Von den über 700 Geflüchteten, die heute den EU-Zaun von Ceuta überwanden und auf spanischem Boden vom Roten Kreuz in Empfang genommen wurden, schob die spanische Guardia Civil auf illegale Weise schätzungsweise 100 der Geflüchteten durch Türe im EU-Zaun nach Marokko ab, siehe unten verlinktes Video der Tageszeitung „El Faro de Ceuta“. Die sozialistische Regierung hat bei ihrem Regierungsantritt vor wenigen Wochen versprochen, dass derartige „heiße Abschiebungen“ ab sofort nicht mehr praktiziert würden. Gerichte hatten diese Praxis der Kollektivabschiebungen an den EU-Zäunen der spanischen Enklaven Ceuta und Melilla als illegal gebrandmarkt.
„In Libyen ist die Sklaverei wieder eingeführt worden. Europa hat es provoziert, Europa hat es zugelassen und Europa profitiert davon. Für den Notfall hat Europa seine eigenen Sklaven auf der anderen Seite des Meeres“ – so die Botschaft von drei Boat People aus Afrika, die in Sizilien gelandet sind und die Regisseur Michelangelo Severgnini in seinem Film ‚Schiavi di Reserva‘ zu Wort kommen lässt.
Il Fatto Quotidiano | 25.07.2018
Schiavi di riserva, il documentario di Michelangelo Severgnini sulla condizione dei migranti in Libia
“In Libia, la schiavitù è stata ripristinata. L’Europa l’ha provocata, l’ha permessa e ne trae beneficio. In caso di necessità, l’UE ha i propri schiavi di riserva appena oltremare. Questo è il messaggio consegnatoci da 3 ragazzi africani appena sbarcati in Sicilia, dopo aver attraversato il deserto e il mare e soprattutto dopo essere stati usati come schiavi in Libia.
La Repubblica | 13.07.2018
Ventimiglia, manifestazione No Borders al confine: ma i francesi sbarrano la strada
di Giulia Destefanis
‘Né con Macron né con Salvini’: un centinaio di attivisti, vernice alla mano e giubbotti salvagente sulle spalle, manifestano al confine tra Italia e Francia a Ventimiglia, a un passo dagli scogli teatro della prima grande protesta del 2015. Obiettivo: provare simbolicamente ad attraversare la frontiera per chiedere libertà di movimento per i migranti. Ma le forze dell’ordine italiane e francesi, schierate con reti e camionette, sbarrano la strada. „Siamo pacifici, non forziamo il blocco – spiegano i ragazzi di Progetto 20k, che da anni sostengono i migranti in transito a Ventimiglia – Ma il fatto che ci sbarrino la strada dimostra che le frontiere in questa Europa sono chiuse, o meglio aperte solo a merci e capitali’.
I manifestanti, che domani torneranno in piazza a Ventimiglia per un corteo proprio nel giorno di festa nazionale francese del 14 luglio, chiedono l’istituzione di un ‘permesso di soggiorno europeo“ per i popoli migranti.
In dem Film Mare Chiuso von Stefano Liberti und Andrea Segre aus dem Jahr 2012 erzählen Migrant*innen von den Folgen, die das Abkommen zwischen Berlusconi und Ghadaffi für sie hatte. Auch damals wurden alle Boote, auf denen sich Flüchtende befanden, systematisch nach Libyen zurückgebracht. Das italienische Filmkollektiv ZaLab bietet den Dokumentarfilm aus aktuellem Anlass nun als Stream an – auch in einer englischsprachigen Version.
Internazionale | 12.07.2018
Accordi con i libici, blocco navale, porti chiusi: le parole d’ordine che risuonano oggi non sono nuove. Tra il 2009 e il 2010, in seguito agli accordi tra il governo di Muammar Gheddafi e quello italiano guidato da Silvio Berlusconi, tutte le imbarcazioni che trasportavano migranti venivano sistematicamente ricondotte in territorio libico dalla marina militare e dalla guardia di finanza italiana.
Zeit Online | 05.07.2018
Weniger Menschen flüchten in die EU, dennoch fordern Politiker verschärfte Maßnahmen an den Grenzen. Flüchtlingshelfer warnen vor noch mehr Toten. Ein Überblick im Video
Von Sven Wolters
ARTE | 12.06.2018
52 Min.
Verfügbar von 12/06/2018 bis 11/07/2018
Live verfügbar: ja
Nächste Ausstrahlung am Freitag, 15. Juni um 02:55
Mit Milliardensummen werden afrikanische Staaten als neue Grenzschützer etabliert. Entwicklungshilfe wird an Bedingungen geknüpft: Nur wer Europa bei der Migrationskontrolle beisteht, bekommt Geld. Profiteure dieser Politik sind Rüstungs- und Sicherheitsfirmen. In zwölf Ländern haben die Autoren der Dokumentation erkundet, wie Europa heute seine Grenzen durch Afrika zieht.
