02. August 2017 · Kommentare deaktiviert für Rettungsschiff von Jugend Rettet beschlagnahmt, Ermittlungen? · Kategorien: Frankreich, Italien, Libyen · Tags: ,

Die italienische Tageszeitung „La Repubblica“ meldet – möglicherweise vorschnell und journalistisch nicht abgesichert – , dass die Staatsanwaltschaft der Stadt Trapani unter Emanuele Cersosimo das Rettungsschiff der deutschen NGO Jugend Rettet in Lampedusa beschlagnahmt und Ermittlungen gegen die Schiffsbesatzung wegen „Begünstigung illegaler Einreise“ eingeleitet habe. Die italienische Tageszeitung „Il Fatto Quotidiano“ zitiert hingegen den Staatsanwalt Ambrogio Cartosio aus derselben Staatsanwaltschaft, dass die Mannschaft zweifelsohne aus humanitären Motiven handelt, auch bei den Kontaktaufnahmen während Rettungsaktionen, und dass keine Ermittlungen eingeleitet worden seien.

Das Rettungsschiff war gestern Abend im Meer von Patrouillenbooten der italienischen Küstenwache eingekreist und zur Insel Lampedusa geführt worden. Die EU-Kommission hat gestern die Repressionsverantwortung gegenüber den Rettungs-NGOs übernommen, wie aus dem Statement des Migrationskommissars Dimitris Avramopoulos zur Sache hervorgeht.

Diese Repression gegen eine Rettungs-NGO erfolgt zeitgleich mit der offiziellen Absage der geplanten italienischen Schiffsblockade vor Libyen. Der Widerstand in Libyen wächst, und weder die EU noch die UN wollten die italienische Seeblockade unterstützen. Ebenfalls eskaliert heute der Wirtschafts-„Krieg“ zwischen Italien und Frankreich: beide Staaten kämpfen um Einfluss in Libyen und nutzen die Migrationsfrage als Ticket. Nach dem Rauswurf italienischer Rüstungskonzernanteile aus französischen Werften und Kriegsschmieden vor einer Woche droht jetzt der italienische Staat einem wichtigen französischen Kommunikationsunternehmen in Italien.

taz | 02.08.2017

Deutsche Seenotretter im Mittelmeer: Italien beschlagnahmt NGO-Schiff

Die Staatsanwaltschaft beschlagnahmt ein Schiff von „Jugend Rettet“. Das Parlament in Rom stimmte indes für einen Militäreinsatz vor Libyen.

Christian Jakob

BERLIN taz | Italien hat den Druck auf die Seenotrettungs-NGOs im Mittelmeer verstärkt: Das Schiff „Iuventa“ der deutschen Initiative „Jugend Rettet“ wurde am Mittwoch von der Staatsanwaltschaft beschlagnahmt.

Am Dienstag hatte die Rettungsleitstelle MRCC in Rom die „Iuventa“ nach Lampedusa zurückbeordert. An Bord befanden sich zwei gerettete Syrer. Die „Iuventa“ erreichte, eskortiert von der Küstenwache, den Hafen der Insel um 1 Uhr früh. Am Mittwochmorgen begann die Polizei, die 15-köpfige, überwiegend aus Deutschen bestehende Crew zu verhören. Später präsentierte sie einen Durchsuchungsbefehl.

Am Nachmittag meldeten dann italienische Medien, die Staatsanwaltschaft von Trapani auf Sizilien habe die Iuventa beschlagnahmt. Das sei eine „präventive Maßnahme“. Die Besatzung des Schiffs „Iuventa“ stehe im Verdacht der Begünstigung illegaler Einwanderung.

„Jugend Rettet“-Sprecher Titus Molkenbur sagte der taz, die Behörden hätten sich auf ein seit 2016 laufendes Ermittlungsverfahren gegen unbekannt wegen Beihilfe zur illegalen Einreise berufen. Die „Iuventa“ soll am Donnerstag zu weiteren Ermittlungen von Lampedusa nach Sizilien überführt werden. Die Crew sei auf freiem Fuß, so Molkenbur.

