20. Juni 2018 · Kommentare deaktiviert für Italien wird keine Dublin-Abschiebungen akzeptieren · Kategorien: Deutschland, Europa, Frankreich, Italien · Tags: , ,

Direkt nachdem die wirtschaftsbezogene Verständigung Merkels mit Macron („Budget Eurozone“) bekannt gemacht wurde, erklärte die italienische Regierung, dass sie keine Dublin-Abschiebungen zurück nach Italien akzeptieren werde. In den letzten Tagen hatte die italienische Regierung versucht, ein EU-Armutsbekämpfungsprogramm in Paris und Berlin durchzusetzen, mit dem sie ihr versprochenes Grundeinkommen und andere Sozialprogramme in Italien finanzieren wollte. Doch das EG-/EU-Gründungsmitglied Italien sieht sich seit geraumer Zeit von den französisch-deutschen wirtschaftspolitischen EU-Planungen ausgeschlossen. Die Migrationspolitik ist zu dem Feld avanciert, auf dem diese tiefgreifenden Wirtschaftskonflikte stellvertretend ausgetragen werden. Die historisch belastete Achse Berlin-Wien-Rom, die in der vergangenen Woche als „Achse der Willigen“ neuproklamiert wurde, wird schnell zu einer „Achse des Boomerangs“ werden, so die Tageszeitung „Il Fatto Quotidiano“. Die rechtsdriftenden Nationalismen, die über die Flüchtlingsfeindlichkeit ausgetragen werden, könnten schnell zu einer Konflikteskalation zwischen Bayern, Österreich und Italien an ihren innereuropäischen Grenzen führen.

Il Fatto Quotidiano | 20.06.2018

Migranti, bozza Ue: “Ridurre arrivi ma anche movimenti”. Irritazione di Palazzo Chigi. Salvini: “No al compitino”

L’Europa come fortezza, inaccessibile dall’esterno, ma frammentata al suo interno. A due giorni dal vertice informale di Bruxelles il ministro Salvini vede l’omologo austriaco Kickl e rafforza l’idea di un “asse dei volenterosi” per chiudere le frontiere. Ma Francia e Germania da un lato promettono un rafforzamento di Frontex, dall’altro spingono sulla riduzione degli spostamenti secondari: chi registra la domanda di asilo, deve farsi carico dell’accoglienza

Tutti d’accordo su come rendere realtà la “Fortezza Europa”, tra polizia continentale, protezione e rafforzamento delle frontiere esterne. Ma l’incantesimo si rompe quando sul tavolo arriva la questione di come gestire i flussi di migranti all’interno: lì ogni Paese Ue pensa ai propri interessi nazionalistici e si arriva al cortocircuito. A pochi giorni dal vertice informale di Bruxelles il ministro Matteo Salvini vede l’omologo austriaco Kickl e rafforza l’idea di un “asse dei volenterosi” per chiudere le frontiere. Ma Francia e Germania – a suon di parole comprensive con il governo giallo-verde – da un lato promettono un rafforzamento di Frontex, per farne una vera e propria polizia di frontiera, dall’altro, per difficoltà interne – in primis Angela Merkel, assediata dalla Csu bavarese – spingono sulla riduzione degli spostamenti secondari: chi registra la domanda di asilo, deve farsi carico dell’accoglienza.

Eccolo il cortocircuito reso esplicito da Salvini che non ci sta e avvisa il premier Giuseppe Conte: “Se andiamo a Bruxelles per avere il compitino già scritto da Francia e Germania, se pensano di mandarci altri migranti allora non andiamo nemmeno, risparmiamo i soldi del viaggio”, ha detto il ministro dell’Interno a Porta a Porta. Il fastidio per la bozza fatta tra Parigi e Berlino però arriva direttamente da Palazzo Chigi. Sulla questione ricollocamenti c’è irritazione nel governo italiano su come il dossier, se la bozza che sta uscendo in queste ore venisse confermata, sarà trattato nel corso del vertice informale di domenica a Bruxelles. Lo riferiscono fonti del governo che sottolineano come l’Italia è pronta a puntare i piedi se non sarà affrontata prima la questione degli sbarchi nei Paesi di primo approdo. Il premier Giuseppe Conte non andrà a Bruxelles per ratificare una bozza già preconfezionata, è il concetto che sottolineano le fonti.

