05. Juli 2016 · Kommentare deaktiviert für „Zahlreiche Festnahmen: Ex-Menschenschmuggler lässt Schleuserring auffliegen“ · Kategorien: Italien, Mittelmeerroute · Tags:

Quelle: Spiegel Online

Tausende Menschen soll eine Schleuserbande nach Europa gebracht haben, nun bekam ein Schmuggler offenbar ein schlechtes Gewissen. Der 32-Jährige hat die italienische Polizei zu 38 Verdächtigen geführt.

Ein ehemaliger Menschenschmuggler aus Eritrea hat der italienischen Polizei zu einem Schlag gegen einen Schleuserring verholfen. Die Beamten nahmen auf Sizilien, in der Gegend von Rom und in Norditalien insgesamt 23 mutmaßliche Schleuser fest, wie die Polizei mitteilte.

Innenminister Angelino Alfano erklärte, ein „gefährliches kriminelles Schleusernetzwerk ist zerschlagen worden – keine Atempause für die Händler des Todes“.

Die Fahnder hatten nach eigenen Angaben Haftbefehle für 25 Eritreer, zwölf Äthiopier und einen Italiener ausgestellt. Nach 15 mutmaßlichen Tätern wird noch per internationalem Haftbefehl gesucht. Die insgesamt 38 Verdächtigen sollen in unterschiedlichem Ausmaß am Menschenschmuggel beteiligt gewesen sein und Tausende Migranten nach Italien geschleust haben.

Der Informant aus Eritrea ist der erste ausländische Schleuser, der sich im Rahmen einer Kronzeugenregelung zur Zusammenarbeit mit den Ermittlern im sizilianischen Palermo bereit erklärte. Den Ermittlern zufolge entschloss sich der 32-Jährige zur Zusammenarbeit, weil es „zu viele Tote“ im Mittelmeer gegeben habe.

Zahlungsunfähige Flüchtlinge getötet und Organe verkauft?

Immer wieder ertrinken Flüchtlinge, die in die Europäische Union gelangen wollen, bei der gefährlichen Überfahrt über das Mittelmeer. Für einen Platz in den meist seeuntauglichen Booten zahlen sie hohe Summen an Schleuser.

Der Eritreer lieferte den Behörden der Polizei zufolge die ersten detaillierten Angaben über die kriminellen Aktivitäten seines Netzwerks, das in Italien, Nordafrika und anderen europäischen Ländern aktiv sein soll. Er schilderte demnach, dass die Schleuser vor dem Töten nicht zurückschrecken, wenn jemand die hohe Summe für die Überfahrt über das Mittelmeer nicht aufbringen kann. Das Netzwerk verkaufe dann die Organe der Toten „an ägyptische Organhändler“. In Italien organisiere das Netzwerk unter anderem Scheinehen.

Im Zuge der Ermittlungen entdeckten Fahnder den Angaben zufolge in einer Parfümerie in Rom im Juni 526.000 Euro und 25.000 Dollar in bar sowie Papiere mit Angaben zu den Aktivitäten des Schleuserrings. Bereits vor wenigen Wochen hatten britische und italienische Behörden sich mit der Festnahme eines eritreischen Menschenschmugglers gerühmt.

In diesem Jahr erreichten bereits 70.000 Flüchtlinge Italiens Küsten. 2800 Menschen ertranken seit Anfang des Jahres im Mittelmeer.

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siehe auch: La Repubblica

Palermo, traffico di migranti: 38 fermi della polizia in tutta Italia. „Profughi uccisi per espiantare gli organi“

Parla il trafficante eritreo pentito arrestato nel 2015: chi non aveva soldi a sufficienza per il viaggio veniva assassinato per prelevare e vendere gli organi

PALERMO – Agli uomini della squadra mobile di Palermo, dello Sco e della Squadra mobile di Agrigento, il pentito Noureddin Atta ha consegnato foto e video. Agghiaccianti. Che testimoniano come, tra gli altri fiorenti business del racket dell’immigrazione che opera dall’altra parte del Canale di Sicilia, ci sia anche il traffico d’organi. Organi delle centinaia di migranti che non ce la fanno e vengono uccisi ancor prima di cominciare la traversata in barca, che non hanno i soldi per pagare il riscatto richiesto dalle famiglie ai trafficanti, ma anche organi di bambini. E‘ il capitolo piu drammatico del terzo troncone dell’inchiesta con la quale la procura di Palermo ha ordinato il fermo di altre 38 persone ritenute appartenenti all’organizzazione di trafficanti di uomini diretta da Medhanie Mered, il criminale libico arrestato a maggio in Sudan e che proprio oggi comparirà davanti al giudice dell’udienza preliminare di Palermo per la richiesta di rinvio a giudizio. Un’udienza in cui e‘ prevista battaglia visto che la difesa insiste nel dire che c’e uno sbaglio di persona e che il giovane arrestato non e‘ il trafficante di uomini.

