31. Juli 2018 · Kommentare deaktiviert für Kollektivabschiebung: Italien bringt erstmals 108 gerettete Bootsflüchtlinge zurück nach Tripolis · Kategorien: Italien, Libyen · Tags: ,

Giornalettismo | 30.07.2018

La denuncia di Open Arms: «Mercantile italiano sta riportando 108 persone in Libia»

Asso Ventotto

di Gianmichele Laino

L’allarme è stato lanciato via Twitter direttamente da Oscar Camps, il fondatore della ong spagnola ProActiva Open Arms. Secondo il numero uno della ong che sta attraversando il mar Mediterraneo, un mercantile italiano starebbe facendo rotta verso la Libia, per riportarvi 108 persone prelevate da uno dei barconi che stava provando la traversata partita dalle coste dell’Africa. Se la notizia fosse confermata, si tratterebbe di un precedente davvero inquietante e che non troverebbe alcun fondamento nel diritto del mare. Una sorta di respingimento collettivo senza alcuna base né giuridica, né umanitaria.

Il mercantile interessato sarebbe l’Asso Ventotto, battente bandiera italiana. Si tratta di una nave Offshore Tug/Supply Ship costruita nel 2007, lunga 69 metri e larga 16 metri. La notizia della sua azione in mare è stata recepita anche dall’onorevole di Liberi e Uguali, Nicola Fratoianni, che si trova a bordo proprio, da qualche giorno, dell’imbarcazione della ProActiva Open Arms.

Asso Ventotto, la posizione di Fratoianni contro il governo

«Abbiamo appreso – ha affermato Fratoianni – che uno dei gommoni segnalati oggi dalla Guardia Costiera italiana con 108 persone a bordo nel Mediterraneo è stato soccorso dalla Nave Asso Ventotto, battente bandiera italiana, che si sta dirigendo verso Tripoli». Ci sono ancora diversi aspetti da chiarire nell’ambito dell’operazione. Tuttavia, Fratoianni è convinto nel sostenere che la misura non sia mai stata adottata in precedenza.

«Non sappiamo ancora se questa operazione avviene su indicazione della Guardia Costiera Italiana, ma se così fosse si tratterebbe di un precedente gravissimo, un vero e proprio respingimento collettivo – ha dichiarato Fratoianni – di cui l’Italia ed il comandante della nave risponderanno davanti ad un tribunale. Il diritto internazionale prevede che le persone salvate in mare debbano essere portate in un porto sicuro e quelli libici, nonostante la mistificazione della realtà da parte del governo italiano, non possono essere considerati tali».

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derStandard | 31.07.2018

Italien brachte gerettete Migranten erstmals zurück nach Libyen

Die Tageszeitung „La Repubblica“ spricht von einer präzedenzlosen Verletzung der internationalen Gesetzgebung

Rom – Ein italienisches Schiff hat nach der Rettung von 108 Migranten an Bord eines Schlauchbootes die Flüchtlinge nach Libyen zurückgebracht. Es handle sich um einen präzedenzlosen Fall, berichtete die römische Tageszeitung „La Repubblica“ am Dienstag.

Das Schiff „Asso 28“, das eine italienische Ölplattform im Mittelmeer unterstützt, hat nach der Rettung der Migranten von der italienischen Küstenwache die Anweisung erhalten, sich mit den libyschen Behörden abzusprechen. Die „Asso 28“ hielt sich an die Anweisung der libyschen Küstenwache und brachte die Migranten zum Hafen Tripolis.

„Es handelt sich um eine präzedenzlose Verletzung der internationalen Gesetzgebung, die Asylrecht garantiert und Libyen laut der Genfer Menschenrechtskonvention nicht als sicheren Hafen betrachtet. Keiner der nach Tripolis zurückgeführten Migranten konnte Asyl beantragen, wie das Gesetz garantiert“, berichtete die Tageszeitung.

Der italienische Parlamentarier der Linkspartei „Liberi e Uguali“, Nicola Fratoianni, der sich dieser Tage an Bord des Schiffes der spanischen NGO Proactiva Open Arms befindet, forderte eine Erklärung von der italienischen Regierung. „Das internationale Recht sieht vor, dass die im Meer geretteten Menschen in einen sicheren Hafen geführt werden. Die libyschen Häfen sind trotz der Wahrheitsverzerrung, für die die italienische Regierung verantwortlich ist, nicht als sicher betrachtet werden“, so Fratoianni.

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DW | 31.07.2018

Erstmals Bootsflüchtlinge zurück nach Libyen?

Ohne ihr Recht auf Asyl zu prüfen, hat ein italienisches Schiff möglicherweise zum ersten Mal Bootsflüchtlinge zurück nach Libyen gebracht. Dies könnte laut Flüchtlingshilfswerk internationales Recht verletzt haben.

