26. November 2017 · Kommentare deaktiviert für Migranti, naufragi davanti a coste libiche: più di 30 morti, decine di dispersi. Marina libica: “Alcuni mangiati dagli squali” · Kategorien: Griechenland, Libyen · Tags: ,

Bei zwei Schiffsunglücken vor der libyschen Küsten sind über 30 Boat People ertrunken, Dutzende werden noch vermisst. Über Facebook berichtet die libysche Küstenwache, dass einige von Haifischen gefressen worden seien. Die Überlebenden wurden zurück in den Hafen von Tripolis gebracht. Bei einem weiteren Schiffsunglück in der Ägäis ist ein zehnjähriger Junge ums Leben gekommen.

Il Fatto Quotidiano | 25.11.2017

Due naufragi nei dintorni di Garabulli. Al momento si contano 31 morti e 200 sopravvissuti. Ma il numero delle vittime è destinato a salire: „Ci sono decine di dispersi“, afferma la guardia costiera libica

Sono almeno 30 le vittime di due naufragi avvenuti al largo delle coste della Libia occidentale, nei dintorni di Garabulli. “Ma il bilancio è destinato a crescere – dice il portavoce della Marina libica Ayub Ghasem – Abbiamo individuato diversi corpi. Ci sono decine di dispersi”. Le persone tratte in salvo – circa 200 secondo diverse fonti – sono state trasportate al porto di Tripoli. Le operazioni di salvataggio hanno interessato due barconi: in una i morti sono 31, di cui 3 bambini e 18 donne, e 60 le persone salvate, nell’altra 140 i sopravvissuti. Sulla propria pagina Facebook, la Marina libica scrive che “alcuni cadaveri sono stati mangiati dagli squali durante le operazioni di salvataggio”.  “Quando siamo arrivati sul posto abbiamo trovato due gommoni, in uno c’erano 60 persone ammassate e 31 corpi galleggiavano nell’acqua”, ha detto il colonnello Abu Abdel Barri. “Nell’altro abbiamo trovato 140 persone, per lo più provenienti da paesi dell’Africa sub-sahariana”.  L’account Facebook della Guardia costiera libica ha quindi pubblicato un’immagine del recupero dei corpi, avvolti in teli bianchi, spiegando che alcuni di essi sono stati divorati dagli squali. Poche ore prima il portavoce della marina libica, il colonnello Ayub Kasem, aveva reso noto il salvataggio negli ultimi due giorni di 326 persone a bordo di diverse barche dirette verso le coste dell’Europa. Le operazioni di salvataggio sono avvenute tra giovedì e venerdì.

I barconi sono stati intercettati a circa venti miglia dalle spiagge di Al Hamza e Bulali, a ovest di Tripoli. I migranti, tra cui 63 donne e 61 bambini, sono stati trasferiti in porto, dove hanno ricevuto il primo soccorso, e poi sono stati portati in un centro di accoglienza. Le spiagge che si estendono tra Tripoli e il confine con la Tunisia sono diventate negli ultimi due anni la principale roccaforte delle organizzazioni criminali che trafficano con gli esseri umani.

Un altro naufragio è avvenuto nelle ultime ore anche nel Mar Egeo: un bambino di 10 anni di nazionalità afgana è morto venerdì in un barcone al largo dell’isola di Lesbo, nel Mar Egeo, mentre altre 65 persone sono state salvate. Il ragazzo, i suoi genitori e due sorelle più giovani erano stipati sull’imbarcazione con altri migranti che attraversavano il Mediterraneo dalla Turchia alla Grecia. Molto probabilmente il bambino è stato calpestato dagli altri passeggeri in preda al panico dopo aver avvistato una nave della guardia costiera greca. I migranti, secondo quanto ricostruito, pensavano che la nave in avvicinamento fosse turca e temevano di essere riportati in Turchia. Il ragazzo è stato portato privo di sensi all’ospedale di Mitilene, capitale di Lesbo, ma è morto a causa delle ferite. La madre ha cercato di gettarsi in mare, ma è stata salvata dagli ufficiali della Guardia costiera greca.

