taz | 11.02.2018
Vor einer Woche beschoss ein Neonazi in Macerata sechs Schwarze. Nun demonstrierten bis zu 30.000 Menschen in der italienischen Stadt gegen Rassismus.
MACERATA afp | Eine Woche nach den Schüssen auf afrikanische Migranten in der italienischen Stadt Macerata haben dort zehntausende Menschen gegen Rassismus demonstriert. Die Demonstranten folgten am Samstag dem Aufruf von Nichtregierungsorganisationen, Antifa-Gruppen, Gewerkschaften und linken Parteien. Auch in anderen Städten des Landes wie Mailand fanden Protestkundgebungen statt, in Piacenza kam es dabei zu Ausschreitungen.
Zwischen 10.000 und 30.000 Menschen hätten an der Demonstration in Macerata im Zentrum Italiens teilgenommen, teilten die Organisatoren mit. „Wenn es Arbeitslosigkeit gibt, werft es der Regierung vor, nicht den Migranten“, riefen die Demonstranten. Viele sangen das bekannte Partisanenlied „Bella Ciao“ oder andere antifaschistische Lieder. Zu den Teilnehmern zählten auch viele afrikanische Migranten.
„Die Atmosphäre in Italien ist im Moment angespannt und in den vergangenen Jahren haben wir es zugelassen, dass die Rechte erstarkt“, sagte die aus Florenz angereiste Demonstrantin Mafalda Quartu. „Ich habe immer demonstriert, aber jetzt müssen wir das mehr denn je tun“, fügte die Rentnerin hinzu.
Gennaba Diop, eine in Macerata geborene und aufgewachsene 23-Jährige mit senegalesischen Wurzeln, hielt bei der Demonstration ein Schild hoch mit der Aufschrift „Meine Farbe ist kein Verbrechen“. „Es gibt hier viele Spannungen und Rassismus, die Leute gucken dich die ganze Zeit komisch an“, sagte sie.
Fünf Männer und eine Frau wurden verletzt
Aus Sorge vor Ausschreitungen in der 43.000-Einwohner-Stadt blieben Schulen geschlossen. Die Samstagabend-Messe wurde abgesagt, viele Geschäfte schlossen am Mittag. Bürgermeister Romano Carancini, ein Mitte-links-Politiker, hatte die zuständigen Behörden vergeblich aufgerufen, alle Kundgebungen zu untersagen.
In mehreren anderen italienischen Städten fanden kleinere Protestkundgebungen statt. Auf Plakaten der Demonstranten in Mailand hieß es etwa: „Ausländer, lasst uns nicht mit den Faschisten allein.“ In Piacenza gab es kurzzeitig Zusammenstöße zwischen ein paar Dutzend Demonstranten und der Polizei.
Am 3. Februar hatte ein Rechtsextremer in Macerata aus einem fahrenden Auto das Feuer auf Schwarze eröffnet und in einem Zeitraum von zwei Stunden sechs Afrikaner – fünf Männer und eine Frau – verletzt.
Der 28-Jährige handelte nach eigenen Angaben aus Rache für den gewaltsamen Tod einer 18-Jährigen, nachdem ein nigerianischer Asylbewerber und Drogenhändler als Verdächtiger festgenommen worden war. Später wurden noch zwei weitere Nigerianer festgenommen. Der zuständige Staatsanwalt erklärte am Samstag, die Ermittlungen seien abgeschlossen, es habe sich wahrscheinlich um eine vorsätzliche Tötung gehandelt.
Die Schüsse des Rechtsextremen wenige Wochen vor der Parlamentswahl in Italien am 4. März versetzten das Land in Aufruhr und setzten das Thema Einwanderung wieder ganz oben auf die Agenda. Am vergangenen Donnerstag demonstrierten dutzende Mitglieder der rechtsextremen Gruppe Forza Nuova (Neue Kraft) in Macerata gegen Einwanderung. Dabei gab es Auseinandersetzungen mit der Polizei.