Cosa non va per l’Italia nella bozza

Nel corso della giornata il premier Conte ha avuto – si apprende dalle stesse fonti – dei colloqui telefonici con alcuni capi di Stato e di governo europei e contatti tra il governo italiano e le cancellerie straniere ci saranno anche nelle prossime ore per trovare una soluzione di compromesso. Nella bozza di dichiarazione della riunione si parla di “un forte impegno per avanzare nella politica migratoria europea” con la “riduzione del numero di arrivi illegali nell’Unione”, attraverso una serie di misure e proposte. Questo il punto su cui tutti vanno d’accordo con l’Italia. Ma si parla anche di “una forte necessità di ridurre in modo significativo i movimenti secondari, evitando attraversamenti illegali delle frontiere interne tra Stati membri di migranti e richiedenti asilo e assicurando” procedure “veloci” per i trasferimenti verso il Paese competente. Leggasi “Italia”, almeno per quel che riguarda il flusso di partenze dalla Libia.

Gli accordi di Conte con Parigi e Berlino

Nella bozza preparatoria al vertice a cui parteciperanno i leader di Francia, Germania, Spagna, Grecia, Bulgaria, Olanda, Belgio e Austria e che servirà a preparare il Consiglio Europeo del 28 e 29 giugno, c’è poi il potenziamento dell’agenzia Ue Frontex, che viene trasformata in “una vera e propria polizia di frontiera“, e quella del sostegno all’asilo Easo, che diventa “Autorità per l’asilo per condurre le valutazioni sulle richieste d’asilo”, anche per imprimere un’accelerazione sui rimpatri. Oltre ad un ritorno ai “ricollocamenti” in attesa della riforma di Dublino. Sono i punti che Conte aveva discusso e concordato nei due bilaterali prima con Emmanuel Macron e poi con Angela Merkel. Ma dopo le parole al miele verso l’Italia – “accoglieremo le sue posizioni” – è arrivata la realtà dei fatti. Specialmente la cancelliera tedesca deve tenere il punto anche sulle frontiere della sua Germania: è il punto su cui rischia di cadere il suo governo, se gli alleati bavaresi dovessero non ritenersi soddisfatti di quello che Berlino otterrà dal tavolo di Bruxelles.

L’asse Roma-Vienna-Berlino diventa un boomerang

La giornata era partita, come le ultime settimane, nel segno delle parole di amore e di accordo. “Serve un’alleanza di volenterosi per proteggere l’Europa da chi vuole entrare e vogliamo promuovere questa strategia in collaborazione con l’Italia, in modo da riacquistare la fiducia della popolazione”, ha detto il vicepremier austriaco e leader della formazione di estrema destra Popolo della Libertà, Heinz Christian Strache, al termine di un incontro al Viminale proprio col vicepremier Salvini. Il riferimento è al medesimo “asse” di cui aveva parlato nei giorni scorsi il cancelliere austriaco Sebastian Kurz dopo un incontro a Berlino con il ministro dell’Interno tedesco, il bavarese Horst Seehofer, che sta appunto incalzando la Merkel sulla questione dei respingimenti. Kurz e Seehofer, i due con cui Salvini è andato più d’accordo nelle sue prime uscite all’estero. Ma ora, guardando al Brennero, i primi a non voler più i migranti italiani tra Alpi e Baviera.

L’incontro tra il ministro austriaco Kickl e Salvini

Prima della presentazione della bozza, in tutt’altro clima si era svolto l’incontro tra Salvini e il ministro dell’Interno austriaco, Herbert Kickl. “Il concetto di solidarietà della Commissione Europea finora ha premiato i trafficanti e non la popolazione – ha detto Kickl in linea con il vicepremier italiano – noi vogliamo capovolgerlo, perché la solidarietà è proteggere le frontiere, il popolo, e quindi attueremo un cambio radicale, una rivoluzione copernicana del pensiero europeo su immigrazione e asilo“. Tra le idee sul tavolo, ha proseguito il ministro austriaco, anche quella di creare “in alcuni spazi nei Balcani dei centri dove avviare i richiedenti asilo che si sono visti respingere la domanda in Europa, ma non vengono ripresi dai loro Paesi di origine. Questo è necessario perché chi non ha diritto all’asilo non ha senso che resti in Europa”.

