01. Juli 2016 · Kommentare deaktiviert für „Mittelmeer: Gesunkenes Flüchtlingsschiff aus dem Mittelmeer geborgen“ · Kategorien: Mittelmeerroute, Video · Tags:

Quelle: Zeit Online

Die italienische Marine hat ein Flüchtlingsschiff aus dem Mittelmeer geborgen. Es war im vergangenen Jahr auf dem Weg von Nordafrika Richtung Italien gekentert. Etwa 800 Menschen kamen ums Leben.

 

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siehe auch: ARD Tagesschau

Verunglücktes Flüchtlingsboot vor Sizilien: Wrack nach einem Jahr geborgen

 

 

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siehe auch Il Fatto Quotidiano

Migranti, recuperato relitto affondato ad aprile 2015: “All’interno quasi 300 corpi”. Renzi: “Operazione che andava fatta”

L’imbarcazione è stata ripescata tre giorni fa a conclusione di un intervento disposto dalla Presidenza del Consiglio. Verrà custodita in un hangar refrigerato nel porto di Augusta

Nel giorno in cui dieci donne sono morte nell’ennesimo naufragio a poche miglia dalle coste libiche, nel porto di Augusta è arrivato, trainato dalla nave Ievoli Ivory, il relitto del peschereccio affondato il 18 aprile 2015 nel Canale di Sicilia. L’imbarcazione è stata recuperata tre giorni fa a conclusione di una complessa operazione, disposta da Palazzo Chigi, affidata al ministero della Difesa e coordinata dalla Marina Militare.

In quello che resta del natante azzurro, rimasto per oltre un anno a circa 400 metri sul fondale del Mediterraneo, ci sono “tra i 250 e i 300 corpi“, come ha riferito il contrammiraglio della Marina militare italiana Pietro Covino, che ha incontrato i giornalisti sul pontile Nato di Melilli per rendere noti i particolari dell’operazione di recupero (che, ha aggiunto, “non era mai stata fatta per un peschereccio di tali dimensioni e a una profondità di circa 400 metri”). Ma anche per chi ha preso parte alle operazioni è difficile fare una stima esatta delle vittime: ancora, infatti, non si conosce il numero delle persone che erano a bordo del peschereccio prima che affondasse e nemmeno quanti sono i dispersi in mare. Gli unici numeri certi sono quelli dei 28 sopravvissuti (che hanno fornito il numero di oltre 700 passeggeri imbarcati) e delle 169 salme già recuperate in mare dai sommozzatori della Marina militare e dei vigili del fuoco.

Proprio questi ultimi saranno i primi a intervenire sul relitto, cercando di valutare lo stato di sicurezza del natante (che sarà custodito in un apposito hangar refrigerato in un molo del porto di Augusta) e di recuperare i corpi. Poi cominceranno le autopsie e le identificazioni delle vittime da parte dell’equipe coordinata dalla professoressa Cristina Cattaneo della sezione di Medicina legale dell’università di Milano, con la collaborazione degli atenei di Catania, Messina e Palermo e dei medici della polizia di Stato. Le salme, infine, saranno tumulate in cimiteri siciliani. “Abbiamo già centinaia di richieste e stiamo raccogliendo dati dai familiari che si trovano in Senegal e Mali – ha detto la professoressa Cattaneo – e riceviamo richieste dai parenti che sono nel nord Europa. C’è già pronto il materiale necessario per fare i confronti. Il riconoscimento ha una ripercussione sui familiari vivi, ma ci sono anche ripercussioni amministrative perché alcuni ricongiungimenti sono impossibili perché mancano i certificati di morte”.

L’intera operazione, finanziata dalla Presidenza del Consiglio, è costata 9,5 milioni di euro: “Nella prima fase, relativa all’ispezione del relitto – ha spiegato il contrammiraglio Covino – sono stati spesi 1,4 milioni di euro. Per la progettazione del recupero il finanziamento è stato di 1,6 milioni di euro, mentre per la mobilitazione dei mezzi il costo è stato di 6,5 milioni di euro“. Le autopsie e le identificazioni delle salme, curate dell’equipe coordinata dalla professoressa Cristina Cattaneo della sezione di Medicina legale dell’università di Milano, saranno invece gratuite grazie alla disponibilità delle università di Catania, Messina e Palermo e dei medici della polizia di Stato. Un’operazione che, secondo il presidente del Consiglio Matteo Renzi, andava fatta per “dare una sepoltura a quei nostri fratelli, a quelle nostre sorelle che altrimenti sarebbero rimasti per sempre in fondo al mare”. Sul suo profilo Facebook il premier ha poi scritto: “Grazie alla Marina Militare, fiero di essere italiano. Lavoriamo tutti i giorni perché l’Europa sia all’altezza dei valori che l’hanno fatta grande”.

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