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La Repubblica | 10.02.2018
Macerata invasa dal corteo antirazzista e antifascista
Action Antifaschistische (rete di militanti presenti fra l’altro in Germania e Pasi Bassi) ha scandito frasi shock sulle foibe nel Giorno del Ricordo. Serracchiani: „Cori scandalosi“. Boldrini a Milano tra applausi e contestazioni. Zanda: „Criptofascismo di Salvini pericolo per democrazia“. Viminale: „Soddisfazione“ per esito 150 manifestazioni
di ALBERTO CUSTODERO e PIERA MATTEUCCI
MACERATA – Invasa dalla manifestazione antifascista Macerata, dopo l’ok di ieri sera da parte della questura. Una città blindata ha accolto il corteo antirazzista e antifascista promosso dai movimenti, una fila umana di oltre due chilometri. Decine di migliaia i partecipanti, 20 mila secondo gli organizzatori. Altri cortei si sono svolti in altre città d’Italia da Milano a Bologna a Torino a Palerno a Roma a Bolzano. A Milano era presente Laura Boldrini che ha ricevuto applausi e contestazioni. Il Pd, che, come previsto, non ha sfilato, aderirà alla manifestazione ufficiale dell’Anpi a Roma prevista per il 24 febbraio.
Fortemente critica – quanto scontata – la posizione del segretario leghista e della candidata premier di FdI. Matteo Salvini ha detto „di vergognarsi“ per il fatto che „nel giorno in cui vengono fermati tre nigeriani per aver ucciso e massacrato una ragazza italiana ci sia la sinistra che sfila in piazza contro il razzismo“. Sulla stessa linea Giorgia Meloni che – intervistata da Maria Latella su Sky Tg24 – difende i movimenti neofascisti CasaPound e Forza Nuova: „Non sono movimenti xenofobi“, assicura.
ZANDA (PD): „FASCIOLEGHISMO DI SALVINI HA PRODOTTO MACERATA“
La replica del Pd a Salvini è arrivata per voce di Luigi Zanda, presidente del senatori dem. „È il fascioleghismo di Salvini che ha prodotto Macerata e non possiamo sottovalutarlo“, afferma. „Il fascismo – prosegue – come lo abbiamo già conosciuto, con le marcia su Roma e la camicia nera, non tornerà più. Ma c’è un nuovo pericolo grave: il criptofascismo della Lega che produce una vera corruzione culturale del pensiero e della vita degli italiani. Il continuo alzare i toni, gli insulti agli immigrati o a chi la pensa in modo diverso, il gridare sempre. Sono modalità e posizioni che, associate al populismo di Berlusconi (che ha già promesso in passato soluzioni economiche semplicistiche) rappresentano un pericolo serio per la nostra democrazia“.
I CORI SHOCK CONTRO LE FOIBE NEL GIORNO DEL RICORDO
Proprio nel Giorno del Ricordo, Action Antifaschistische (rete di militanti presenti fra l’altro in Germania e Pasi Bassi) ha scandito cori shock sugli eccidi di italiani da parte dei Comitati popolari di liberazione jugoslavi. „Ma che belle le foibe da Trieste in giù“. „Cori scandalosi, calpestano morti innocenti e tradiscono gli ideali della Resistenza“, ha affermato la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, che proprio oggi ha parecipato alle celebrazioni del Giorno del Ricordo alla Foiba di Basovizza. Il coro, isolato, non è stato ripreso dal resto dei manifestanti. Oltre ai fascisti, i bersagli prediletti dei movimenti sono stati il Pd di Matteo Renzi e il ministro dell’Interno, Marco Minniti (secondo cui „il fascismo in Italia è morto per sempre“), definito „uomo della destra“, „il nazista“, „la testa d’uovo che fa sfilare i fascisti“.
Il corteo è stato aperto dallo striscione „I movimenti contro ogni fascismo e razzismo“. Diverse le realtà sociali provenienti da ogni parte d’Italia, ma anche tanti maceratesi, che alla fine sono scesi in piazza. In corteo anche le bandiere di Legambiente, Libera, Arci, Fiom, No Tav, Potere al popolo, Anpi, Prc. Diversi manifestanti hanno un fazzoletto o una bandiera tricolore.