Erst am Dienstag hatte es ein Treffen zwischen den Rettungs-NGOs und dem italienischen Innenministerium gegeben. Dabei hatten sich fünf der acht NGOs geweigert, einen Verhaltenskodex der italienischen Regierung zu unterschreiben. Eine davon war „Jugend Rettet“. Die NGO hatte sich vor allem deshalb geweigert, den Kodex zu unterzeichnen, weil er sie dazu verpflichten würde, Gerettete mit ihrem eigenen Schiff nach Italien zu bringen, statt sie an größere Schiffe zu übergeben.

Unterdessen stimmten am Mittwoch beide Kammern des italienischen Parlaments für einen Militäreinsatz in libyschen Hoheitsgewässern. Nach einer entsprechenden Bitte der libyschen Regierung in Tripolis soll Italiens Marine Schlepper bekämpfen und Flüchtlinge abfangen und nach Libyen zurückbringen.

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La Repubblica | 02.08.2017

Migranti, procura Trapani sequestra nave Iuventa: „Intese tra Ong tedesca e trafficanti“

L’equipaggio indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il pm: „Provvedimento non c’entra nulla con il no al codice“

di FRANCESCO VIVIANO e ALESSANDRA ZINITI

Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Con questa ipotesi di reato ancora a carico di ignoti, la procura di Trapani ha chiesto e ottenuto dal gip Emanuele Cersosimo il sequestro della Iuventa, la nave della Ong tedesca fermata ieri sera da motovedette della Guardia costiera e condotta nel porto di Lampedusa per accertamenti. Sequestro che, ha precisato il procuratore aggiunto di Trapani, Ambrogio Cartosio, „non c’entra nulla col fatto che la Ong non abbia sottoscritto il codice di condotta„.

„È accertato – ha spiegato Cartosio – che, seppure questa imbarcazione in qualche caso intervenga per salvare vite umane, in più casi invece tali azioni non avvengono a fronte della sussistenza di un imminente pericolo di vita. I migranti vengono scortati dai trafficanti libici e consegnati non lontano dalle coste all’equipaggio che li prendono a bordo della ‚Iuventa‘. Non si tratta dunque di migranti ’salvati‘, ma recuperati, potremmo dire consegnati. E poichè la nave della Ong ha ridotte dimensioni, questa poi provvede a trasbordarli presso altre unità di Ong e militari“. Per il procuratore aggiunto, reggente della procura di Trapani, „alla luce delle vigenti norme, „quali che siano le finalità perseguite, a nostro avviso queste condotte integrano il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina“. Un’attività per la quale secondo Cartosio, i membri dell’equipaggio non prendono alcun compenso dai trafficanti, „la motivazione riteniamo resti essenzialmente umanitaria. L’unico ritorno possibile ed eventuale potrebbe essere solo di immagine e in termini di donazioni“.

Dunque non un semplice controllo in mare, conseguenza del giro di vite disposto dal Viminale per le navi umanitarie che non hanno firmato il nuovo codice di comportamento, ma una svolta nell’ambito dell’inchiesta condotta nel più assoluto riserbo dai pm Ambrogio Cartosio e Andrea Tarondo che dall’ottobre 2016 indagano su presunti rapporti tra i componenti dell’equipaggio di una nave umanitaria e alcuni presunti scafisti. Le indagini sono state effettuate con l’utilizzo di sofisticate tecniche e tecnologie investigative.

La nave Iuventa della ong tedesca Jugend Rettet, che non ha firmato il protocollo di comportamento, è stata bloccata in nottata al largo di Lampedusa dalla Guardia costiera italiana, che l’ha scortata fino al porto. L’indagine è condotta da mesi dagli investigatori della squadra mobile di Trapani. A bordo sono presenti investigatori dello Sco della polizia di Stato e della Scientifica.

„La Iuventa non è stata confiscata, l’equipaggio non è stato arrestato. Quello che è successo è una procedura standard. Aspettiamo altre informazioni“, fanno sapere dalla Ong tedesca.

Ma, come aveva anticipato Repubblica ad aprile scorso, è proprio la Iuventa di Jugend Rettet al centro dell’indagine trapanese aperta dopo che, al termine di uno sbarco, alcuni verbali di migranti, ma anche di cosiddetti scafisti per necessità avevano rivelato contatti diretti tra alcuni componenti dell’equipaggio della Ong tedesca e le organizzazioni di trafficanti. Contatti che avrebbero poi trovato parziale conferma nei tabulati telefonici degli scafisti e in alcune intercettazioni disposte successivamente.

