Nach dem gestrigen Besuch Steinmeiers und Ayraults bei der libyschen „Dritten Regierung“ auf der Marinebasis „Bu Sida“ (oder „Abu Sitta“) vor Tripolis und vor dem für morgen erwarteten Beschluss zur Eröffnung einer EU-Vertretung in Libyen (ebenfalls auf der Marinebasis?) sowie der Ausweitung der EU-Militäroperation gegen Boat-people hat eine Miliz den Sitz des Vizepremiers der „dritten Regierung“ in der Nähe der Marinebasis angegriffen. Die Milizionäre töteten zwei Wachen, verletzten drei weitere und entführten drei oder vier Techniker. Vizepremier Maiteq hielt unterdessen die Pressekonferenz zum Besuch von Steinmeier und Ayrault ab. Auch in anderen Stadtteilen von Tripolis kam es nach dem Besuch von Steinmeier und Ayrault zu bewaffneten Auseinandersetzungen, ebenfalls in Bengasi. Panzerwagen fuhren um den Marinestützpunkt auf.
French, German FMs visit Libya – YouTube
Foreign ministers of France and Germany have visited Tripoli to show their support for Libya’s UN-backed …
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First clashes in Tripoli since UN-backed govt’s arrival
April 17, 2016 8:35 pm
TRIPOLI: Clashes broke out in Tripoli on Saturday night just hours after a visit by the French and German foreign ministers in the first outbreak of violence since the arrival of the UN-backed government two weeks ago.
Gunfire and small explosions could be heard in the Hay el-Andalous area north of the capital and continued for about 30 minutes, an Agence France-Presse correspondent said, adding that there was still sporadic gunfire and the sound of ambulance sirens.
Hay el-Andalous is an upmarket area that houses embassies and where many politicians, including some members of the UN-backed government, have their homes. It is a few kilometres (miles) from the seat of the new government at Tripoli’s naval base.
Authorities could not be reached for immediate comment Saturday.
French Foreign Minister Jean-Marc Ayrault and his German counterpart Frank-Walter Steinmeier had visited Tripoli just hours earlier in a show of support for the new unity government striving to bridge Libya’s deep political divisions.
It was the latest in a flurry of visits by European diplomats who had been absent since 2014 when EU member states closed their Tripoli embassies as fighting shook the North African nation.
Their return was prompted by the arrival of the UN-backed prime minister-designate Fayez al-Sarraj and came two days before a crucial vote by the country’s recognised parliament on whether to endorse the Government of National Accord (GNA).
Libya has had two rival administrations since mid-2014 when a militia alliance took overTripoli, setting up its own authority and forcing the recognised parliament to flee to the remote east.
A UN-backed power-sharing deal in December was supported by some lawmakers by both sides.
But Sarraj has not yet received the endorsement of the internationally recognised legislature, and the head of the rival Tripoli-based administration, Khalifa Ghweil, has refused to recognise his authority.
Authorities have upped security in Tripoli since the GNA’s arrival but militias in the city are still armed.
The foreign officials and diplomats who visited the capital this week suggested that their countries were ready to assist the GNA in maintaining security, but said they were first waiting for an official request.
World powers see the GNA as a crucial partner in tackling jihadists behind a string of deadly attacks in Libya as well as human traffickers exploiting the country’s turmoil. AFP
AFP/BF
Libia, attacco a casa del vicepremier . Uccise le guardie, Maitiq illeso
Ahmed Maitiq è uno dei sei ministri sbarcati con il premier Serraj due settimane fa
E’ il primo attentato da quando il governo dell’Onu si è insediato a Tripoli
DAL NOSTRO INVIATO BEIDA (Libia) – Poco lontano dalla base navale che ospita Fayez al Serraj. Nel quartiere delle ambasciate. E’ stata la prima, vera notte agitata di Tripoli, da quando il nuovo governo dell’Onu s’è insediato: una milizia ha attaccato la casa del vicepremier e uomo d’affari Ahmed Maitiq, 44 anni, il più esposto, il più conosciuto dei collaboratori di Serraj.