„Rimettiamo le cose a posto – ha detto una manifestante, Laura – con la sua bandiera sulle spalle. Questo é il posto giusto per la bandiera italiana. Non lasciamola ai Traini d’Italia, questa bandiera è nostra“.
Tra i partecipanti l’europarlamentare Cecile Kyenge, Gino Strada di Emergency, l’ex direttore dell’Unità Sergio Staino, il giornalista Adriano Sofri, il deputato Pippo Civati, la partigiana Lidia Menapace, 93 anni („Fino a quando avrò voce ci sarò“ ga detto), il fondatore di Emergency Gino Strada e il conduttore Diego Bianchi (Zoro). „Ancora una volta – ha detto Paolo Cognini dei centri sociali delle Marche – i fascismi e i razzismi saranno battuti dalla gente che si è riappropriata della strada“.
„Soddisfazione“ al Viminale al termine di una „giornata impegnativa“ nel corso della quale si sono svolte 150 manifestazioni sull’intero territorio nazionale, con l’impiego di circa 4 mila unità delle forze di polizia. Tutto si è svolto „in un quadro di sostanziale tranquillità per l’ordine pubblico“, ad eccezione delle „inaccettabili violenze“ di Piacenza. Anche l’appuntamento più atteso, quello di Macerata, „ha avuto luogo in un clima pacifico e di assoluta serenità“.
SINDACO MACERATA: „COL CUORE IN PIAZZA, MA NON È MOMENTO GIUSTO“
Il sindaco di Macerata, Romano Carancini, ha condiviso i motivi alla base della manifestazione per le vie della sua città, ma non condivide la scelta dei tempi. „Col cuore – ha detto – oggi sarò in piazza, ma, per coerenza, riconfermo che la città ha bisogno di respirare“. E difende la sua posizione: „La politica – sottolinea Carantini – oggi parla a se stessa, mentre una amministrazione locale poi deve fare i conti con la quotidianità.
Sono stato accusato di indegnità per aver sostenuto che Macerata non doveva ospitare sfilate e manifestazioni di piazza. La mia posizione non cambia. Dopo il clamore mediatico, a noi spetta il compito e il ruolo di ricucire uno strappo anche psicologico che c’è stato. Avevo chiesto solo il tempo per respirare“.
Ha appoggiato la manifestazione il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda: „Spero – afferma – che non sia una marcia di odio, ma che riaffermi i valori democratici di questo Paese. Se è così – precisa – è importante“. „Spero e credo – aggiunge Calenda – che sarà una marcia per i valori costituzionali e Repubblicani“. Calenda, pur non avendo partecipato alla marcia, ha detto di condividerla „se è una marcia che unisce il Paese intorno a valori repubblicani, che noi dobbiamo difendere in un momento in cui sono attaccati“. „In qualche modo – conclude – sono attaccati anche se non sempre direttamente da un pezzo delle forze politiche e questo è inaccettabile“.
Il leader di LeU, Piero Grasso, ha ribadito la posizione della Sinistra che „sull’antifascismo non è divisa, è pienamente unita sui valori della democrazia e della tenuta del Paese. Su invito del sindaco di Macerata – ha detto Grasso – alcune associazioni hanno deciso di soprassedere sulla manifestazione, è stata così programmata una grande iniziativa il 24 febbraio“. Ma dalla piazza è stato molto critico Nicola Fratoianni, che con Pippo Civati ha guidato una delegazione di LeU: „Oggi è la sconfitta del Pd. Dovevano essere in piazza e non ci sono. La loro è una scelta incomprensibile. Oggi non serve il silenzio – aggiunge – ci vuole la schiena dritta di chi dice che contro fascismo e razzismo si va in piazza“.
