17. Juli 2018 · Kommentare deaktiviert für Libysche CG lässt Frau und Kind auf dem Meer sterben – Open Arms · Kategorien: Italien, Libyen, Spanien · Tags: , ,

Die Rettungs-NGO Open Arms hat heute morgen eine Überlebende – Josephina aus Kamerun – sowie eine Tote mit einem toten ca. 4 Jahre alten Kleinkind 80 Seemeilen vor der libyschen Küste aus den Resten eines Bootes geborgen. Erste Meldungen gingen von einer neuen Schiffskatastrophe aus. Doch am Mittag meldet Open Arms, dass es sich um das Flüchtlings-Schlauchboot handelt, von dem die sogenannte libysche Küstenwache vor zwei Tagen 158 Personen festgesetzt und in Internierungslager in Libyen zurückgebracht hat – eine Meldung über die Zurückgelassenen hat die sogenannte libysche CG nicht gemacht. Die beiden Frauen mit Kind hätten sich geweigert, an Bord der Libyer zu gehen, und seien im Meer hilflos zurückgelassen worden. Das Schlauchboot, auf dem die drei Bootsflüchtlinge saßen, zerstörten die Libyer. Eine der beiden Frauen und das Kleinkind seien wenige Stunden vor Ankunft des NGO-Rettungsschiffs von Open Arms am Schiffswrack gestorben. Open Arms hat ein Video des Fundorts mit den Toten veröffentlicht. Oscar Camps, an Bord von Open Arms, schreibt: „Wie lange müssen wir gegen die Mörder kämpfen, die von der italienischen Regierung zum Töten und Foltern derjenigen ausgebildet wurden, die das Mittelmeer zu überqueren versuchen? Für dieses Verbrechen ist die Politik von Matteo Salvini verantwortlich.“ Open Arms werde den Fall vor das internationale Gericht gegen die Menschlichkeit bringen.

Auch der italienische Abgeordnete Leu Erasmo Palazzotto, der sich an Bord des Rettungsschiffs der Open Arms befindet, schreibt auf Twitter von „Mord“ durch Salvinis libysche Freunde. „Lieber Matteo Salvini, lieber Marco Minniti [vorheriger italienischer Innenminister]“, schreibt Palazzotto, „für diese beiden brutalen Morde seid ihr verantwortlich, eure Abkommen, euer Zynismus. […] Ich erwarte, dass jetzt Italien dieser Überlebenden Hilfe leistet, die dringende ärztliche Versorgung benötigt.“ Die Rettungs-NGO wird auch die beiden Toten in einen Hafen Europas bringen und würdig mit ihnen umgehen.

Open Arms hatte zwei Tage zuvor über Funk gehört, dass sich die sogenannte libysche Küstenwache zu zwei Schlauchbooten in Seenot an der Stelle bewege, an der jetzt das Wrack mit den zwei Toten und der Überlebenden gefunden wurde. An dem Ort war zudem zunächst der Frachter Triades zugegen, den die Libyer aufforderten sich zu entfernen, und der momentan im Hafen von Misrata ankert.

Die sogenannte libysche Küstenwache wollte auf Anfrage von afp den Vorfall nicht kommentieren.

AFP

Descubren a una náufraga aferrada a dos muertos en el Mediterráneo

Los rescatistas de la oenegé española Proactiva Open Arms descubrieron restos de un bote con una mujer aún viva aferrada y los cuerpos de otra mujer y un niño, constató un fotógrafo de la AFP.

La organización española estaba patrullando las costas cerca de Libia, de donde parten la mayoría de los migrantes con destino a Europa, cuando hizo el horrendo descubrimiento.

La mujer flotaba agarrada al bote, que estaba completamente desinflado, gracias a unas pocas tablas, a unas 80 millas náuticas al noreste de Trípoli.

La mujer que sobrevivió es originaria de Camerún, tiene cerca de 40 años, se llama Josepha y pasó unas 48 horas flotando al lado de la otra mujer y de un niño, quienes no resistieron.

La guardia costera de Libia, encargada de patrullar la zona, indicó que fueron rescatadas 158 personas a 16 millas náuticas de Joms, relativamente lejos del área donde se encontró a la naúfraga.

Según el equipo médico de a bordo, la mujer tiene síntomas de hipotermia, está traumatizada.

