18. August 2015 · Kommentare deaktiviert für Frontex: nach Libyen nun Türkei Hauptdurchreiseland · Kategorien: Libyen, Türkei · Tags: , ,

Frontex berichtet, dass sich im Juli 2015 die aufgespürten nichtgenehmigten Einreisen in die EU im Vergleich zum gleichen Vorjahresmonat verdreifacht haben (Juli 2015: 170.000; erste 7 Monate 2015: 340.000). Die Hauptflüchtlingsroute gehe nicht mehr über Libyen, sondern über die Türkei. Dazu habe die Erschwerung der Einreise syrischer Flüchtlinge nach Ägypten und Algerien beigetragen; von dort aus waren die syrischen Flüchtlinge nach Libyen weitergereist. Syrische Flüchtlinge könnten dagegen ziemlich ungehindert in die Türkei reisen.

Quelle: Repubblica

Migranti, a luglio 170mila arrivi nella Ue: triplicati rispetto al 2014

I dati diffusi da Frontex. Nei primi sette mesi del 2015 raggiunta quota 340mila. Cambiano le rotte e aumentano gli sbarchi in Grecia. E la Turchia ora preoccupa più della Libia

Aluglio 2015 il numero di migranti giunti nell’Unione Europea è più che triplicato rispetto allo stesso mese del 2014: lo rende noto il coordinamento della missione Frontex, spiegando che si è arrivati a quota 107.500 sbarchi ed è la prima volta che si superano i centomila arrivi mensili da quando l’operazione è iniziata, nel 2008. Appena un mese prima, a giugno, si era registrato un altro numero record di arrivi, con 70mila migranti sbarcati sulle coste Ue.

Da gennaio a luglio il conteggio di Frontex è arrivato a registrare 340mila persone, rispetto alle 123.500 che avevano cercato rifugio nei paesi dell’Unione nello stesso periodo dello scorso anno. In sette mesi, tra l’altro, il 2015 ha superato il dato totale del 2014, quando erano arrivati 280mila immigrati. Si tratta di „una pressione senza precedenti sulle autorità di controllo dei confini in Grecia, Italia e Ungheria“, sottolineano i vertici di Frontex.

In Italia, in particolare sono arrivati a luglio più di 20mila migranti, per un totale di 90mila finora nel 2015. Le rotte più trafficate, però, sono quelle del Mediterraneo Est e dei Balcani. E la Turchia, infatti, registra un’impennata di partenze: più 512 per cento rispetto all’anno precedente. Nei primi sei mesi di quest’anno sono 79.286 le persone che hanno preferito entrare in Europa, via terra o via mare, attraverso la penisola anatolica, contro i 67.261 partiti dalle coste libiche (+5% sul periodo gennaio-giugno 2014).

Sbarcano sulle isole greche dell’Egeo o varcano il confine della Bulgaria meridionale. Da Frontex spiegano che „le prime tre nazionalità di migranti a seguire questa rotta sono Siria, Afghanistan e Iraq“, scenari di guerra di questi anni. „Per molti anni – precisa l’agenzia europea – molti migranti che entravano in Europa via mare, partivano dalla Libia, punto di incontro delle rotte dei migranti dal Corno d’Africa e dall’Africa occidentale prima di imbarcarsi verso l’Europa“. E invece i primi sei mesi del 2015 hanno mostrato, secondo i dati di Frontex, un vero e proprio cambio di rotta. E a dimostrarlo sono i recenti sbarchi e disordini sulle isole greche, a partire da Kos, dove la maggior parte dei migranti arriva dalla Siria.

In Grecia, secondo William Spindler, portavoce dell’Unhcr, quasi 21mila immigrati sono sbarcati solo nell’ultima settimana, 160mila dall’inizio dell’anno. Allo stesso tempo Frontex rileva una diminuzione del numero di siriani in partenza dalle coste libiche, in particolare a febbraio e a marzo. Secondo l’agenzia Ue „questo può essere dovuto alla situazione sempre più instabile in Libia e al fatto che Egitto e Algeria hanno aumentato i requisiti per il rilascio del visto per i siriani. In passato i due Paesi sono stati utilizzati come paesi di transito verso la Libia“. La Turchia, invece, precisa l’agenzia europea, „non ha tali requisiti per i visti ai cittadini della Siria“, che preferiscono, quindi, „entrare in Europa attraverso la Grecia e Bulgaria“.

Il bilancio di Frontex si aggiunge a quello, drammatico, effettuato dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), secondo la quale nel 2015 oltre duemila migranti sono morti nel Mediterraneo, mentre cercavano di raggiungere le coste europee.

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