Il coordinatore nazionale dei Verdi e fondatore della Lista Insieme Angelo Bonelli ha deciso di „partecipare perché di fronte all’atto drammatico della strage di Luca Traini, serve una risposta ferma e netta“. Come lui Riccardo Magi segretario di Radicali Italiani, capolista di „+Europa con Emma Bonino“ nel Lazio: „C’è un’Italia diversa, non avvelenata dall’odio e dalla falsità. Questa Italia non può rimanere in silenzio. Per questo oggi non sarò nei mercati di Roma per la campagna elettorale come annunciato ieri, perché ho deciso di partecipare, con altri compagni di +Europa alla Marcia contro il razzismo di Macerata“.
Al fianco dei manifestanti anche don Luigi Ciotti, fondatore di Libera: „Noi ci siamo. È un segnale da tante realtà da che parte si sta. La prima attenzione è verso Pamela che dobbiamo portare nel cuore, verso i feriti. Questa deve essere la nostra prima attenzione, per essere vicini alle persone. Il resto diventano momenti per manifestare che però non devono essere parole ma devono essere impegni. Diventa importante una coerenza“. In merito al fatto che si possano ripetere casi come quello di Traini, don Ciotti dice che „ci sono dei segnali un po‘ inquietanti ma l’Italia non è razzista. Non dimentichiamo però che sono 80 anni dalle leggi razziali e allora impegniamoci perché non avvenga più tutto questo“.
MOZIONE SFIDUCIA PER CARANCINI
Intanto per il primo cittadino di Macerata arriva una mozione di sfiducia depositata dai consiglieri comunali di opposizione (Fi, Fdi, civiche). „Da tempo l’opposizione consiliare sottopone all’amministrazione questioni connesse al generalizzato degrado di alcune zone della città, all’aumento dello spaccio di droga e al complessivo aggravarsi della questione sicurezza“ spiega il consigliera comunale di Forza Italia Deborah Pantana che parla di „una situazione ormai fuori controllo, palesata anche dalla discordanza dei dati numerici forniti dal Comune e dalla Prefettura sulla presenza dei migranti“.
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Il Fatto Quotidiano | 10.02.2018
Macerata, sfilano in migliaia contro il razzismo: “Siamo in 30mila”. Gino Strada: “Italiani migliori dei partiti assenti”
In una città blindata, con negozi chiusi e mezzi pubblici fermi, il corteo ha percorso le vie del centro dietro allo striscione „Movimenti contro ogni fascismo e razzismo“. Molti i cartelli contro il ministro dell’Interno Marco Minniti e il leader della Lega, Matteo Salvini. Coro degli antagonisti veneti sulle Foibe: condanna da Serracchiani a Meloni. Cortei anche a Milano, Roma e Palermo. Scontri a Piacenza e Torino: 5 carabinieri feriti
Davanti cittadini e associazioni di Macerata, dietro tutti gli altri. Migliaia di persone. “Siamo in 30mila”, dicono gli organizzatori. Tutti in marcia nel corteo antirazzista organizzato dopo il raid xenofobo di Luca Traini, nel quale sono rimasti feriti 6 migranti. La manifestazione, organizzata da movimenti e centri sociali di tutta Italia che si sono radunati nei giardini Diaz, ha sfilato senza incidenti in una città blindata, con negozi chiusi e mezzi pubblici fermi.
Dietro lo striscione “Movimenti contro ogni fascismo e razzismo”, con molteplici cordoni di polizia a delimitare il percorso autorizzato dalla questura e un elicottero a sorvegliare dall’alto, i manifestanti hanno esposto molti i cartelli contro il ministro dell’Interno Marco Minniti – che dopo due giorni di polemiche aveva dato l’ok al corteo – e il leader della Lega, Matteo Salvini. Un altro chiede invece di “sciogliere Forza Nuova”. “Oggi il futuro si gioca tra l’umanità e le barbarie – ha più volte scandito il corteo – Chiunque venga colpito da atti di stampo neofascista, colpisce tutti noi”. Un gruppo di antagonisti veneti ha intonato un coro inneggiando alle Foibe: “Ma che belle son le foibe da Trieste in giù”. Il coro è rimasto un episodio isolato che non è stato seguito dal resto dei manifestanti. Dura condanna è stata espressa da Debora Serracchiani e Giorgia Meloni.