„Necesita atención médica y psicológica lo más rápido posible“, advirtieron.

Los dos cadáveres se encuentran ya en estado de descomposición, especialmente el cuerpo de la mujer, quien al parecer murió horas antes que el niño, de unos cinco años.

Dos barcos de la ONG española regresaron este martes a las costas de Libia, después de varias semanas de ausencia debido a las dificultades para desembarcar a los migrantes que rescatan tras la línea dura adoptada por Italia y Malta, que se niegan a recibirlos.

Llegada de migrantes al Mediterráneo

El ministro del Interior italiano, Matteo Salvini, líder de la derechista Liga, advirtió en un tuit que continuará con su línea dura.

„Dos barcos de la ONG española han regresado al Mediterráneo a la espera de su cargo de seres humanos. Que ahorren tiempo y dinero, verán los puertos italianos sólo en postales“, escribió.

Cruce de acusaciones

El caso ha generado un verdadero enfrentamiento entre la organización humanitaria española y el ministro italiano, acusado de aplicar una política inhumana.

Para la oenegé española los libios abandonaron a las dos mujeres y al niño tras haber intervenido.

„Es un hecho a denunciar ante el Tribunal ​Internacional ​de Derechos Humanos“, clamó indignada la oenegé en un comunicado.

Para Óscar Camps, director y fundador de la oenegé, a bordo del „Open Arms“ en ese momento y testigo de lo sucedido, la guardia costera libia omitió decir que „dejaron a dos mujeres y un niño a bordo, y hundieron el barco porque no querían subirse a las patrulleras libias“, dijo.

„¿Cuánto tiempo tendremos que lidiar con asesinos alistados por el gobierno italiano para matar y torturar a aquellos que intenten cruzar el Mediterráneo? De este crimen es responsable la política de Matteo Salvini“, denunció.

Interrogada por la AFP, la guardia costera libia se negó a hacer comentarios sobre el asunto.

Para el ministerio del Interior italiano se trata de una „fake news“, una noticia inventada.

„Desafío a toda persona a encontrar un mensaje mío en que pido abandonar a la gente en el mar. Mi objetivo es salvar a todos, alimentar a todos, pero evitar que lleguen a Italia. El objetivo es acabar con el tráfico de seres humanos, que es la única manera de reducir el número de muertos“, declaró Salvini en una conferencia de prensa tras enviar un tuit con la firma: „puertas cerradas, corazón abierto“.

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Il Fatto Quotidiano | 17.07.2018

Migranti, la denuncia di Open Arms: “Guardia costiera libica ha lasciato morire in mare una donna e un bambino”

La ong spagnola recupera una donna ancora in vita aggrappata ai resti di un barcone a 80 miglia dalla costa. Sulla nave dell’associazione anche Palazzotto di Leu: “Governo italiano responsabile di questi crimini”

La denuncia è accompagnata da una foto e da un video. Su Twitter. Il testo dice questo: “La Guardia Costiera libica ha detto di aver intercettato una barca con 158 persone fornendo assistenza medica e umanitaria, ma non hanno detto che hanno lasciato due donne e un bambino a bordo e hanno affondato la nave perché non volevano salire sulle motovedette”. Parola di Oscar Camps, fondatore della ong spagnola Open Arms. Nello scatto si vedono i corpi di una donna e di un bambino, ormai privi di vita e appoggiati a quello che resta del gommone. “Quando siamo arrivati – dice ancora Camps – abbiamo trovato una delle donne ancora vive ma purtroppo non abbiamo potuto far nulla per l’altra donna e il bambino”. Secondo Camps i due sarebbero morti poche ore prima che la nave di Open Arms arrivasse nella zona. Una ricostruzione che si basa sui contatti radio tra guardia costiera libica e il mercantile ascoltati dalla ong, che contattata da ilfattoquotidiano.it ha dichiarato di non aver assistito alle operazioni di salvataggio né a quello che è avvenuto subito dopo. Resta da chiarire, quindi, ciò che ha affermato Oscar Camps nel suo primo tweet, in cui sostiene che il gommone è stato deliberatamente affondato dai libici.