Al fianco di Gentiloni
E’ uno dei sei ministri sbarcati con lui due settimane fa, col gommone. E’ l’uomo che martedì scorso s’era presentato alla stampa di fianco al ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, chiedendo il sostegno della comunità internazionale «per vincere il terrorismo». Lo stesso che sabato mattina ha accolto i due ministri francese e tedesco, Ayrault e Steinmeier. Verso la mezzanotte di sabato, quando Maitiq non era in casa, una ventina di uomini armati delle Brigate rivoluzionarie di Haitham al Tajouri — un ex funzionario del vecchio ministero dell’Interno che s’è riciclato come capomilizia — ha circondato l’abitazione: due guardie del corpo di Maitiq sono state ammazzate, tre ferite, altre tre sequestrate. Il tutto mentre nel quartiere, l’Andalus, si sparava anche con qualche arma pesante: da un albergo della zona, alcuni giornalisti hanno potuto vedere due blindati provenienti dal centro.
La smentita
Dal Cairo, Tajouri ha smentito che l’attacco c’entri con la politica libica: secondo un comunicato della milizia, il motivo sarebbe stato solo un furto d’armi e di mezzi, che gli uomini delle Brigate avrebbero voluto recuperare. Lo stesso Maitiq, che in passato ha rivestito per pochi giorni anche l’incarico di quinto premier del dopo-Gheddafi, ha negato d’essere stato l’obbiettivo della sparatoria. Quale sia la versione dei fatti, il segnale è comunque chiaro.
«Cintura di sicurezza»
Maitiq appartiene a quella «cintura di garanzia» politica che circonda Serraj e il suo esperimento di governo d’unità nazionale: colpire lui, significa intimidire chiunque collabori con un premier che molte milizie legate ad Alba libica e a Misurata, ma anche gli uomini del generale Haftar in Cirenaica, non vogliono sostenere. Proprio domani, l’Unione europea dovrebbe decidere l’apertura di una missione diplomatica a Tripoli, oltre che l’estensione alle acque libiche dell’operazione navale «Sophia» per il contrasto dei migranti. E sempre domani è attesa l’ennesima seduta del Parlamento di Tobruk, l’unico riconosciuto dalla comunità internazionale, che dovrebbe dare la fiducia a Serraj: un voto che potrebbe anche slittare, data la spaccatura dei deputati fra chi sta col governo Onu e chi invece obbedisce agli ordini del generale Haftar. La strada della fiducia, sia in Tripolitania che in Cirenaica, è ancora lunga.
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Libia, sale la tensione: 24 vittime nelle ultime 48 ore
Violenze a Tripoli per la prima volta dall’arrivo dell’esecutivo di unione nazionale e poche ore dopo la visita a sorpresa dei ministri di Germania e Francia. Si è temuto nella notte un assalto alla residenza di Ahmed Maitiq, poi smentita dalla milizia „Brigata dei rivoluzionari di Tripoli“ e da una fonte dello stesso vicepresidente del Consiglio presidenziale designato dall’Onu.
Il GOVERNO c’è, ma l’unità nazionale è molto lontana. Un’altra prova delle tensioni in cui si dibatte la Libia è arrivata nella notte a Tripoli dove un gruppi armati si sono scontrati nei pressi dell’abitazione di Ahmed Maitiq, vicepresidente del Consiglio presidenziale libico designato dall’Onu, uno dei cinque vicepremier del cosiddetto governo di unione nazionale. Maitiq era reduce dall’incontro con Jean-Marc Ayrault e Frank-Walter Steinmeier, i ministri degli esteri di Germania e Francia (avvenuto dopo quello con il ministro degli Esteri italiano Gentiloni) ed aveva tenuto la conferenza stampa finale in rappresentanza del governo. Obiettivo della visita dei due ministri europei, dimostrare sostegno verso la fine della guerra civile tra le fazioni rivali, gli scontri con i militanti jihadisti e il traffico di migranti.
