06. Oktober 2017 · Kommentare deaktiviert für Interaktive Landkarte: Migrationsrouten aus den subsaharischen Ländern Richtung Europa · Kategorien: Afrika, Italien, Libyen, Medien · Tags: , ,

Die italienische NGO Ärzte für Menschenrechte hat eine interaktive Landkarte vorgestellt, auf der die Migrationsrouten aus den subsaharischen Ländern nach Europa dargestellt werden. Die Karte basiert auf den Berichten von 2.600 Migrant*innen, die MEDU in den letzten vier Jahren gesammelt hat.

medu | 05.10.2017

Medici per i Diritti Umani (MEDU) ha presentato oggi, presso la Sala della Stampa Estera a Roma, ESODI 2017 la nuova web map sulle rotte migratorie dai paesi sub-sahariani verso l’Europa.

ESODI è una mappa interattiva realizzata sulla base di duemilaseicento testimonianze raccolte da Medici per i Diritti Umani (Medu) in quasi quattro anni (2014-2017), di cui oltre la metà  nel solo 2017. La mappa interattiva – arricchita di video testimonianze, di grafici e di statistiche – racconta nel modo più semplice e dettagliato possibile le rotte affrontate dai migranti dall’Africa subsahariana all’Italia, le difficoltà, le violenze, le tragedie e le speranze attraverso le voci dei protagonisti.

La situazione più drammatica è in questo momento in Libia come testimoniano i racconti dei migranti in questi giorni a Tripoli, Sabha, Gharyan, Beni Walid, Zawia e Sabratha. Gli imbarchi dalle coste libiche sono drasticamente diminuiti dopo la firma dei nuovi accordi italo-libici come anche gli ingressi di migranti nel territorio libico dal Niger e dal Sudan, paesi chiave dei flussi migratori provenienti da Africa occidentale e Corno d’Africa, in conseguenza degli accordi stipulati da Italia ed Unione europea con questi stati.

Il risultato di queste politiche è tragico: centinaia di migliaia di migranti bloccati in Libia, la maggior parte dei quali in condizioni di detenzione, sequestro e schiavitù. Le migliaia di testimonianze raccolte da Medici per i Diritti Umani descrivono un paese che oggi è una sorta di grande lager per i migranti, sottoposti a violenze ed abusi gravissimi; un paese dove si commettono crimini contro l’umanità su vasta scala; un paese che è diventato un luogo di morte e di tortura per centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini. A fronte di un quadro di questa gravità, la comunità internazionale è chiamata a rispondere con la massima energia ed urgenza.

In questo contesto si stima che i 30 centri di detenzione formalmente sotto il controllo del governo libico di Al Sarraj contengano attualmente un numero che oscilla tra le seimila e le quindicimila persone. Le restanti decine di migliaia di migranti si trovano in un enorme buco nero fatto di luoghi di detenzione e di sequestro controllati da milizie, trafficanti e bande criminali come gli Asma Boys. Se infatti l’accordo italo-libico dello scorso febbraio, avallato dall’Europa, prevedeva teoricamente due obiettivi strategici fondamentali – il contrasto dei flussi migratori verso l’Italia e il miglioramento delle condizioni di vita dei migranti in quelli che il memorandum definisce “centri d’accoglienza” libici – emerge oggi con tutta evidenza che, mentre il primo scopo viene pervicacemente perseguito, il secondo risulta del tutto disatteso, rendendo di fatto l’Italia e l’Unione europea corresponsabili delle atrocità che si stanno consumando in Libia. Al di là delle dichiarate buone intenzioni, infatti, le iniziative umanitarie messe in campo, o previste, sia da parte del governo italiano sia da parte delle organizzazioni internazionali, risultano drammaticamente insufficienti di fronte alle dimensioni di questa catastrofe umana; in pratica come pretendere di svuotare una palude con un cucchiaio.

Secondo i dati raccolti da Medici per i Diritti Umani in questi ultimi quattro anni -confermati se non aggravati negli ultimi mesi – l’85% dei migranti giunti dalla Libia ha subito torture e trattamenti inumani e degradanti e nello specifico il 79% è stato detenuto/sequestrato in luoghi sovraffollati ed in pessime condizioni igienico sanitarie, il 60% ha subito costanti deprivazioni di cibo, acqua e cure mediche, il 55% gravi e ripetute percosse e percentuali inferiori ma comunque rilevanti stupri e oltraggi sessuali, ustioni provocate con gli strumenti più disparati, falaka (percosse alle piante dei piedi), scariche elettriche e torture da sospensione e posizioni stressanti. Tutti i migranti detenuti hanno subito continue umiliazioni e in molti casi oltraggi religiosi e altre forme di trattamenti degradanti. Nove migranti su dieci hanno dichiarato di aver visto qualcuno morire, essere ucciso o torturato. Alcuni sopravvissuti sono stati costretti a torturare altri migranti per evitare di essere uccisi. Numerosissime le testimonianze di migranti costretti ai lavori forzati o a condizioni di schiavitù per mesi o anni. Questi dati, probabilmente addirittura sottostimati, rappresentano, a nostro avviso, un quadro fedele delle violenze sistematiche a cui vengono sottoposti tutti i migranti che giungono dalla Libia nel nostro paese.