Questa versione diffusa dalla ong e l’accusa di omissione di soccorso da parte dei libici, però, secondo il Viminale “è una fake news”. A raccontarlo all’agenzia di stampa Ansa sono state imprecisate fonti interne al ministero dell’Interno. Le stesse fonti hanno fatto sapere che “nelle prossime ore” verrà resa pubblica “la versione di osservatori terzi, i quali smentiscono la notizia secondo cui i libici non avrebbero fornito assistenza“.

LA NOTA STAMPA DI OPEN ARMS

Nel pomeriggio e dopo lo scambio di accuse con il ministro Salvini e con il Viminale, la ong Open Arms ha diffuso una nota stampa in cui si ripercorre quanto accaduto e si precisano alcuni aspetti. Una versione diversa sopratutto nei toni e nella tempistica dalla prima ricostruzione fornita da Oscar Cams, che lascia al comunicato la questione dell’affondamento deliberato dell’imbarcazione da parte della guardia costiera libica. Dopo aver raccontato i particolari del soccorso, la ong ha spiegato le ore precedenti all’operazione: “Ieri l’imbarcazione, durante la sua traversata verso la zona di soccorso, è stata testimone di alcune conversazioni via radio tra la motovedetta libica 648 chiamata Ras-Al Jadar e la nave mercantile Triades. Il mercantile sollecitava i libici a raggiungere, il più in fretta possibile, un’imbarcazione in pericolo verso la quale si stava dirigendo – si legge nella nota di Open Amrs – Qualche ora più tardi, dopo aver richiesto insistentemente la presenza della suddetta motovedetta, il mercantile abbandonava i naufraghi dopo aver dato comunicazione della loro posizione”. A questo punto si è mossa la ong. Che ha raccontato: “Dopo un’intensa traversata di 6 ore fino alla zona indicata, siamo riusciti a localizzarli e abbiamo potuto constatare che, a seguito della segnalazione, una motovedetta libica aveva in effetti recuperato i naufraghi per riportarli in Libia, non prima tuttavia di aver distrutto la barca su cui avevano viaggiato per due giorni e due notti e aver abbandonato 3 persone al loro destino in alto mare, fatto grave che porteremo di fronte al Tribunale Internazionale dei Diritti Umani“.

LA DINAMICA SECONDO IL RACCONTO DELLA GIORNALISTA ANNALISA CAMILLI

Il racconto dell’accaduto è stato confermato dalla giornalista di Internazionale Annalisa Camilli, che si trova sulla nave di Open Arms. La donna salvata si chiama Josephine, viene dal Camerun ed è rimasta due giorni in mare attaccata ad un pezzo di legno prima che i volontari di Open Arms la salvassero. Secondo il resoconto della cronista, i resti del gommone sono stati individuati questa mattina alle 7.30 ad 80 miglia dalle coste libiche. A soccorrere la donna è stato Javier Figuera, uno spagnolo di 25 anni: “Quando le ho preso le spalle per girarla – ha detto – ho sperato con tutto il mio cuore che fosse ancora viva. Dopo avermi preso il braccio non smetteva di toccarmi, di aggrapparsi a me”. A quel punto, ha proseguito Camilli, sono arrivati altri soccorritori e l’hanno trasportata sulla nave, dove ora si trova con sintomi di ipotermia.

Accanto a lei gli uomini di Open Arms hanno trovato anche un’altra donna e un bambino di circa 5 anni, che però erano già morti. I loro corpi sono a bordo della nave della Ong. Secondo il medico di bordo – ha proseguito ancora Camilli – “la donna era morta da diverse ore mentre il bimbo era deceduto da poco”. Sul corpo della nonna c’erano anche segni di bruciature dovute al gasolio mischiato con l’acqua di mare. Per la Ong quello che è avvenuto è “un’omissione di soccorso” da parte del “mercantile Triades (che ora si trova a Misurata, ndr) – dice il fondatore di Open Arms Oscar Camps – che ha abbandonato in piena notte un’imbarcazione in pericolo” e della guardia costiera libica “che non è in grado di gestire una situazione d’emergenza e che ha abbandonato due donne e un bambino”. Secondo il portavoce della Ong Riccardo Gatti, per tutta la giornata di ieri il mercantile e la guardia costiera libica hanno parlato alla radio di due gommoni in difficoltà e poi la guardia costiera libica avrebbe detto al mercantile di ripartire perché sarebbero intervenute le motovedette libiche. Quello che è avvenuto, accusa Camps “è la conseguenza diretta” del fatto che l’Europa ritenga la Libia un “paese con un governo” e che “abbia una guardia costiera capace di intervenire“. Ed è la “conseguenza diretta dell’aver impedito alle Ong di lavorare per salvare vite nel Mediterraneo“.