In piazza a Macerata era presente anche il fondatore di Emergency, Gino Strada: “Una partecipazione spontanea di migliaia di persone – ha detto – che dimostra che gli italiani sono migliori dei partiti che non sono qui“. Accanto a lui i manifestanti della Fiom compresa la segretaria Francesca Re David e dell’Usb. “Era importante esserci per dire no alla violenza, al razzismo e contro questo nuovo fascismo che sta prendendo piede piano piano in Italia”, ha aggiunto il fondatore di Emergency. Lungo il corteo si vedono diverse bandiere di Potere al Popolo e fazzoletti dell’Anpi, uno indossato dalla partigiana Lidia Menapace. Presenti anche una decina di parlamentari di Liberi e Uguali, tra i quali Pippo Civati e Nicola Fratoianni, oltre ad Angelo Bonelli di Insieme, ad alcuni rappresentanti di PiùEuropa e all’ex ministro Cécile Kyenge.
Cortei si sono svolti anche a Milano, Roma e Palermo. Diverse migliaia di persone si sono riunite nel capoluogo lombardo, nella zona di porta Venezia. In testa uno striscione con la scritta “Chiudere i covi neri. Milano antifascista, antirazzista, meticcia e solidale”, sostenuto da un gruppo di ragazzi migranti. Molte persone sono arrivate con dei cartelli: alcuni hanno la scritta ‘Salvini sei tu il mandante’, riferito al raid di Macerata. Il corteo antifascista e antirazzista di Milano, al quale era presente anche Laura Boldrini, si è concluso in via Zuretti, vicino alla Stazione Centrale dove quasi dieci anni fa è stato ucciso a sprangate un migrante 19enne.
Due manifestazioni si sono tenute anche a Piacenza e Torino, dove oltre alle manifestazioni antifasciste erano in programma anche quelle di CasaPound e Forza Nuova. Scontri si sono verificati a Piacenza tra le forze dell’ordine e i manifestanti del corteo organizzato dal collettivo Contro Tendenza. Un gruppo, dopo circa mezz’ora dall’inizio del corteo, ha raggiunto il centro storico, ha affrontato polizia e carabinieri. Cinque militari sono rimasti feriti dopo essere stati accerchiati da alcuni manifestanti. Nel capoluogo piemontese, invece, un gruppo di manifestanti si è staccato e ha lanciato sassi, bottiglie e una bomba carta contro le forze dell’ordine. L’azione, in via Luzzati, è stata bloccata con una carica di polizia al termine della quale è stato fermato un manifestante.
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La Stampa | 10.02.2018
Macerata invasa dal corteo antirazzista. Gli organizzatori: “Siamo 30 mila”
Durante la manifestazione un gruppo isolato di antagonisti veneti ha intonato un coro inneggiando alle Foibe: «ma che belle son le foibe da Trieste in giù»
Macerata è stata invasa da migliaia di persone – trentamila secondo gli organizzatori – per partecipare alla manifestazione antifascista a Macerata. È stato un corteo pacifico per ribadire il “no” a ogni forma di razzismo e fascismo, anche se nono mancati alcuni episodi che hanno fatto discutere.
Cori contro le foibe
Durante il corteo, che si è svolto in maniera pacifica, si è sentito qualche coro inneggiante alle Foibe («ma che belle son le foibe da Trieste in giù»), tragedia a cui oggi è dedicato il Giorno del Ricordo. Cori che la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ha duramente condannato. «I cori che si sono sentiti inneggiare alle foibe sono scandalosi, calpestano morti innocenti e tradiscono gli ideali della Resistenza», ha detto Serracchiani, che oggi ha partecipato alle celebrazioni del Giorno del Ricordo alla Foiba di Basovizza.
Per Serracchiani “è agghiacciante che, proprio nel Giorno del Ricordo, qualcuno abbia il coraggio di esibire approvazione per un massacro. L’antifascismo su cui si fonda la nostra Repubblica è democrazia e tolleranza, non violenza cieca e furore ideologico”.
