17. November 2015 · Kommentare deaktiviert für Flüchtlinge, die neuen ‚desaparecidos‘ des Mare Nostrum · Kategorien: Italien · Tags: ,

Quelle: La Repubblica

Profughi, i nuovi „desaparecidos“ di Mare Nostrum

Imitando le madri e le nonne di Plaza de Mayo, è nato il Comitato Verità e Giustizia per i Nuovi Desaparecidos. E‘ un gruppo di pressione per chiedere radicali cambiamenti alle politiche migratorie europee e globali: percorsi di arrivo sicuri e legali, accoglienza rispettosa dei diritti, fine di respingimenti ed espulsioni forzate e trasparenza nell’uso delle risorse pubbliche per evitare speculazioni mafiose e criminali

di LUCA ATTANASIO

ROMA – Boubacar, un maliano di 20 anni arrivato in Italia nel 2010 racconta, ancora terrorizzato, l’esperienza del viaggio: „Ho visto in faccia la morte tante volte, in Algeria, nel deserto, in Libia, anche a Malta dove sono finito per un errore del pilota alla guida della nostra barca. Alla fine ce l’ho fatta e mi reputo molto fortunato“. Non possono dire altrettanto alcuni suoi compagni di viaggio che, nell’infinito tragitto dal proprio Paese alla presunta libertà, sono scomparsi o, con molta probabilità, morti. „Ricordo il pick-up che ci ha trasportato in mezzo al Sahara, eravamo tantissimi, ammassati uno sopra all’altro, qualcuno era aggrappato alle portiere aperte. A un certo punto due ragazzi sono cascati e non hanno fatto in tempo a rialzarsi per rientrare nel pick-up“. Boubacar ripensa ancora alle ultime ore di quei due giovani lasciati soli tra le dune del deserto.

Un numero infinito di morti e scomparsi. Si calcola che i migranti morti nel Mar Mediterraneo dal 2000 a oggi siano oltre 25 mila. Nessuno, però, sa quantificare quanti siano quelli caduti prima di raggiungere la sponda sud del Mare Nostrum o nei percorsi che da est portano in Europa. Moltissimi, di quelli che ce l’hanno fatta e ora possono raccontare, riferiscono di aver visto morire almeno un compagno durante il viaggio. In mare, nel deserto, nei campi di raccolta, nelle tratte che vengono dall’oriente, scompaiono migliaia di persone senza che nessun familiare o amico ne sappia più nulla. Sono i nuovi Desaparecidos, uomini, donne, bambini inghiottiti dal fato di cui, proprio come nell’Argentina degli anni ’70 e ’80 o in altri luoghi del mondo, si conservano solo ricordi o foto.

I nuovi desaparecidos. „Abbiamo voluto imitare le madri e le nonne di Plaza de Mayo – spiega Enrico Calamai, del Comitato Verità e Giustizia per i Nuovi Desaparecidos, tra gli organizzatori dell’iniziativa – per chiedere con forza i necessari cambiamenti delle politiche migratorie europee e globali: percorsi di arrivo sicuri e legali, accoglienza rispettosa dei diritti, fine di respingimenti ed espulsioni forzate e trasparenza nell’uso delle risorse pubbliche per evitare speculazioni mafiose e criminali“.

Un grido di denuncia. „È incredibile – riprende Calamai – che gente disperata in fuga da Paesi in guerra, da regimi dittatoriali o situazioni di povertà endemica, per giungere in Europa debba affrontare viaggi infernali pagando cifre impressionanti“. Non esiste, infatti, un modo legale per approdare nel nostro continente per questo tipo di viaggiatori, neanche se fuggono da Paesi in cui è praticamente impossibile vivere quali Siria o Eritrea. Bisogna rivolgersi ai trafficanti, pagare fino a 10/12 mila dollari, consegnarsi nelle mani di mafie trasnazionali e affrontare il peggiore dei viaggi possibili, durante i quali i migranti subiranno con certezza violenze di ogni tipo, umiliazioni e, soprattutto, moriranno. „La storia ufficiale non ne parla ma noi vogliamo aiutare ad aprire gli occhi perché si possa capire che certi morti sono conseguenza di strategie politiche. All’epoca dei fatti in Argentina si decise di mantenere un’apparenza di normalità e l’unico modo per farlo, per evitare le uccisioni che avrebbero richiamato media e clamore, fu la ‚desaparecion‘.

Ogni giovedì in 5 piazze d’Italia. „Le madri, i parenti di questi nuovi Desaparecidos – spiega Dora Salas, esule politica e portavoce dei ‚Familiares de Desaparecidos‘ l’Associazione fondata da Lita Boitano – si esprimono oggi esattamente come facevamo noi 35, 40 anni fa in Argentina, dicono ‚Mio figlio, mio fratello, è vivo, ne siamo sicurì e trascorrono gli anni, proprio come noi, nell’angoscia permanente di non sapere che fine abbia fatto il proprio congiunto, di non poterlo neanche piangere davanti a una tomba“. Riprendendo la modalità di protesta delle Madres de Plaza de Mayo dell’Argentina, L’iniziativa Migrare per vivere non per morire! dà appuntamento tutti i giovedì dalle 18 alle 19 in 5 piazze d’Italia (Milano Piazza della Scala, Palermo Piazza Massimo, Torino Piazza Castello, Messina davanti al Teatro Vittorio Emanuele e Roma Largo di Torre Argentina) fino al 18 dicembre Giornata Internazionale dei Migranti.

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