LA DENUNCIA DI PALAZZOTTO (LEU): “SALVINI E MINNITI, SIETE RESPONSABILI”

A bordo della nave c’è anche il deputato di Leu Erasmo Palazzotto, che ha rivolto al ministro dell’Interno accuse fortissime: “Matteo Salvini – ha scritto su Twitter pubblicando la foto della donna e del bambino – questo è quello che fa la guardia costiera libica quando fa un salvataggio umanitario. Open Arms ha salvato l’unica superstite mentre i tuoi amici libici hanno ucciso una donna e un bambino. Almeno oggi abbi la decenza e il rispetto di tacere e aprire i porti”. Per Palazzotto “il governo italiano a questo punto è responsabile dei crimini commessi da quella che chiama Guardia Costiera libica: ha annunciato poche ore fa di avere intercettato una barca con 158 persone a bordo e di avere prestato soccorso medico e umanitario – ha aggiunto – Peccato che si siano dimenticati di dire che hanno lasciato due donne ed un bambino di quattro anni a bordo e che hanno affondato l’imbarcazione perché non volevano salire sulla motovedetta libica. Questa mattina – ha proseguito il parlamentare di Leu – quando siamo arrivati abbiamo trovato una delle due donne ancora vive, mentre non c’era più niente da fare per l’altra donna e per il bambino“. Secondo Palazzotto, la nave sarebbe diretta verso la Spagna.

L’esponente di Leu si è poi rivolto direttamente agli ultimi due titolari del Viminale: “Caro Matteo Salvini e caro Marco Minniti. Di questi brutali assassini siete responsabili voi, i vostri accordi il vostro cinismo. Voglio ringraziare pubblicamente i volontari di Open Arms che stamattina hanno rischiato la loro vita per soccorrere queste persone – ha detto – Adesso mi aspetto che l’Italia faccia la sua parte per prestare soccorso a questa donna sopravvissuta che ha urgente bisogno di cure mediche. Sperando che almeno stavolta – ha concluso Palazzotto – davanti all’omicidio di una donna ed un bambino il Ministro Salvini abbia la decenza stare zitto”.

SALVINI REPLICA: “BUGIE E INSULTI? VUOL DIRE CHE SIAMO NEL GIUSTO”

E Salvini zitto non è rimasto: “Sfido chiunque a trovare tweet dove invito a lasciar annegare qualcuno a mare, il mio obiettivo è salvare tutti, soccorrere tutti, nutrire tutti, ma evitare che tutti arrivino in Italia” ha detto il ministro dell’Interno nel corso di una conferenza stampa a Fermo. “A prescindere di indicazioni che un ministro, padre di due figli, farebbe, e io nemmeno me lo sogno – ha sottolineato Salvini -, Guardia Costiera e Marina Militare farebbero il loro dovere a prescindere da eventuali tweet. L’indicazione – ha concluso – è quella di stroncare il traffico di essere umani che è l’unico modo per ridurre il numero dei morti. Continueremo a fare quello che egregiamente stiamo facendo, salvando le persone, ma cambiando le regole internazionali che non possono trasformare l’Italia in un enorme campo profughi“. Salvini, poi, su Facebook ha rimarcato: “Bugie e insulti di qualche Ong straniera confermano che siamo nel giusto: ridurre partenze e sbarchi significa ridurre i morti, e ridurre il guadagno di chi specula sull’immigrazione clandestina. Io tengo duro. #portichiusi e #cuoriaperti”.

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La Vanguardia | 17.07.2018

Open Arms denuncia el abandono de una persona con vida y los cadáveres de una mujer y un bebé en alta mar

El director Proactiva Open Arms ha informado este martes 17 de julio que la ONG ha encontrado en el Mediterráneo central, a 80 millas de la costa de Libia, los cadáveres de una mujer y un bebé y una mujer aún con vida de una embarcación “destruida” y “abandonada” por la guardia costera libia tras llevarse al resto de ocupantes.

