04. Juli 2018 · Kommentare deaktiviert für Italien liefert Libyen Blockade-Boote · Kategorien: Italien, Libyen · Tags:

Italien liefert der sogenannten libyschen Küstenwache kleine Patrouillenboote, die zur Seenotrettung ungeeignet sind. Sie sind einsetzbar, um Flüchtlingsboote auf See zu bedrohen und zu blockieren. Damit sind die nächsten Flüchtlingsschiffkatastrophen angekündigt.

ADIF | 03.07.2018

Un decreto legge per la Guardia costiera della Libia che non esiste. La pianificazione della strage.

di Fulvio Vassallo Paleologo

Nell’ultima seduta del Consiglio dei ministri il Governo ha adottato un decreto legge che prevede “la cessione di unità navali italiane a supporto della Guardia costiera del Ministero della Difesa e degli organi per la sicurezza costiera del Ministero dell’Interno libici”.

Analizzando il contenuto del decreto si nota subito che le unità fornite sono molto piccole (in prevalenza CP classe 500) e sono più indicate per intercettare i barconi carichi di migranti, e magari bloccarli, sotto minaccia delle armi, piuttosto che procedere a operazioni di salvataggio che garantiscano la riconduzione dei naufraghi, perchè di questo si tratta, verso un porto di sbarco sicuro, porto che la Libia oggi non può offrire. Come hanno rilevato le Nazioni Unite nei loro più revcenti rapporti sulla Libia ed i giudici di Ragusa e Palermo, nelle loro sentenze, nelle quali si esclude che la Libia offrisse porti sicuri di sbarco e si ritiene legittimo e conforme alle Convenzioni internazionali il comportamento delle ONG.

Il provvedimento del governo italiano, che dovrà essere approvato dal Parlamento entro sessanta giorni dalla sua pubblicazione, non fa alcuna menzione alla situazione provvisoria, e assai precaria anche dal punto della legittimità, del governo di Tripoli sostenuto dalle Nazioni Unite, ma privo di continuità politica con la Libia di Gehddafi, che pure si cita nel provvedimento. Nessun riferimento al rispetto delle Convenzioni internazionali. La Libia non ha mai sottosctitto, peraltro, la Convenzione di Ginevra sui rifugiati.

Il richiamo ai precedenti accordi stipulati dall’Italia con la Libia nel 2008 non costituisce alcuna legittima base del decreto, considerando che il governo italiano, che nel  maggio del 2009 aveva messo in esecuzione quegli accordi, con i respingimenti collettivi illegali esegiti dalla Guardia di Finanza verso Tripoli, è stato condannato dalla Corte Europea dei diritti dell’Uomo ( Sentenza 23 febbraio 2012- Caso Hirsi),

Dopo l’allontanamento dell’Aquarius e il calvario inflitto alla Lifeline, con il sequestro della nave di Sea Watch a Malta e le indagini penali avviate a carico del comandante della Lifeline, sembra avere successo la strategia di Salvini per la eliminazione totale delle ONG dal Mediteraneo centrale. Una campagna avviata lo scorso anno da Frontex e da Minniti, sorretta da blogger che hanno diffuso una valanga di notizie false ma tanto condivise da valere più della verità, poi sfociata in indagini della magistratura che, prima ancora delle sentenze, hanno prodotto la condanna mediatica del soccorso umanitario in acque internazionali.

Sono invece Minniti prima e Salvini poi che hanno fatto accordi con le milizie che coprono i trafficanti, e poi insinuano che le Ong siano colluse con gli scafisti. Quando il rovesciamento della realtà raggiunge questa dimensione, e su questo si aggrega il consenso, si può dire che lo stato di diritto e’ sconfitto dallo strapotere dell’esecutivo. Dunque responsabilità sempre più gravi incombono sulla magistratura. Non solo in Italia.

Diverse iniziative giudiziarie, da ultimo a Malta, hanno portato al sequestro o all’allontanamento delle imbarcazioni delle Organizzazioni non governative che costituivano l’ultima possibilità di salvezza sulla rotta del Mediteraneo centrale, dopo il ritiro, o la scomparsa dai radar, delle navi militari di Frontex e di Eunavfor Med (Operazione Sophia), che in passato avevano soccorso decine di migliaia di persone. I recenti piani dell’Unione Europea di creare in Libia e nei paesi del Sahel centri di contenimento (piattaforme di sbarco) dei migranti, per impedire loro di raggiungere le coste del Mediterraneo, appaiono impraticabili sul piano politico e militare, oltre che umanamente inaccettabili, anche se si dovesse ottenere l’avallo dellOIM e dell’UNHCR. Sono piani che non elimineranno mai l’esigenza assoluta di operazioni di soccorso umanitario nel mar libico.