Seit zwei Nächten übernachten mehr als 100 Migrant*innen im Bahnhof von Biancon an der französisch-italienischen Grenze. Aktivisten der Gruppe Tous migrant haben ihn besetzt.
Il Fatto Quotidiano | 10.04.2018
Da due notti, oltre 100 migranti dormono nella stazione ferroviaria del comune francese di Briancon, al confine con l’Italia, occupata da un gruppo di attivisti del gruppo Tous migrant. “Questa è l’unica risposta possibile al grosso afflusso di migranti in arrivo” scrivono i volontari sulla loro pagina Facebook. “Servono materassi, coperte e cibo – è l’appello – Tra il rifugio solidale, la parrocchia e la stazione ci sono oltre 150 persone che hanno bisogno di un posto dove dormire”. Gli occupanti arrivano dal Mali, dalla Costa d’Avorio e dal Gambia e hanno marciato per oltre venti chilometri in mezzo alla neve per passare il confine italo-francese. “Non avevamo altra scelta, dovevamo aiutarli -spiega Elie, uno studente francese – e così abbiamo aperto la stazione”. Alcuni di loro hanno vissuto in Italia. Come Koulibaly, originario del Mali che ha lavorato nelle campagne del sud: “Ho raccolto pomodori a Foggia e arance a Rosarno, sempre senza contratto, ma adesso voglio andare in Francia”. Accanto a lui si riposa Mohammad, anche lui maliano. Vuole andare a Parigi perché c’è più tolleranza: “L’Italia ci ha accolto, ma non è ancora pronta per i migranti: quando camminavo, la gente cambiava percorso perché aveva paura di me”.
„Migranti, polizia francese trascina fuori da un treno una donna incinta proveniente da Ventimiglia“
Video: Französische Polizei zerrt eine schwangere Migrantin aus einem Zug, der aus Ventimiglia kam. Die Frau reiste mit ihrer Familie und musste in Mentone aussteigen.
Il Fatto Quotidiano | 05.04.2018
Un video, pubblicato nei giorni scorsi da tre studenti francesi, mostra una squadra della polizia francese che trascina fuori da un treno una migrante incinta, prendendola per braccia e gambe dopo un controllo tra grida e proteste. La donna, scrive il giornale Nice Matin, viaggiava con la sua famiglia su un convoglio proveniente da Ventimiglia ed è stata costretta a scendere a Mentone.
Kenia errichtet einen Grenzzaun, um Flüchtlinge aus Somalia zu stoppen.
Internazionale | 29.03.2018
“Il motivo principale per costruire una barriera è impedire le incursioni dei terroristi che entrano in Kenya dalla Somalia”, dice Fredrick Shishia, un funzionario del governo di Nairobi.
Dal 2014 il Kenya ha cominciato a costruire una recinzione al confine con la Somalia per fermare il passaggio dei profughi. Sono stati costruiti 5,3 chilometri di recinzione su una frontiera lunga 700 chilometri. Il governo keniano vorrebbe inoltre chiudere il campo profughi di Dadaab, dove vivono 235mila persone, perché considerato un pericolo per la sicurezza nazionale. Oggi i somali in Kenya sono più di 300mila. Negli ultimi quattro anni sono state rimpatriate in Somalia circa 78mila persone.
Interview mit Benois Duclos, dem eine Gefängnisstrafe als Schlepper droht, weil er eine hochschwangere Frau und fünf andere Migranten im Schnee in den französischen Alpen aufgelesen und mit dem Auto ins Krankenhaus nach Briancon gebracht hat.
Corriere TV | 26.03.2018
Parla Benoit Duclos, che in Francia rischia 5 anni per traffico di esseri umani – Stefano Bertolino /LaPresse – CorriereTv
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Il Fatto Quotidiano | 27.03.2018
“Se non l’avessi fatto, oggi non potrei guardarmi allo specchio”. Benoit Ducos ha 48 anni ed è la guida alpina di Briancon, che pochi giorni fa ha trasportato in Francia un gruppo di migranti, tra cui una donna incinta. Ora rischia fino a 5 anni di carcere. “La polizia di frontiera ci ha fermato a 500 metri dall’ospedale e ci ha fatto perdere del tempo prezioso per la donna che ha partorito poco dopo” racconta la guida, che è stata convocata dalla polizia di frontiera e rischia di andare a processo per il cosiddetto “reato di solidarietà”. Soltanto a Briancon ci sono più di 50 cittadini che potrebbero andare a processo con lo stesso capo di imputazione: “Questo reato è stato creato per lottare contro il traffico di essere umani, ma oggi viene usato contro le persone che aiutano i migranti”.