Según han confimado a Europa Press fuentes de la organización, los tripulantes del barco de la ONG trasladan a puerto los cuerpos hallados el mar para darles un “trato digno”.

En un vídeo difundido por esta organización en su cuenta de Twitter, Camps denuncia la “omisión de socorro” en aguas internacionales del barco mercante Triades, que, según ha alertado, “ha abandonado en plena noche” a una embarcación en peligro, así como la de los “llamados” guardacostas libios.

”No han gestionado esta situación de emergencia y han llegado dos días tarde, con sus dos noches, y además han abandonado a dos mujeres y un niño de una embarcación que ellos mismos han destruido”, ha alertado el director de Proactiva Open Arms, para añadir que esta es la “consecuencia directa” de contratar a “milicias armadas” en lugar de dejar trabajar a las ONG.

”Esta es la consecuencia de contratar a milicias armadas para hacer creer al resto de Europa que Libia es un Estado, un país muy seguro, que tiene una guardia costera muy capaz de hacerse cargo de todo esto”, denuncia Camps con sarcasmo. En otro ‘tuit’ acusa al Gobierno italiano de “legitimar” y poner al frente de las tareas de rescate de migrantes y refugiados en el Mediterráneo central a efectivos libios.

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La Stampa | 17.07.2018

La denuncia di Open Arms: “I libici hanno lasciato morire in mare una donna e un bimbo”

Con loro c’era un’altra donna che la Ong è riuscita a trarre in salvo. Fonti del Viminale: «è una fake news».

L’imabarcazione alla deriva con i corpi senza vita della donna e del bimbo

Una donna morta, stesa su un relitto che ondeggia sulla superficie del mare. Al suo fianco il corpicino di suo figlio galleggia, nudo e senza vita. Attorno a queste immagini si è sviluppata l’ultima polemica sui migranti con il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Video e foto dei migranti morti sono stati diffusi dalla ong spagnola Proactiva Open Arms, che accusa direttamente la Libia per averli abbandonati, e indirettamente l’Italia per l’appoggio a Tripoli.

Secondo l’ong, la Guardia costiera libica avrebbe lasciato morire la donna e il bimbo, che si erano rifiutati di salire a bordo e tornare in Libia. L’organizzazione non governativa ha anche recuperato un’altra donna in vita, Josephine dal Camerun. Anche lei si sarebbe rifiutata di tornare verso le coste nordafricane.

«La guardia costiera libica ha annunciato di aver intercettato una barca con 158 persone a bordo alla quale ha fornito assistenza medica e umanitaria – spiega il fondatore di Proactiva Oscar Camps -. Quello che non ha detto è che hanno lasciato due donne e un bambino a bordo ed hanno affondato la nave perché non volevano andare sulla pattuglia libica. Quanto tempo avremo a che fare con gli assassini arruolati dal governo italiano per uccidere?».

Per Camps, ciò che è avvenuto è «conseguenza diretta del fatto che tratta con milizie armate», non con una Guardia costiera di un Paese stabile. «Si dice all’Europa che la Libia è un Paese sicuro – argomenta ancora Camps – ma la Guardia costiera libica è capace di tutto».

Erasmo Palazzotto, deputato di Liberi e Uguali che si trova anche lui sulla nave dell’ong spagnola, punta il dito contro il ministro dell’Interno Salvini e il suo predecessore, Minniti, definiti «brutali assassini», responsabili di quanto accaduto per «i vostri accordi e il vostro cinismo».

Fonti del Viminale sostengono però che la versione diffusa dalla Ong «è una fake news». Si sottolinea inoltre che «nelle prossime ore» verrà resa pubblica «la versione di osservatori terzi che smentiscono la notizia secondo cui i libici non avrebbero fornito assistenza».

Inoltre, il ministro dell’Interno ha replicato su Facebook: «Bugie e insulti di qualche ong confermano che siamo nel giusto – ha attaccato -. Ridurre partenze e sbarchi significa ridurre i morti, e ridurre il guadagno di chi specula sull’immigrazione clandestina. Io tengo duro». A corredo di questo messaggio, due hashtag: #Portichiusi e #Cuoriaperti.