Il procuratore Cartosio, che il prossimo 10 agosto lascerà Trapani per insediarsi alla guida della procura di Termini Imerese, ha convocato una conferenza stampa per le 17.30 per fornire i dettagli dell’operazione. La nave, raggiunta ieri sera nel Mediterraneo da diverse motovedette della Guardia costiera, è stata accompagnata nel porto di Lampedusa dove è ancora ferma per accertamenti. A bordo c’erano anche due migranti siriani che erano stati salvati da una nave della Marina militare e trasbordati sulla Iuventa. I due sono stati ora accompagnati al centro di accoglienza di Lampedusa.

I componenti dell’equipaggio sono stati interrogati a bordo. „Durante un interrogatorio siamo stati informati dell’intenzione di perquisire la nave e abbiamo chiesto di nominare un avvocato“, dice Tommaso Gandini, attivista della campagna #overthefortress lanciata dai membri del progetto Melting Pot (che si occupa di narrare le migrazioni), che si trovava a bordo della Iuventa. L’imbarcazione viaggiava con un equipaggio di 16 membri. „Siamo stati interrogati, ci sono state poste delle domande sia sull’ultima missione che sulle precedenti – dice Gandini – ma siamo stati informati che l’indagine è nei confronti di ignoti“.

Per scortare in porto la Iuventa sono intervenute diverse motovedette della Guardia costiera, con un grande spiegamento di forze dell’ordine anche sulla banchina. Il comandante della Capitaneria di porto di Lampedusa, il tenente di vascello Paolo Monaco, è salito a bordo della nave dove è rimasto per oltre due ore nella cabina di comando.

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Il Fatto Quotodiano | 02.08.2017

Migranti, sequestrata la nave della ong Jugend Rettet. Procura Trapani: “Ha fatto trasbordi senza pericolo imminente”

I magistrati, che ha chiesto e ottenuto dal gip il sequestro preventivo dell’imbarcazione, procedono per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ci sono „gravi indizi di contatti con i trafficanti“, ha spiegato in conferenza stampa il procuratore Ambrogio Cartosio. Il fermo, quindi, non c’entra con il codice di comportamento predisposto dal Viminale e sottoscritto solo da tre organizzazioni

Investigatori del servizio centrale operativo, della squadra mobile di Trapani e del nucleo speciale d’intervento della Guardia Costiera hanno eseguito il sequestro preventivo della motonave Iuventa, battente bandiera olandese ed operante per conto dell’organizzazione non governativa tedesca Jugend Rettet, disposto dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Trapani. La nave era stata bloccata in nottata al largo di Lampedusa dalla Guardia costiera italiana, che l’aveva poi scortata fino al porto.

“Anche se in qualche caso interviene per salvare delle vite umane nel Mare Mediterraneo, vite di persone in una situazione di pericolo di vita”, ha spiegato il procuratore di Trapani Ambrogio Cartosio nel corso di una conferenza stampa, la nave sequestrata “nella maggior parte dei casi invece le operazioni servono per trasportare persone scortate dai trafficanti libici, che vengono prese a bordo della nave, non molto capiente, e poi le persone loro consegnate vengono trasferite su altre navi della Marina militare o di altre organizzazioni”.

Per il momento il fascicolo è ancora a carico di ignoti e riguarda almeno tre episodi, avvenuto il 18 giugno, il 26 giugno di quest’anno e il 10 settembre 2016. “Sulla nave si sono alternati diversi equipaggi – ha aggiunto il procuratore di Trapani – e al momento non pare abbiano percepito compensi”. “Queste condotte – ha spiegato ancora – si integrano nel reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina“.

“Ci sono stati incontri e contatti in mare” tra la Iuventa e le imbarcazioni dei trafficanti libici “ma non è emerso uno stabile collegamento tra l’equipaggio della Ong e i trafficanti libici”, ha spiegato ancora Cartosio. Per questo nessun dei volontari imbarcati sulla Iuventa è indagato per associazione a delinquere, anche perché “le finalità dei trafficanti erano ben diversi rispetto a quelle dell’equipaggio Iuventa. Perchè lo facevano? – ha detto ancora il procuratore – la mia personale convinzione è che lo facessero per motivi umanitari”. “Un collegamento stabile tra la Ong e i trafficanti libici è pure fantascienza”, ha concluso.