Es könnte eine weitere Eskalationsstufe in Richtung Anti-Flüchtlings-Politik sein: Zum ersten Mal hat ein italienisches Schiff im Mittelmeer gerettete Migranten laut Medienberichten zurück nach Libyen gebracht. Das Flüchtlingshilfswerk der Vereinten Nationen (UNHCR) erklärte auf Twitter, die Informationen in dem Fall würden geprüft. „Libyen ist kein sicherer Hafen und diese Handlung könnte internationales Recht verletzt haben.“ In den geschlossenen Flüchtlingslagern Libyens soll es regelmäßig zu Menschenrechtsverletzungen kommen. Überdies verstoßen Massenrückführungen ohne vorherige Prüfung des Asylrechts gegen das Völkerrecht.

Bei dem Schiff soll es sich nach Angaben der italienischen Tageszeitung „La Repubblica“ um den Schlepper „Asso 28“ handeln, der bei einer Ölplattform im Mittelmeer arbeite. Ein Sprecher der Internationalen Organisation für Migration (IOM) bestätigte, dass die „Asso 28“ nach Libyen gefahren sei. Einzelheiten zur Rettung der 108 Migranten seien aber noch unklar.

Italien und Malta haben ihre Häfen für private Seenotretter geschlossen. Nach Angaben der Internationalen Organisation für Migration (IOM) steigt seitdem die Zahl der Toten im Mittelmeer. Im Juli erreichten bislang 1815 Flüchtlinge Italien, zugleich wurden 157 Tote gezählt, wie IOM-Sprecher Flavio Di Giacomo per Twitter mitteilte. Im Juli 2017 waren knapp 11.500 Menschen über das Mittelmeer nach Italien gekommen, dabei waren 68 gestorben.

„Gut so, wir werden so weitermachen!“

Libyen hatte Ende Juni eine eigene Such- und Rettungszone eingerichtet, die sich auch auf internationale Gewässer erstreckt. Dort ist nun die Rettungsleitstelle des Bürgerkriegslandes für die Koordination von Einsätzen zuständig und weist Schiffen einen Hafen zu. Sie kann dies aber an eine andere Leitstelle abtreten. Der italienische Innenminister Matteo Salvini schrieb auf Facebook: „Die libysche Küstenwache hat in den vergangenen Stunden 611 Migranten gerettet und zurückgebracht. Die NGOs protestieren und die Schlepper verlieren ihr Geschäft? Gut so, wir werden so weitermachen!“ Die italienische Küstenwache habe die Rettungseinsätze weder koordiniert noch daran teilgenommen.

Italien war 2012 wegen der Abschiebung von im Mittelmeer geretteten Afrikanern nach Libyen vom Europäischen Gerichtshof für Menschenrechte verurteilt worden. Mit der Rückführung habe Italien diese Menschen der Gefahr unmenschlicher Behandlung ausgesetzt, hieß es in dem EGMR-Urteil.

Dennoch fand US-Präsident Trump erst am Montag lobende Worte für den harten Kurs Italiens. Er stimme sehr mit dem überein, was der italienische Ministerpräsident Giuseppe Conte in Bezug auf Migration sowie illegale und legale Einwanderung tue, sagte Trump bei einem Treffen mit dem Regierungschef aus Rom im Weißen Haus. „Viele andere Länder in Europa sollten das auch tun.“ Trump hatte in der Vergangenheit mehrfach Bundeskanzlerin Angela Merkel für deren aus seiner Sicht zu liberale Flüchtlingspolitik kritisiert.

sth/sam (dpa, epd, afp)

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taz | 31.07.2018

Schiffbrüchige nach Libyen gebracht

Ein italienisches Schiff bringt 108 Geflüchtete nach Libyen. Italien war 2012 von einem Gericht für ein ähnliches Vergehen verurteilt worden.

Christian Jakob

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La Repubblica | 31.07.2018

Nave italiana soccorre e riporta in Libia 108 migranti

L’atto in violazione della legislazione internazionale che garantisce il diritto d’asilo e che non riconosce la Libia come un porto sicuro

di ALESSANDRA ZINITI

Per la prima volta una nave italiana ha riportato in Libia migranti soccorsi nel Mediterraneo. La Asso 28, nave di supporto a una piattaforma petrolifera, è stata coinvolta nelle operazioni di soccorso di un gommone con 108 persone a bordo. Come avviene ormai da settimane, la sala operativa di Roma ha dato indicazioni di coordinarsi con la Guardia costiera libica e, prese a bordo le persone, la Asso 28 ha seguito le indicazioni e le ha sbarcate nel porto di Tripoli.