Le stragi di questi ultimi giorni dimostrano che la Guardia costiera libica non ha i mezzi e gli assetti organizzativi per salvaguardare effettivamente la vita umana in mare. I mezzi trasferiti a titolo gratuito dall’Italia al governo di Tripoli, per le loro ridotte dimensioni, non garantiscono alcun effettivo incremento delle capacità di soccorso della Guardia costiera che si definisce “libica”, ma che in realtà corrisponde solo alle milizie che controllano la Tripolitania. Milizie sulle quali pesano gravi sospetti di collusione con i trafficanti di esseri umani. Le unità più grosse, (nel massimo di due !) cedute ai libici, ed attualmente in uso alla Guardia di finanza, non sono lunghe più di 25 metri, e possono soccorerre al massimo 100 persone, in condizioni di mare calmo.

Malgrado la pomposa titolazione del decreto legge, la capacità di ricerca e salvataggio della Guardia costiera di Tripoli resterà molto al di sotto degli standard internazionali imposti dalle Convenzioni e dal Regolamento IMO. Non basterà certo la istituzione di una Zona Sar “libica”, inserita persino nei dati dell’IMO (Organizzazione internazionale del mare), in assenza di una effettiva capacità di coordinamento e di intervento della sedicente Guardia costiera “libica” che in realtà controlla soltanto alcuni porti della Tripolitania. Il riconoscimento di una zona SAR libica non comporta poi la qualifica automatica, come place of safety, e dunque legittimi porti di sbarco, dei porti di Tripoli, Zawia, Khoms, o di Sabratha o ancora di Zuwara.

Chi ha coordinato davvero le ultime operazioni di soccorso, a partire dal 28 giugno, quando veniva resta nota la istituzione di una zona SAR libica ? Da quel giorno ad oggi sono morte o risultano disperse nel Mediterraneo centrale centinaia di persone, quasi un naufragio al giorno, per quanto tempo continuerà così?

Malgrado la istituzione di una zona SAR di loro competenza, I libici continuano a confermare che le attività di ricerca e soccorso (SAR), in realtà vere e proprie intercettazioni in acque internazionali, avvengono da tempo sotto il coordinamento delle autorità italiane. “Rome provides Libya’s coastguard with logistical support via its “Joint Rescue Co-ordination Centre”, locating migrant boats to intercept or rescue, as well as providing basic maintenance. Come era stato chiaramente affermato anche dal Giudice delle indagini preliminari di Catania, nel caso del sequestro della nave Open Arms.

Il decreto legge proposto dal governo italiano, al pari della chiusura informale dei porti e del blocco immotivato di tre battelli umanitarie a Malta, crea le condizioni oggettive perchè le stragi, al largo delle coste libiche, si ripetano con frequenza sempre maggiore. Non saranno certo i mezzi che l’Italia si appresta a trasferire alla Guardia costiera di Tripoli che potranno ridurre il numero delle vittime. Gli appelli dell’Alto Commissariato per i rifugiati, dopo le ultime stragi nel mar libico, non ricevono ancora risposta.

Ancora oggi, dopo interventi della Guardia costiera libica, ormai padrona assoluta della vastissima zona SAR che si è voluta attribuire alle motovedette di Tripoli e Zawia, si contano morti e dispersi. E tante altre persone, bloccate in alto mare, vengono ricondotte in centri di detenzione nei quali si soffrono condizioni disumane e degradanti. Queste vite negate, quei corpi martoriati, che vediamo anche noi, quando riescono a fuggire ancora una volta dall’inferno libico, saranno davanti alla coscienza di quei parlamentari che nelle prossime settimane dovranno approvare il decreto legge proposto ieri dal governo Salvini-Di Maio. La mobilitazione nel paese, in difesa della vita e dei diritti umani, contro le politiche dell’odio e della rimozione, sarà sempre più forte. Siamo in tanti, colpevoli di solidarietà, che ci vengano a prendere.