Il fermo della nave, quindi, non c’entra – come emerso in un primo momento – con il codice di comportamento predisposto dal Viminale, che è stato sottoscritto solo da tre organizzazioni (e peraltro non dalla Jugend). “Il fatto che la Ong non abbia firmato il protocollo non c’entra nulla con l’operazione odierna”, ha confermato Cartosio.

Spiegano gli investigatori che “le indagini, avviate nell’ottobre del 2016 e condotte con l’utilizzo di sofisticate tecniche e tecnologie investigative, hanno consentito di raccogliere elementi indiziari in ordine all’utilizzo della motonave Iuventa per condotte di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. La nave, aggiungono, è “stabilmente dedita al soccorso di migranti in prossimità delle coste libiche ed al loro trasbordo su altre navi sempre in acque internazionali, permanendo abitualmente nel mare libico, in prossimità delle acque territoriali del paese africano”.

Al momento del blocco della nave da parte della Capitaneria, sono stati fatti scendere due siriani, che sono stati accompagnati nel Centro di prima accoglienza dell’isola. I due migranti erano stati trasferiti in precedenza a bordo della nave della ong tedesca proprio da una delle unità militari italiane impegnate nelle operazioni di soccorso ai migranti nel Mediterraneo. Per scortare in porto la Iuventa sono intervenute diverse motovedette della Guardia costiera, con un grande spiegamento di forze dell’ordine anche sulla banchina. La Capitaneria in un primo momento aveva parlato di “normali controlli” per bocca del tenente di vascello Paolo Monaco che era rimasto a bordo della nave per un paio d’ore. E anche la ong tedesca aveva dato questa versione: “Al nostro equipaggio è stato garantito che si tratta di normali controlli”. “Il nostro equipaggio è stato interrogato da alcuni ufficiali – aggiunge la Ong – come accaduto in precedenti fermate a Lampedusa e come nelle normali procedure”.

La ong Jugend Rettet (“La gioventù salva”), fondata nel 2015 da giovani dell’alta e media borghesia tedesca che hanno scelto di salvare i migranti in fuga dalle guerre e dalla fame, aveva acquistato due anni fa la Iuventa nel porto di Endem, in Germania, trasformando quel vecchio peschereccio in una vera nave adatta a missioni di search and rescue. Battente bandiera olandese, era un peschereccio costruito nel ’62. Ha una lunghezza di 33 mt e una larghezza massima di 7 mt. La stazza lorda è di 184 tonnellate. E’ stata adattata per accogliere migranti presi in mare e il 30 giugno dell’anno scorso ha cominciato le operazioni di soccorso. Il progetto è nato per volontà di un gruppo di giovani berlinesi, dai 20 ai 30 anni, che hanno fondato la Ong. Sul lavoro dell’equipaggio e dei volontari a bordo della Iuventa è stato realizzato anche un film dal documentarista romano Michele Cinque. Sul sito della Ong sono riportati i salvataggi operati dalla nave: 1388 a luglio 2016, 140 ad agosto, 1585 a settembre, 3156 a ottobre e 393 a novembre.

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Corriere della Sera | 02.08.2017

Migranti, giro di vite: sequestrata nave di una Ong bloccata a Lampedusa per controlli

La nave Iuventa della tedesca Jugend Rettet, è stata bloccata al largo di Lampedusa. Dopo i controlli il sequestro: «Documentati contatti con i trafficanti da parte dell’equipaggio. Contestato il favoreggiamento dell’immigrazione illegale

Dopo i controlli arriva il sequestro. La nave Iuventa – che i poliziotti dello Sco, il Servizio centrale operativo, hanno perquisito per ordine dei pubblici ministeri di Trapani – rimane sotto sequestro al porto di Lampedusa. Una verifica scattata nell’ambito dell’inchiesta sui rapporti tra membri degli equipaggi delle Ong impegnate nelle operazioni di soccorso dei migranti nel Mediterraneo e i trafficanti che gestiscono le partenze dalla Libia. La Guardia costiera aveva fermato l’imbarcazione per effettuare controlli, ma poche ore dopo è scattato il provvedimento della magistratura: sono stati documentati, secondo gli inquirenti, contati con i trafficanti da parte dell’equipaggio, al quale è stato contestato il favoreggiamento dell’immigrazione illegale. La Jugend Rettet è una delle Ong che ha deciso di non firmare il codice di comportamento varato dall’Italia e approvato dall’Unione Europea (ecco le regole imposte dal Codice).

