Corriere Della Sera | 05.09.2017
È la prima volta che un esponente del governo italiano incontra Haftar: «Si è parlato del caos in Libia e del desiderio di consolidare un’unica autorità sovrana»
di Lorenzo Cremonesi
Marco Minniti ha incontrato il generale Khalifa Haftar a metà della settimana scorsa nell’ufficio-fortezza di quest’ultimo presso l’aeroporto di Bengasi. Un summit molto riservato, quasi segreto, tanto che le prime informazioni a riguardo sono emerse solo ieri pomeriggio a Bengasi e ripubblicate brevemente dal portale libico Al Wasat. Il ministro degli Interni italiano si è mosso rapido (dopo la tappa libica era in partenza per l’Algeria), ma era molto tempo che lavorava per poter parlare a quattr’occhi con l’uomo forte della Cirenaica che afferma di «controllare ormai oltre il 70 per cento del territorio libico», incluse molte delle rotte dei migranti in arrivo dall’Africa subsahariana e attraverso il cuore del deserto del Fezzan verso il Mediterraneo. La notizia è confermata in modo inequivocabile. «L’incontro è durato a lungo, forse oltre tre ore, in un’atmosfera molto cordiale, rilassata, e ha toccato temi fondamentali per la Libia, l’Italia e il contesto europeo. Ovviamente si è parlato di migranti, dei modi per fermare e regolare i flussi, del controllo dei confini libici, ma anche della situazione di frammentazione e caos che ancora domina sulla politica del Paese con il desiderio di consolidare un’unica autorità sovrana e centrale», raccontano al Corriere fonti presenti all’incontro.