Secondo fonti della sicurezza, nel corso degli scontri avvenuti nella notte sono morte almeno due guardie del corpo di Maitiq e altre tre sono state ferite. Altre tre guardie sono state sequestrate durante l’attacco, avvenuto nel quartiere di Al Andalus, vicino alla base navale di Bu Sida, in cui si è insediato il governo nominato dal Consiglio presidenziale. Per alcune ore s’è pensato che l’obiettivo fosse l’abitazione del vicepremier. Poi, l’equivoco è stato chiarito dalla stessa milizia „Brigata dei rivoluzionari di Tripoli“, che ha smentito che l’oggetto degli scontri a Tripoli fosse l’abitazione del vicepresidente del Consiglio presidenziale Ahmed Maetiq. Per la Brigata gli scontri non avevano niente a che vedere con i disaccordi politici. Stessa ricostruzione è stata fatta da fonti vicine al vicepresidente.Il comunicato della milizia. „La brigata guidata da Haithem al-Tajouri ha affermato che gli scontri non avevano nulla a che vedere con i disaccordi politici o i conflitti per il potere e che l’attacco alla casa di Ahmd Maitig non era il loro obiettivo“, scrive Al Wasat sintetizzando un comunicato pubblicato dalla milizia sulla sua pagina Facebook. Nel testo riportato dal sito la Brigata sostiene di aver voluto „aiutare“ il gruppo „Prima squadra di sicurezza“ a „risolvere il problema“ creatosi con la „Forza mobile“ la quale „si era impadronita di vetture“ e „armi“ della squadra stessa. „Non siamo pervenuti a una soluzione“ e „abbiamo dovuto trattarli alla stessi maniera“, scrive la Brigata riferendosi agli avversari.
Nella notte, trascorse poche ore dalla visita nella capitale libica dei ministri degli Esteri di Francia e Germania, c’erano stati scontri in vari punti di Tripoli, i primi dall‘arrivo del governo, due settimane fa. Nell’area residenziale di Al Andalus, a nord della Capitale, a pochi chilometri dalla sede del governo, si erano sentiti colpi di arma da fuoco e diverse esplosioni. E ci sono stati scontri anche a Bengasi, la seconda città più importante del Paese, teatro da diversi mesi dei combattimenti. Secondo fonti della sicurezza, sono morte 24 persone e altre 25 sono rimaste ferite in incidenti delle ultime 48 ore nel quartiere di Hawari e nelle vicinanze dell’antico cementificio.
La visita a sorpresa dei ministri di Francia e Germania. I ministri degli Esteri di Francia e Germania, Jean-Marc Ayrault e Frank-Walter Steinmeier, erano giunti sabato a Tripoli per una missione non preannunciata ufficialmente. La loro visita fa seguito a quella compiuta martedì scorso nella capitale libica dall’omologo italiano Paolo Gentiloni, primo alto esponente di un governo occidentale a recarsi in Libia. „La nostra visita congiunta di oggi con gli amici francesi – ha detto il capo della diplomazia tedesca dopo il suo arrivo a Tripoli – è un segnale. L’intera comunità internazionale è d’accordo sul fatto che la strada verso la pace e la stabilità in Libia passi attraverso l’attuazione dell’accordo di pace ed il governo di unità nazionale“. Secondo Steinmeier, la formazione europea per le forze libiche potrebbe essere avviata più realisticamente al di fuori del Paese, almeno nella fase iniziale, come parte degli sforzi per ricostruire lo Stato nordafricano. „Penso che sia abbastanza realistico dire che dobbiamo iniziare forme di formazione al di fuori dalla Libia“, ha spiegato Steinmeier, precisando che „su questo punto è necessario un confronto con il nuovo governo libico per definire che tipo di assistenza intende avere dall’Unione europea„.
Libia, assaltata la casa del vicepremier Maetig. Uccise due guardie, quattro rapiti
Lo scontro a fuoco è avvenuto in un quartiere residenziale della capitale libica, non distante dalla sede del governo. Non coinvolto l’esponente politico, che alloggia in una base militare. I miliziani della Brigata dei rivoluzionari di Tripoli smentiscono di aver preso parte all’attacco