L’intervento

Dalla nave sono stati fatti scendere due siriani, che sono stati accompagnati nel Centro di prima accoglienza dell’isola. I due migranti erano stati trasferiti in precedenza a bordo della nave della ong tedesca proprio da una delle unità militari italiane impegnate nelle operazioni di soccorso ai migranti nel Mediterraneo. Per scortare in porto la Iuventa sono intervenute diverse motovedette della Guardia costiera, con un grande spiegamento di forze dell’ordine anche sulla banchina.

«Normale controllo»

Il comandante della Capitaneria di porto di Lampedusa, il tenente di vascello Paolo Monaco, è salito a bordo della nave dove è rimasto per oltre due ore nella cabina di comando. «Si tratta di un normale controllo, che abbiamo fatto e che non comporterà alcun problema», ha spiegato l’ufficiale dopo essere sceso dalla Iuventa: «Ora controlleremo – ha aggiunto – i documenti di tutto l’equipaggio e già questa mattina potranno ripartire da Lampedusa se dagli accertamenti emergerà che tutto è in regola».

Il pm di Trapani: «Niente scopo di lucro»

Il procuratore di Trapani Ambrogio Cartosio ha poi specificato alcuni contorni dell’operazione: «Abbiamo documentato incontri in mare ma siamo portati ad escludere collegamenti tra Ong e libici». dice il magistrato, che esclude inoltre che qualcuno «abbia agito per scopi di lucro». «Ci sono invece gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, commessi da quanti sono a bordo della nave `Iuventa´ utilizzata dalla ong «Jugend Rettet» ha aggiunto Cartosio . Al momento non ci sono indagati, «ma c’è il pericolo serio della reiterazione del reato, e poi ricorre il caso in cui la legislazione speciale prevede la confisca del mezzo che interviene in caso di condanna dei proprietari e questo ci impone di ricorrere al sequestro preventivo accettato dal Gip».

Soccorsi migranti non in pericolo

Sono tre gli episodi contestati, 18 e 26 giugno, nonché il 10 settembre, ha aggiunto Cartosio, «ma ve ne sono anche altri «che contribuiscono a sostenere che questa condotta sia abituale». L’indagine riguarda l’equipaggio della nave «e allo stato non sono emersi responsabilità sui responsabili della Ong». «Persone che lavorano all’interno della Iuventa avrebbero trasbordato, per due volte, sulla nave migranti scortati da trafficanti libici non in situazioni di pericolo».

I dati sugli sbarchi

Intanto arrivano i dati ufficiali sugli sbarchi. Dall’inizio dell’anno a oggi sulle coste italiane sono sbarcati 95.215 migranti, il 2,73% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (97.892). Ad aggiornare il dato è il ministero dell’Interno. È la prima volta che si registra quest’anno il segno meno per gli arrivi via mare.

Via libera della Camera alla spedizione in Libia

L’Italia manderà in Libia una spedizione per sostenere il governo locale nella lotta all’immigrazione clandestina. Il via libera è arrivato dalla Camera dove la risoluzione della maggioranza è passata con 328 voti favorevoli, 113 contrari e 22 astenuti. Forza Italia ha votato a favore dell’intervento e Mara Carfagna in aula ha parlato di un sì «responsabile». La Lega si è opposta con forza, emblematiche le parole di Giancarlo Giorgetti: «serve un blocco navale altrimenti si tratta solo di una operazione che perpetua gli errori fatti fino ad oggi». Astensione invece per Fratelli d’Italia. Secondo la leader Giorgia Meloni bisogna «dare un incoraggiamento al governo che ammette che bisogna bloccare i flussi migratori». Il Movimento 5 stelle ha invece votato no. «Non ci si mette a 90 gradi quando si tratta di interesse generale», ha detto Alessandro Di Battista aggiungendo che dal governo è arrivato «l’ennesimo intervento spot che non può essere avallato dalla prima forza politica del Paese».

 

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