“L’obiettivo è proteggere frontiere esterne – ha spiegato il vicepremier Salvini al termine dell’incontro – non è dividere il problema tra paesi europei ma risolvere il problema a monte. Se qualcuno in Ue pensa che l’Italia debba continuare ad essere punto di approdo e campo profughi ha sbagliato a capire”. “L’aria in Europa sta cambiando e siamo ottimisti – ha proseguito il ministro dell’Interno – siamo anche estremamente fiduciosi nella presidenza austriaca (dell’Unione Europea, che inizierà il ° luglio, ndr) e confidiamo nel buonsenso dei colleghi europei, anche perché non vorremmo arrivare a ridiscutere il finanziamento italiano all’Unione Europea”.

Poi l’ottimismo di Salvini è scemato ed è chiaro che l‘atmosfera a Bruxelles questo fine settimana non sarà idilliaca come le dichiarazioni degli ultimi giorni potevano far pensare. All’appuntamento in Belgio rispondono intanto con un “controsummit” gli Stati storicamente ostili all’accoglienza: mercoledì a Budapest i leader dei Paesi di Visegrad – Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia – incontreranno il cancelliere austriaco Kurz.

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FAZ | 20.06.2018

Absage an Seehofer und Merkel, Salvini: Italien hilft nur Italienern

Am Wochenende will Angela Merkel ausloten, mit wem sie bilaterale Abkommen zur Migration erreichen kann. Zwei der wichtigsten Länder stellen sich aber schon vorher quer. Der Druck auf die Kanzlerin steigt.

Im Asylstreit in der EU setzen Italien und Österreich auf stärkere Abschottung. Der politische Wind in Europa drehe sich und die EU müsse „endlich tun, was getan werden muss und die Außengrenzen schützen“, sagte der italienische Innenminister und Chef der fremdenfeindlichen Lega, Matteo Salvini, am Mittwoch in Rom nach einem Treffen mit Österreichs Innenminister Herbert Kickl und Vizekanzler Heinz-Christian Strache – beide von der rechten FPÖ. Wenn jemand in EU denke, dass Italien „weiter Zufluchtspunkt und Flüchtlingslager sein soll, hat er sich geirrt“. Kickl forderte eine „Allianz der Tätigen“ gegen illegale Migration.

Salvini ging auf Konfrontationskurs mit Deutschland. Auf die Frage, ob Italien Deutschland in der Flüchtlingskrise helfen und Asylbewerber zurücknehmen wolle, sagte er: „Die italienische Regierung ist ausschließlich bereit, den Italienern zu helfen.“ In den vergangenen vier Jahren seien 600.000 Menschen in Italien angekommen und 450.000 Asylanträge gestellt worden. „Also statt zu nehmen sind wir bereit zu geben.“ Damit sendete er ein klares Signal an Bundesinnenminister Horst Seehofer (CSU). Er droht mit der Zurückweisung von Flüchtlingen, die in anderen EU-Ländern registriert sind, sich aber in Deutschland aufhalten. Sollte er diese Drohung wahr machen, könnten zahlreiche Migranten nach Italien zurückkommen. Dort haben die meisten von ihnen das erste Mal europäischen Boden betreten und wurden registriert.

„Wir vertrauen auf den gesunden Menschenverstand“

Über Seehofers Vorstoß ist in Deutschland ein heftiger Streit zwischen den Schwesterparteien CDU und CSU entbrannt. Bundeskanzlerin Angela Merkel setzt auf bilaterale Abkommen. Nach Salvinis Aussagen sind aber auch hier Kompromisse von italienischer Seite fraglich. Er verdeutlichte, dass Italien weiter auf die Reform der Dublin-Regeln besteht: „Wir vertrauen auf den gesunden Menschenverstand der europäischen Kollegen, auch weil wir nicht an den Punkt kommen wollen, die italienischen Zahlungen an die Europäische Union in Frage zu stellen.“

Salvini arbeite mit Regierungschef Giuseppe Conte an einem Vorschlag, der bei einem informellen Treffen unter anderem mit Deutschland, Frankreich und Spanien am Sonntag vor dem EU-Gipfel eingebracht werden soll. Dieser soll auch auf den stärkeren Schutz der EU-Außengrenzen abzielen. Die FPÖ-Politiker beklagten unterdessen, es sei zu viel Zeit in ein „falsches System“ verschwendet worden, in dem Schlepper diktierten, wie Migration und Asyl auszusehen habe. Strache sagte, die „unverantwortliche Einladungspolitik“ einiger europäischer Politiker müsse ein Ende haben. Das Signal müsse sein: „Probiert es nicht, illegal zu uns zu kommen.“

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