“Da presidente di una Regione che ha sofferto in carne e sangue la tragedia delle foibe e dell’esodo – ha sottolineato Serracchiani – condanno fermamente queste manifestazioni incompatibili con i principi della Costituzione”.
Il sindaco di Macerata: “Con il cuore in piazza”
Romano Carancini, primo cittadino di Macerata, condivide i motivi alla base della manifestazione antirazzista e antifascista di oggi ma non condivide la scelta dei tempi. «Col cuore – ha detto all’Agi – oggi sarò in piazza ma, per coerenza, riconfermo che la città ha bisogno di respirare». Carancini si riferisce allo choc che il capoluogo di provincia marchigiano ha subito in pochi giorni, con il doppio evento di sangue.
«La politica – sottolinea Carantini – oggi parla a se stessa, mentre una amministrazione locale poi deve fare i conti con la quotidianità. Ad una manifestazione del genere avrebbero partecipato almeno 20mila dei miei concittadini. Non so quanti andranno oggi. Sono stato accusato di indegnità per aver sostenuto che Macerata non doveva ospitare sfilate e manifestazioni di piazza. La mia posizione non cambia. Dopo il clamore mediatico, a noi spetta il compito e il ruolo di ricucire uno strappo anche psicologico che c’è stato. Avevo chiesto solo il tempo per respirare».
Salvini: “Vergogna”
«Da italiano mi vergogno che nel giorno in cui vengono fermati tre nigeriani per aver ucciso e massacrato una ragazza italiana ci sia la sinistra che sfila in piazza contro il razzismo e pensando al passato, mentre noi guardiamo al futuro». Lo ha detto Matteo Salvini a margine di un comizio elettorale tenutosi nel pomeriggio a Novara. «Non vedo l’ora – ha aggiunto – che il 4 marzo mi diano la possibilità di andare al governo per riportare sicurezza, fermare gli sbarchi, espellere i clandestini. Non vedo l’ora di avere i mezzi per cancellare la legge Fornero, restituire dignità ai lavoratori a cui la dignità è stata tolta dalle riforme di Renzi, e sopratTutto riportare ordine, regole e rispetto nelle nostre città».
Minniti: «c’è limite oltre il quale non si può andare»
«Il fascismo e il nazismo in Italia sono morti per sempre e non hanno lasciato un ricordo buono al nostro popolo. C’è un limite oltre il quale non si può andare e non lo consentiremo a nessuno». Lo ha detto il ministro dell’Interno, Marco Minniti, ad un appuntamento elettorale del Pd alla stazione marittima di Salerno.
Quanto accaduto a Macerata, per il ministro dell’Interno, è una «rappresaglia ingiustificabile, ingiustificata e inaccettabile». «Nel momento in cui si spara in maniera casuale, le persone colpite non avevano altra colpa che camminare per strada», aggiunge. Dunque, un «atto criminale» con le vittime scelte per «il colore della pelle». E per questo motivo, « è ancor di più inaccettabile quella rappresaglia razziale». «In Italia, non c’e posto per rappresaglie razziali», sottolinea Minniti.
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La Stampa | 10.02.2018
Corteo anti-Casapound a Piacenza, scontri con polizia
Scontri nel centro storico di Piacenza tra le forze dell’ordine e i manifestanti del corteo organizzato dal collettivo Contro Tendenza di Piacenza per protestare contro l’apertura di una sede di Casapound. Un gruppo, dopo circa mezz’ora dall’inizio del corteo, ha raggiunto il centro storico, ha affrontato polizia e carabinieri e si sono verificati violenti scontri. Al corteo hanno aderito anche centri sociali e esponenti della sinistra antagonista arrivati da altre città. In tutto circa 400 persone.
Un carabiniere sarebbe rimasto ferito dopo essere stato accerchiato da alcuni manifestanti che lo hanno aggredito. Molti manifestanti si sono poi sparpagliati per le vie del centro storico.