DECRETO-LEGGE RECANTE “DISPOSIZIONI URGENTI PER LA CESSIONE DI
UNITA’ NAVALI ITALIANE A SUPPORTO DELLA GUARDIA COSTIERA DEL MINISTERO DELLA DIFESA EDEGLI ORGANI PER LA SICUREZZA COSTIERA DEL MINISTERO DELL’INTERNO LIBICI”.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visti gli articoli 77 e 87, quinto comma, della Costituzione;
Vista la legge 30 luglio 2002,n.189,recante modifica alla normativa in materia di immigrazione e di asilo;
Vistoil Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra la Repubblica italiana e la
Grande Giamahiria araba libica popolare socialista, fatto a Bengasi il 30 agosto 2008,
ratificato e reso esecutivo con legge 6 febbraio 2009, n. 7, e, in particolare, l’articolo 19 dello stesso Trattato;
Vistala Dichiarazione approvata a Tripoli il 21 gennaio 2012 dal Presidente del
consiglio dei ministri della Repubblica italiana e dal Primo ministro dello Stato di
Libia;
Vistoil Memorandum d’intesa sulla cooperazione nel campo dello sviluppo, del
contrasto all’immigrazione illegale, al traffico di esseri umani, al contrabbando e sul
rafforzamento della sicurezza delle frontiere tra lo Stato di Libia e la Repubblica
Italiana,fatto a Roma il 2 febbraio 2017;
Ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di assicurare la sicurezza della navigazione nel Mediterraneo, inclusa la corretta gestione delle attuali dinamiche del fenomeno migratorio, con particolare riferimento ai flussi provenienti dalla Libia, attribuendo priorità all’esigenza di contrastare i traffici di esseri umani, nonché alla salvaguardia della vita umana in mare;
Considerata la straordinaria necessità e urgenza di incrementare, conformemente alle
richieste del Governo libico, la capacità operativa della Guardia costiera del Ministero della difesa edegli organi per la sicurezza costiera del Ministero dell’interno libici nelle attività di controllo e di sicurezza attraverso la cessione a titolo gratuito ,da parte delle Forze armate e delle Forze di polizia italiane,di unità navali, nonché assicurando le risorse necessarie per garantirne la manutenzione e lo svolgimento di attività addestrative e di formazione del personale ;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del….;sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri dell’interno , degli affari esteri e della cooperazione internazionale, delle infrastrutture e dei trasporti e dell’economia e delle finanze;

EMANA

il seguente decreto-legge

Articolo 1 (Cessione di unità navali alla Libia)
1.
Per incrementare la capacità operativa della Guardia costiera del Ministero della
difesa e degli organi per la sicurezza costiera del Ministero dell’interno libici nelle attività di controllo e di sicurezza rivolte al contrasto all’immigrazione illegale e al la tratta di esseri umani, nonché nelle attività di soccorso in mare, è autorizzata, conformemente a specifiche intese con le competenti autorità dello Stato di Libia, nel rispetto delle vigenti disposizioni internazionali ed europee in materia di sanzioni,la cessione a titolo gratuito al
Governo dello Stato di Libia, con contestuale cancellazione dai registri inventariali e dai ruoli speciali del naviglio militare dello Stato:
a) fino a un massimo di n. 10 “unità navali CP”, classe 500, in dotazione al Corpo delle capitanerie di porto-Guardia costiera;
b)
fino a un massimo di n. 2 unità navali, da 27 metri, classe Corrubia, in dotazione alla Guardia di Finanza.
2.
Per il ripristino in efficienza, l’adeguamento strutturale e il trasferimento delle unità navali
di cui al comma 1 dall’Italia alla Libia, sono autorizzate le seguenti spese:
a) euro 695.000 per l’anno 2018 in favore del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in relazione alle unità di cui al comma 1, lettera a);
b) euro 455.000 per l’anno 2018 in favore del Ministero dell’economia e delle
finanze in relazione alle unità di cui al comma 1, lettera b)
.
Articolo 2
(Manutenzione delle unità navali e formazione del personale)
1.
Per la manutenzione delle unità navali cedute dal Governo italiano al Governo libico ai sensi dell’articolo 1, comma 1, per lo svolgimento di attività addestrativa e di formazione del personale della Guardia costiera del Ministero della difesa e degli organi per la sicurezza costiera del Ministero dell’interno libici ai fini di potenziarne la capacità operativa nel contrasto all’immigrazione illegale e alla tratta di esseri umani, è autorizzata , per l’anno 2018, la spesa di euro 800.000 per il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e
la spesa di euro 570.000 per il Ministero dell’economia e delle finanze
.
Articolo 3
(Copertura finanziaria)
1.
Agli oneri derivanti dagli articoli 1 e 2, pari complessivamente a euro 2.520.000 per l’anno 2018, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2018 -2020, nell’ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2018, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero dell’interno per 900.000
euro, l’accantonamento relativo al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per 389.000 euro, l’accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per 1.231.000 euro.
2.
Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare con propri decreti le occorrenti variazioni di bilancio.

Articolo 4
(Entrata in vigore)
1.
Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana.
È fatto obbligo a chiunque sp etti di osservarlo e di farlo osservare

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