | 22.03.2017

Migranti: il procuratore Zuccaro: „Rischio radicalizzazione in carceri ma anche nei campi“

Il procuratore di Catania nella seduta del Comitato di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen. Sospetto terrorismo in organizzazioni che gestiscono il caporalato nelle campagne del Ragusano. „Strano proliferare Ong, indaghiamo su fondi“ La procura ha aperto un fascicolo

„Fenomeni di radicalizzazione al terrorismo sono stati registrati in un momento successivo all’ingresso in Italia da parte dei migranti e lo registriamo nell’ambito della popolazione carceraria“. Lo ha detto il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, intervenuto stamane sul fenomeno migratorio nella seduta del Comitato di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen. „Ci giungono segnalazioni molto concrete di fenomeni di reclutamento, di radicalizzazione che vedono come promotori alcuni dei migranti che sono stati arrestati per avere commesso degli illeciti e che a loro volta tentato di fare proselitismo nelle carceri“. Zuccaro ha poi sotolineato: „Altro fenomeno di radicalizzazione lo registriamo in altri centri in cui viene utilizzata la manodopera dei migranti nelle attività agricole delle serre, e mi riferisco soprattutto al territorio del Ragusano dove avviene il cosiddetto ‚caporalato‘. In quei luoghi vi sono diverse serre in cui vengono utilizzati i migranti e alcuni di loro ci risulta abbiano avuto contatti con soggetti che poi sono risultati più o meno collegati con organizzazioni terroristiche. Quello che noi riteniamo, ma sul punto non abbiamo indicazioni documentali certe è che una parte dei proventi del traffico dei migranti clandestini finisca nelle mani di soggetti che operano e che hanno organizzazioni militari o paramilitari. Quindi non si possono escludere anche organizzazioni che siano collegate con il mondo del terrorismo“.

„A partire dal settembre-ottobre 2016 abbiamo registrato un improvviso proliferare di unità navali delle Ong che fanno il lavoro che prima gli organizzatori svolgevano: accompagnare fino al nostro territorio i barconi dei migranti. Abbiamo registrato la presenza, nei momenti di maggior picco, di tredici assetti navali“. Aveva detto all’inizio dell’audizione Zuccaro, la sua procura ha aperto un fascicolo conoscitivo sul fenomeno.

„Ci siamo voluti interrogare – ha spiegato – sulle evoluzioni del fenomeno e perchè vi sia stato un proliferare così inteso di queste unità navali e come si potessero affrontare costi così elevati senza disporre di un ritorno in termine di profitto economico“. Quello che è emerso da questa indagine conoscitiva è che il Paese europeo che ha dato vita alla maggior parte di queste Ong è la Germania cui fanno capo cinque di queste Ong con sei navi, tra cui le due di Sos Mediterranee. Costi mensili o giornalieri „elevati“, sottolinea Zuccaro. ‚Aquarius‘ di Sos Mediterranee, a esempio, ha un costo di 11.000 euro al giorno. Il Moas di Christopher e Regina Catrambone, Ong con sede a Malta, „ha costi per 400.000 euro mensili“ e ha due navi Phoenix, battente bandiera del Belize, e Topaz con bandiera delle Isole Marshall: „Crea sospetti – ha proseguito – anche questo dato dei Paesi che danno bandiera alle navi“.

A questo punto „ci si deve porre il problema di dove venga il denaro per sostenere costi così elevati, quali siano le fonti di finanziamento: sarà compito della successiva fase conoscitiva. Faremo verifiche ulteriori sulle Ong che portano migranti nel nostro distretto“.

„Le Ong lavorano spesso in prossimità del territorio e delle coste libiche. Abbiamo calcolato che negli ultimi quattro mesi del 2016 il 30% dei salvataggi con approdi a Catania è stato effettuato da quelle organizzazioni; nei primi mesi del 2017 quella percentuale è salita ad almeno il 50%. E accanto a questo dato emerge che il numero dei morti non è diminuito“. Ha continuato il procuratore: „Registriamo un dato che ci desta preoccupazione: il numero di morti in mare nel 2016 ammonta a 5000; nel triennio 2013-2015 le vittime di cui si è occupata la Procura di Catania sono state 2000: il che mi fa ritenere che la presenza di queste organizzazioni, a prescindere dagli intenti per cui operano, non ha attenuato il numero delle tragedie in mare“. Peraltro, i numeri ufficiali di questi morti „rispecchia solo in modo approssimativo le tragedie in alto mare: i barconi su cui questi migranti vengono fatti salire sono sempre più inadeguati e chi li guida sempre meno idonei“.

„Fenomeni di radicalizzazione al terrorismo sono stati registrati in un momento successivo all’ingresso in Italia da parte dei migranti e lo registriamo nell’ambito della popolazione carceraria“, ha aggiunto Zuccaro. „Ci giungono segnalazioni molto concrete di fenomeni di reclutamento, di radicalizzazione che vedono come promotori alcuni dei migranti che sono stati arrestati per avere commesso degli illeciti e che a loro volta tentato di fare proselitismo nelle carceri“. Zuccaro ha poi sotolineato: „Altro fenomeno di radicalizzazione lo registriamo in altri centri in cui viene utilizzata la manodopera dei migranti nelle attività agricole delle serre, e mi riferisco soprattutto al territorio del Ragusano dove avviene il cosiddetto ‚caporalato‘. In quei luoghi vi sono diverse serre in cui vengono utilizzati i migranti e alcuni
di loro ci risulta abbiano avuto contatti con soggetti che poi sono risultati più o meno collegati con organizzazioni terroristiche. Quello che noi riteniamo, ma sul punto non abbiamo indicazioni documentali certe è che una parte dei proventi del traffico dei migranti clandestini finisca nelle mani di soggetti che operano e che hanno organizzazioni militari o paramilitari. Quindi non si possono escludere anche organizzazioni che siano collegate con il mondo del terrorismo“.

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