Proprio oggi il ministro dell’Interno Marco Minniti è stato in visita a Pozzallo all’interno di una struttura di prima accoglienza. “Dobbiamo sconfiggere il traffico illegale dei migranti e il Paese in questo senso deve essere unito – ha detto – Dobbiamo puntare a costruire corridoi umanitari per dare una speranza a questi uomini che fuggono dai loro Paesi”. Dal palco della Leopolda il responsabile del Viminale dice: “Il futuro non è di chi costruisce muri ma di chi costruisce ponti, come diceva Giorgio La Pira. Una grande democrazia governa innanzitutto i flussi migratori. Noi dobbiamo sconfiggere il traffico illegale di esseri umani, che sono il nostro nemico principale. Il primo nostro nemico sono i trafficanti di esseri umani. Non consegnare le chiavi delle nostre democrazie ai trafficanti ma governare i flussi: questo è l’obiettivo che ci siamo dati”. Secondo i dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, oltre 161mila migranti sono riusciti ad attraversare il Mediterraneo quest’anno, mentre quasi 3mila sono scomparsi in mare.

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taz | 26.11.2017

Mehr als 30 Tote vor Libyen

Am Samstag starben erneut Menschen beim Versuch, nach Italien zu gelangen. Hunderte wurden zurück in die unmenschlichen Auffanglager in Libyen verbracht.

Vor der Küste Libyens sind am Samstag mehr als 30 Bootsflüchtlinge ertrunken. 60 weitere Insassen des Bootes hätten gerettet werden können, teilte die libysche Marine mit. Zudem seien 140 weitere Menschen gerettet worden, deren Boot ebenfalls in Seenot geraten war. Zuvor hatte die Küstenwache binnen 48 Stunden 600 Migranten gerettet, wie die Marine auf ihrer Facebookseite mitteilte.

Libyen ist Transitland für Flüchtlinge aus afrikanischen Ländern, die über das Mittelmeer in die EU gelangen wollen. Sie nehmen den strapaziösen und riskanten Weg durch die libysche Wüste auf sich, um über die Mittelmeerroute nach Italien zu gelangen.

Die Geretteten wurden anschließend zum Marinestützpunkt nach Tripolis gebracht, wo sie Wasser und Nahrung erhielten und medizinisch versorgt wurden. In den meisten Fällen kehren sie anschließend in libysche Auffanglager zurück, wo sie unter oftmals unmenschlichen Zuständen auf ihre Rückführung warten müssen.

Vor kurzem sorgte ein CNN-Video von einer mutmaßlichen Sklavenauktion von schwarzafrikanischen Migranten in Libyen für Empörung. Die international unterstützte Einheitsregierung kündigte nach der Verbreitung der Aufnahmen die Einrichtung einer Ermittlungskommission an und versprach, die Verantwortlichen zur Rechenschaft zu ziehen. Gleichzeitig aber wies sie daraufhin, dass ihr seit dem Sturz von Machthaber Muammar Gaddafi im Chaos versinkendes Land „Opfer der illegalen Immigration“ sei und nicht ihre „Quelle“.

Proteste gegen Sklavenhandel

Bereits vor der Veröffentlichung des Videos hatte UN-Menschenrechtskommissar Zeid Ra’ad al-Hussein die Zustände in den libyschen Auffangslagern angeprangert und die Zusammenarbeit der EU mit der Küstenwache als „unmenschlich“ kritisiert.

In mehreren französischen Städten, darunter Lyon und Marseille, demonstrierten am Samstag hunderte Menschen gegen den mutmaßlichen Sklavenhandel in Libyen. In Paris folgten knapp 300 Menschen dem Demonstrationsaufruf der gegen Rassismus kämpfenden Organisation Brigade antinégrophobie (BAN). Die Lage der Schwarzafrikaner in Libyen sei ein „Horrorfilm“, für den Europa und die USA weitgehend verantwortlich seien, erklärte BAN-Sprecher Franco Lollia.

Nach jüngsten UN-Angaben ging die Zahl der Flüchtlinge, die über Libyen nach Europa kamen, in den vergangenen Monaten deutlich zurück. Demnach sank sie von 11.500 im Monat Juli auf 6.300 im September. Insgesamt zählte die UNO von Juli bis September in der EU 21.700 Neuankömmlinge, die von Libyen aus die gefährliche Reise über das Mittelmeer angetreten hatten.

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