Dramatischer Bericht über die Konfrontation zwischen libyscher Küstenwache und Sea Watch. Viele Boat People springen ins Meer, um sich auf das Boot der NGO zu retten. Die Küstenwache behindert die Rettungsversuche unter den Augen eines italienischen Militärhubschraubers. 50 Boat People ertrinken.
La Repubblica | 10.11.2017
Militari e volontari si fronteggiano, i naufraghi si tuffano per non tornare indietro. Poi la strage
di ALESSANDRA ZINITI
„THIS IS ITALIAN Navy helicopter, channel 16, we want you to stop now, now, now“. L’elicottero della Marina italiana volava basso in tondo e provava a fermare la motovedetta libica mentre John moriva, trascinato via a folle velocità, sospeso in aria sul mare, una mano disperatamente attaccata alla cima e l’altra protesa verso la moglie, ormai in salvo sul gommone della Sea Watch. „Lui era lì, sul ponte della barca e gridava verso di me. I libici lo picchiavano con delle corde, lo prendevano a calci, poi l’ho visto scavalcare e buttarsi in acqua. È andato giù, l’ho visto riemergere, era riuscito a riaggrapparsi alla fune sul fianco della motovedetta. Gridava: „Aspettatemi, aspettatami, aiuto, non lasciatemi qui…“. Ma a un certo punto i libici hanno riacceso il motore e la barca ha fatto un balzo in avanti trascinando via lui e tutti gli altri che stavano ancora in acqua. E non l’ho più visto. John non sapeva nuotare, era salvo ma è morto perché voleva raggiungere me che ero già in Italia“.
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