Le atrocità raccontate dai testimoni trovano conferma nelle sequele fisiche e psichiche rilevate nei sopravvissuti dai medici di Medu. L’82% dei pazienti visitati presentava ancora segni fisici, spesso gravi, compatibili con le violenze riferite. Oltre ai segni fisici vi sono poi, spesso più insidiose e invalidanti, le conseguenze psicologiche e psicopatologiche. Tra i disturbi psichici più frequentemente rilevati dai medici e dagli psicologi di Medu, vi sono il Disturbo da stress post traumatico (PTSD) e altri disturbi correlati ad eventi traumatici ma anche disturbi depressivi, somatizzazioni legate al trauma, disturbi d’ansia e del sonno.

A fronte di un quadro di tale gravità, Medici per i Diritti Umani chiede una reazione adeguata ed immediata da parte dell’Italia, dell’Unione europea e della comunità internazionale. Centinaia di migliaia di persone condannate a queste atrocità non possono essere considerate esseri umani di second’ordine. Così come è stato possibile arrestare il flusso migratorio nell’arco di pochi mesi, con altrettanta rapidità e determinazione deve essere garantita incolumità e protezione ai migranti intrappolati nel lager libico. I centri di detenzione libici, anche quelli sotto il controllo governativo, sono chiaramente non riformabili ed è pertanto necessaria l’immediata attivazione nel paese nordafricano di centri di accoglienza sotto il controllo della comunità internazionale, con il contributo operativo di Unhcr e Oim, dove siano garantite ai migranti la possibilità di fare richiesta di protezione internazionale o la possibilità di un rimpatrio sicuro.

I dati e le testimonianze raccolti da ESODI descrivono tra l’altro i motivi della fuga dai paesi d’origine (meno del 10% dei testimoni adduce esclusive motivazioni economiche), evidenziando come la distinzione tra rifugiati e migranti economici sia ormai una concezione vecchia quanto il muro di Berlino, incapace di descrivere la complessità del mondo attuale, in cui le dimensioni della povertà,delle persecuzioni e della violenza si intrecciano nei percorsi di vita individuali delle persone in fuga. In una più ampia prospettiva risulta quanto mai necessario attivare corridoi umanitari per le persone in fuga da guerre e persecuzioni così come attivare canali di ingresso legali verso l’Italia e l’Europa.


 

EXODI is an interactive web map built using the testimonies of 2,600 migrants from Sub-Saharan Africa collected over four years of activity (2014-2017) by the operators and volunteers of Medici per i Diritti Umani/Doctors for Human Rights (Medu). These testimonies were gathered amongst those 900 thousand men, women and children who have landed on Italian shores in the past 16 years, of which almost half in the last 36 months. They belong to those who survived the crossing of the Central Mediterranean (which has seen at least twenty thousand migrants dead or missing since 2002), the crossing of the Sahara and the kidnapping and imprisonment along these routes, whose number of victims is tragically high although unknown in its entirety.

The map describes in the most simple and detailed way possible the Migratory Routes from Sub-Saharan countries to Italy, along with the difficulties, violence, tragedies and hopes encountered by the witnesses throughout their journeys.

This map is addressed to all those who want to further deepen their understanding of these extreme human experiences which mark our time. In this sense, EXODI is not only a map with routes or a report of data and statistics. It is, above all, a testimony of these life stories. It is an interactive and growing web map periodically updated with new testimonies gathered from all those who are willing to share the story of their journey. The information here presented was collected in Sicily (in the Pozzallo Hotspot, in the the Centres of Special Reception for Asylum Seekers/CAS of Ragusa and in the Reception Centre for Asylum Seekers/CARA of Mineo) and in Rome (in informal reception centers and at the Medu Psychè Centre for rehabilitation of victims of torture). The testimonials were also collected in Ventimiglia and in Egypt, specifically in Aswan and Cairo. Medu is active throughout all of these locations, working to guarantee social services and medical care to migrants as well as psychological rehabilitation for victims of torture and inhuman and degrading treatment. Through updated data EXODI also aims to describe the physical and mental consequences of these migratory journeys on the health of an entire generation of young Africans; a journey in which, as one witness said, „you are no longer considered a human being“.

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