14. Juli 2018 · Kommentare deaktiviert für Flüchtlingsschiff: Italien fordert von EU sofortige Aufnahme · Kategorien: Europa, Italien, Libyen · Tags: , , ,

Heute morgen wurden die Boat-people, die mit einem Fischkutter von der libyschen Küste aufgebrochen und bis kurz vor Sizilien gelangt sind, auf andere Schiffe übernommen. 8 Personen – Frauen und Kinder – wurden nach Lampedusa gebracht. 176 Personen wurden auf das britische Frontex-Schiff „Protector“ und 266 Personen auf das italienische Polizeizollschiff „Monte Sperone“ gebracht. Anschliessend ging die Fahrt des britischen und italienischen Schiffs weiter bis nahe an die sizilianische Küste. Wieder kam es zu inneritalienischen institutionellen Konflikten über die weitere Vorgehensweise. Inzwischen verkündet die italienische Regierung drei Alternativen: Falls die Bootsflüchtlinge nicht sofort von anderen EU-Staaten aufgenommen würden, würden sie entweder nach Libyen zurückgebracht – das ist bereits nach einem früheren italienisch-libyschen Fall als Refoulement von der EU-Rechtssprechung verboten worden – , oder die Boat-people müssten auf den beiden Schiffen ausharren, bis dort alle Personen- und Asylprüfungen durchgeführt worden seien.

La Stampa | 14.08.2017

È stato completato il trasbordo dei 450 migranti che erano a bordo del barcone a largo di Linosa: 176 persone sono sul pattugliatore «Protector», inserito nel dispositivo Frontex, e altre 266 sul «Monte Sperone» della Gdf. Otto persone, tutte donne e bambini, sono invece state già trasportate a Lampedusa a bordo di motovedette della Guardia Costiera per motivi sanitari. […]

Conte e Salvini: «Redistribuzione immediata»

Intanto stamattina c’è stata una lunga telefonata tra il presidente del Consiglio e il ministro dell’Interno. Secondo quanto si apprende da fonti di palazzo Chigi tre sono le ipotesi in campo sul fronte: redistribuzione immediata dei 450 con altri partner europei; contatti con Libia per il loro eventuale rientro sulle coste libiche da dove sono partiti, e infine permanenza a bordo delle navi dove fare riconoscimenti ed esame richieste. Il presidente del Consiglio Conte sta lavorando per un accordo con gli altri Paesi della Ue per una redistribuzione immediata dei 450 migranti che stazionano sulle navi a largo di Lampedusa. Se non ci sono risposte dai partner e in queste condizioni ai 450 non sarà consentito di sbarcare.

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La Repubblica | 14.08.2017

[…] l ministro Salvini insiste per mandare a Malta, o in Libia, le due navi militari su cui stamattina sono stati trasbordati i 450 migranti del barcone partito, molto probabilmente, da Zuara. „In Italia si arriva solo con mezzi legali“, ha spiegato in un colloquio con il premier Conte, aggiungendo che „occorre un atto di giustizia, rispetto e coraggio per contrastare i trafficanti di esseri umani e stimolare un intervento europeo“. Dunque l’idea è di spingerli verso Sud e non farli attraccare in Italia.
„I migranti si nutrono e si curano tutti a bordo, mettendo in salvo donne incinte e bambini“, ha spiegato Salvini a Conte, „Non possiamo cedere, la nostra fermezza salverà tante vite e garantirà sicurezza a tutti. Da quando siamo al gorverno, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ci sono stati oltre 27.000 sbarchi in meno. Se vogliamo mantenere questi risultati positivi, non possiamo mostrare debolezze“.

Il presidente del Consiglio, da quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, rimane in costante contatto con Viminale, Farnesina e ministero dei Trasporti e con i responsabili delle unità di soccorso. Oggi stesso verrà inviata al Presidente Juncker e Tusk e agli altri leader europei una lettera volta a sollecitare l’applicazione immediata anche a questo caso dei principi europei affermati nel corso dell’ultimo Consiglio Europeo di fine giugno. „L’Italia non è più disposta a farsi carico in modo isolato di un problema che riguarda tutti i Paesi europei. O verranno redistruiti in tutti i Paesi Ue o non sbarcano“.

L’ipotesi su cui lavora Salvini, però, potrebbe configurarsi come un respingimento, vietato dalle norme internazionali. C’è stato solo un precedente, durante il governo Berlusconi quando Roberto Maroni era ministro dell’Interno, e l’Italia in seguito venne condannata dalla Corte europea dei Diritti dell’Uomo.

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