Un fatto senza precedenti in violazione della legislazione internazionale che garantisce il diritto d’asilo e che non riconosce la Libia come un porto sicuro in cui, secondo la convenzione di Ginevra, devono essere sbarcati i migranti soccorsi. Nessuno dei migranti riportati a Tripoli, infatti, ha avuto la possibilità di chiedere asilo come garantito dalla legge.

Nelle scorse settimane la portavoce del Consiglio d’Europa aveva ribadito che „nessuna nave europea può riportare migranti in Libia perché contrario ai nostri principi“. Venti giorni fa, un’altra nave di supporto a una piattaforma petrolifera, la Vos Thalassa, dopo aver soccorso dei migranti stava per consegnarli ad una motovedetta libica quando un tentativo di rivolta di alcuni dei soccorsi ha convinto il comandante ad invertire la rotta e a chiedere l’aiuto della Guardia costiera italiana che prese poi a bordo della nave Diciotti i migranti sbarcandoli a Trapani dopo l’intervento del presidente della Repubblica Mattarella.

Ieri è stata una nuova giornata di soccorsi nel Mediterraneo. Sei i gommoni avvistati dall’aereo della Ong francese Pilotes Volontaires con almeno 600 persone a bordo, 350 quelle di cui si ha notizia perché riportate in Libia dalla Guardia costiera libica ma anche dalla nave italiana.

Un episodio su cui chiede spiegazioni il deputato di Liberi e Uguali Nicola Fratoianni, in questi giorni a bordo della nave della Ong spagnola Open Arms tornata in zona Sar. „Non sappiamo ancora se questa operazione avviene su indicazione della Guardia Costiera Italiana, ma se così fosse si tratterebbe di un precedente gravissimo, un vero e proprio respingimento collettivo di cui l’Italia e il comandante della nave risponderanno davanti a un tribunale. Il diritto internazionale prevede che le persone salvate in mare debbano essere portate in un porto sicuro e quelli libici, nonostante la mistificazione della realtà da parte del governo italiano, non possono essere considerati tali“, afferma Fratoianni.

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Il Fatto Quotidiano | 31.07.2018

Migranti, la nave italiana Asso Ventotto soccorre 108 persone e le riporta in Libia. Fratoianni: ‘Violato diritto internazionale’

Come scrive Repubblica, la decisione è stata presa perché il Centro di coordinamento di Roma ha dato indicazioni di gestire la situazione assieme ai libici. Il parlamentare: „Un precedente gravissimo, un vero e proprio respingimento collettivo di cui l’Italia ed il comandante della nave risponderanno davanti ad un tribunale“

Non era mai accaduto che una nave italiana riportasse in Libia i migranti soccorsi nel Mediterraneo. Ma ora c’è un precedente. Perché lunedì la Asso Ventotto ha recuperato 108 persone a bordo di un gommone nel Mediterraneo, su segnalazione della Guardia costiera italiana, riaccompagnandoli verso il porto di Tripoli. Come scrive Repubblica, la decisione è stata presa perché – come avviene ormai da settimane dopo il caso della Aquarius – il Centro di coordinamento di Roma ha dato indicazioni alla Asso Ventotto, vascello di supporto a una piattaforma petrolifera, di gestire la situazione assieme ai libici.

Il caso era stato segnalato nella tarda serata di lunedì dal deputato di Leu, Nicola Fratoianni, impegnato in queste settimane a bordo della nave della ong Proactiva Open Arms: “Abbiamo appreso che uno dei gommoni segnalati oggi dalla Guardia Costiera italiana, con 108 persone a bordo nel Mediterraneo, è stato soccorso dalla nave Asso Ventotto, battente bandiera italiana, che si sta dirigendo verso Tripoli”.

“Non sappiamo ancora se questa operazione avviene su indicazione della Guardia Costiera italiana (fatto poi confermato da Repubblica, ndr) – scriveva Fratoianni – ma se così fosse si tratterebbe di un precedente gravissimo, un vero e proprio respingimento collettivo di cui l’Italia ed il comandante della nave risponderanno davanti ad un tribunale. Il diritto internazionale prevede che le persone salvate in mare debbano essere portate in un porto sicuro e quelli libici, nonostante la mistificazione della realtà da parte del governo italiano, non possono essere considerati tali”.

Sulla questione della sicurezza dei porti libici, nelle scorse settimane, si era espresso anche il Consiglio d’Europa attraverso uno dei suoi portavoce ribadendo che “nessuna nave europea può riportare migranti in Libia perché contrario ai nostri principi”. E nelle stesse ore del soccorso della Asso Ventotto, il presidente della Camera, Roberto Fico, incontrando in piazza i manifestanti delle “Mani Rosse” aveva spiegato che “La Libia non è un luogo sicuro, i migranti non possono stare in luoghi dove manca la tutela dei diritti umani“.

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