„Talvolta i migranti non hanno i soldi per pagare il viaggio che hanno effettuato via terra, né a chi rivolgersi per pagare il viaggio in mare e allora mi è stato raccontato che queste persone che non possono pagare vengono consegnate a degli egiziani per una somma di circa 15.000 dollari. In particolare questi egiziani vengono attrezzati per espiantare gli organi e trasportarli in borse termiche“, ha raccontato il pentito Nouredin Atta, trafficante d’uomini eritreo che ha deciso di collaborare con la giustizia e sulle cui dichiarazioni si fonda buona parte dell’inchiesta.

La rete criminale. Associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, all’esercizio abusivo dell’attivita di intermediazione finanziaria e al traffico internazionale di stupefacenti i reati contestati ai 38 appartenenti al network criminale. Per la prima volta la Dda di Palermo ha individuato ingenti flussi di denaro, individuando in un negozio di Roma la centrale delle operazioni di transazione effettuate con il cosiddetto metodo „hawala“, che si basa sulla parola e sulla fiducia di una rete di mediatori. In una profumeria di via Volturno a Roma gli agenti hanno sequestrato 526.000 euro e 25.000 dollari in contanti oltre ad un libro mastro con centinaia di nomi di stranieri. Le indagini hanno permesso di accertare che, a chi pagava di più, l’organizzazione era in grado di garantire l’arrivo in Italia non via mare ma tramite ricongiungimenti familiari.

Finti matrimoni per arrivare in Europa. Da 10 a 15.000 euro in più. Chi puo‘ paga e, con tanto di certificato di matrimonio falso, riesce ad arrivare in Europa via terra o, a seconda delle zone di provenienza, anche in aereo, senza rischiare la vita su gommoni e barconi sfondato. I soldi, via Dubai, arrivavano in un negozio di via Montebello a Roma di fronte il ministero delle Infrastrutture. Il metodo deii falsi ricongiungimenti familiari, che i trafficanti di uomini libici riservava alle famiglie piu‘ abbienti, si rivela un altro dei metodi con i quali il network criminale sul quale da anni indaga la Procura di Palermo avrebbe fatto giungere in Europa centinaia di persone che avrebbero finto di doversi ricongiunge a mariti o mogli già residenti in Europa. A pagare le cifre di cui c’e‘ traccia nel libro mastro recuperato dagli investigatori dello Sco in una profumeria di via Volturno a Roma, erano i familiari dei migranti gia‘ espatriati che pagavano per contanti o on il metodo hawaiano, cioè fingendo una transazione commerciale.

Trafficanti italiani. Tra i 38 fermati di oggi c’è anche un italiano, Marco Pannelli di Macerata, di 46 anni. A fare il suo nome il pentito dell’organizzazione. „Ci sarebbero anche degli italiani coinvolti nell’organizzazione – racconta ancora il pentito Atta – uno si chiama Valentino ed e‘ stato arrestato in Germania, l’altro si chiama Marco e si trova a Perugia. Sia Valentino che Marco lavorano con un furgone con il quale trasportano circa 14 persone a settimana per conto dell’organizzazione“.

Affari d’oro anche con la droga. Circa 300.000 euro a settimana il volume degli ulteriori affari che l’eritreo gestore della profumeria nei pressi della stazione Termini a Roma consegnava ogni sabato ad un altro emissario eritreo che a sua volta girava il denaro in Libia. Nel negozio romano e in un bar di vicolo Santa Rosalia a Palermo nell’estate 2015 ( quando l’organizzazione avrebbe fatto arrivare in Italia almeno 4000 pefsone) i migranti appena arrivati avrebbero ricevuto telefonate dai loro familiari e ulteriori trasferimenti di somme per continuare il viaggio fino alla loro destinazione finale, le mete preferite in
Olanda e Svezia.
I passaggi di denaro sono stati documentati da microspie e telecamere piazzate dalla polizia nei due locali che erano in Italia i punti di riferimento dell’organizzazione. Traffico di uomini, di organi ma anche di droga. Sui barconi, insieme alle migliaia di persone spedite dalla Libia, i trafficanti facevano arrivare anche droga, una sostanza stupefacente chiamata chitarra, proveniente Dell’Etiopia.

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