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Internazionale | 17.07.2018

Omissione di soccorso o naufragio? Sopravvive solo una donna

Annalisa Camilli

È una donna, si chiama Josephine, è originaria del Camerun. È stata trovata a pancia in giù attaccata a una tavola, quello che resta del fondo del gommone su cui viaggiava insieme ad altre decine di persone. Ha aspettato per due giorni che arrivassero i soccorsi, con i vestiti bagnati attaccati alla pelle, poi alle 7.30 di mattina del 17 luglio, dal ponte della nave Open Arms, a 80 miglia dalla Libia, qualcuno ha visto i resti del gommone.

Un soccorritore spagnolo di 25 anni, Javier Filgueira, si è buttato in acqua dalla lancia di soccorso quando ha visto che Josephine poteva essere ancora viva. L’ha raggiunta a nuoto tra i detriti sperando che non fosse uno sforzo inutile. “Quando le ho preso le spalle per girarla speravo con tutto il mio cuore che fosse ancora viva”, racconta Filgueira, un volontario di Madrid, ancora scosso.

“Dopo avermi preso il braccio, non smetteva di toccarmi, di aggrapparsi a me”, racconta il ragazzo. Era viva Josephine e lo ha guardato negli occhi come per supplicarlo, poi gli ha preso il braccio, lo ha stretto. Altri soccorritori sono arrivati a prenderla per trasportarla sul gommone di soccorso. L’hanno sollevata e portata sulla lancia, al sicuro. Almeno lei ce l’ha fatta. Gli occhi di Josephine guardavano nel vuoto, mentre una volontaria le teneva la testa e provava a riscaldarla. È stata portata a bordo della nave spagnola con la diagnosi di ipotermia.

La temperatura del corpo stava scendendo così tanto che se i soccorsi avessero tardato ancora non ce l’avrebbe fatta. Come non ce l’ha fatta un bambino di circa cinque anni che è morto per ipotermia a fianco di una donna, presumibilmente sua madre. Anche lei è stata trovata morta ricurva su una tavola, la pelle delle braccia bruciata dal gasolio fuoriuscito dalle taniche del gommone su cui viaggiavano. Per loro non c’è stato niente da fare. Il corpo del bambino senza vita e quello della donna che gli è stata trovata affianco sono stati portati a bordo della Open Arms e giacciono sulla prua della nave avvolti in due sacchi bianchi. Per la dottoressa di bordo Giovanna Scaccabarozzi la donna era morta da diverse ore mentre il bimbo era deceduto da poco. Nessun dettaglio per il momento su cosa sia successo agli altri passeggeri del gommone.

Omissione di soccorso?

Riccardo Gatti, portavoce dell’organizzazione Proactiva Open Arms, ricorda che il 16 luglio, mentre era al timone del veliero Astral, navigando nel canale di Sicilia, per tutto il giorno ha ascoltato alla radio una conversazione tra un mercantile e la guardia costiera libica, parlavano di due gommoni in difficoltà a circa 80/84 miglia dalle coste libiche.


Il mercantile Triades diceva di essere stato allertato dalla guardia costiera italiana e chiamava la guardia costiera libica per intervenire in soccorso dei gommoni. Le imbarcazioni con i migranti a bordo sembravano partite da Khoms, una città a est di Tripoli. La conversazione tra il mercantile Triades, diretto a Misurata, e la guardia costiera libica è andata avanti per molte ore. I volontari della Open Arms hanno ascoltato la conversazione alla radio.

Poi in serata la guardia costiera libica ha detto al mercantile di ripartire perché sarebbero intervenute le motovedette libiche. “Quello che ipotizziamo è che i libici siano intervenuti, ma non riusciamo a spiegarci cosa sia successo perché abbiamo trovato i resti di un gommone affondato, due morti e solo un sopravvissuto”, dice Gatti. “Non sappiamo che pensare: chi ha distrutto i gommoni in questo modo? E perché queste persone sono state lasciate morire di freddo attaccate a una tavola?”.

Oscar Camps, fondatore dell’organizzazione umanitaria, non ha dubbi: si è trattato di omissione di soccorso, la responsabilità della morte della donna con il bambino è dei libici che hanno rivendicato nelle stesse ore di aver compiuto un salvataggio nella stessa zona e di aver soccorso 158 persone. La guardia costiera libica in un comunicato ha detto di aver intercettato un gommone con 158 persone a bordo più o meno nella stessa zona in cui sono stati trovati i morti e la donna sopravvissuta.

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