05. Oktober 2015 · Kommentare deaktiviert für Demo im EU-Hotspot Lampedusa: „No prison!“ – Video · Kategorien: Italien, Libyen · Tags: ,

Quelle: Askavusa

Protesta dei migranti nell’Hot Spot di Lampedusa

Questa mattina, verso le 10, circa 150 migranti rinchiusi nell’Hot Spot di Lampedusa hanno manifestato pacificamente contro la loro detenzione.

Due giorni fa, il 2 ottobre, aveva avuto luogo una prima protesta causata da un trasferimento che aveva riguardato solo una parte dei migranti presenti nella struttura. Ai migranti rimasti nel Centro era stato promesso un trasferimento già a partire da questa mattina, che però non è mai avvenuto.

Poco prima della partenza del pullman che li avrebbe portati all’imbarco del traghetto della tarda mattinata con destinazione Porto Empedocle , i migranti aspettavano all’ombra con i bagagli già pronti. Al segnale di uno di loro si sono alzati, hanno aperto degli striscioni artigianali e hanno inscenato una protesta pacifica al grido di “We don’t want Lampedusa!” e “We don’t want prison!”.

Dopo circa 15 minuti, ci hanno salutato esprimendo la loro felicità di essere finalmente prossimi al trasferimento senza aver lasciato le impronte. Ci hanno inoltre confermato di non aver avuto nessuna indicazione circa la loro destinazione una volta giunti a Porto Empedocle.

Dopo circa mezz’ora dal nostro allontanamento, abbiamo avuto notizia dell’annullamento del trasferimento, abbiamo visto la polizia presente in porto allontanarsi dalla banchina e il traghetto partire senza i migranti a bordo.

Alcune osservazioni:

  • E’ ancora difficile poter osservare un cambiamento del funzionamento del centro da quando il Cpsa è diventato Hot Spot. Quello che è certo è che dalla sua attivazione, lo scorso 21 Settembre, sono già avvenute due proteste autorganizzate da parte dei detenuti. Il procedimento di identificazione dei migranti è poco chiaro e ancora meno lo è la procedura di trasferimento dei migranti dall’Hot Spot agli altri centri dislocati in italia, così come il fantomatico “sistema quote” previsto dal nuovo regolamento europeo.
  • La Misericordia srl, che gestisce l’Hot Spot, è in procinto di aprire una sede a Lampedusa. Questo significherà l’arrivo di ingenti finanziamenti per la gestione del centro e la creazione di nuovi posti di lavoro, ovvero la progressiva dipendenza economica dell’isola dagli arrivi di migranti.
  • Allo stato attuale, nell’Hot Spot sono presenti, oltre agli operatori della Misericordia, i funzionari della Polizia italiana, la Scientifica, gli operatori di Save the children, UNHCR, OIM, Inmp e  Cisom,  tre funzionari della Polizia di Frontiera Europea (FRONTEX), che dovrebbero avere la funzione di garantire l’identificazione dei reclusi prima del loro trasferimento. L’apparat0 di controllo aumenta quindi notevolmente, andando ad appesantire ulteriormente un territorio già profondamente segnato dalla presenza di corpi e dispositivi militari.

Dimanche matin, vers 10h, environ 150 migrant-e-s enfermé-e-s dans le centre (Hotspot) de Lampedusa ont manifesté de manière pacifique contre leur détention.
Le 2 octobre déjà, ils/elles avaient manifesté contre le transfert vers la Sicile d’une partie seulement des détenu-e-s du centre. On leur promettait alors un transfert vers la Sicile (Porto Empedocle) pour ce dimanche 4 octobre, qui n’a finalement pas eu lieu.

Peu avant de monter dans le bus qui devait les conduire au port ce dimanche matin, les détenu-e-s ont ouvert des banderoles artisanales et ont commencé à manifester en criant :  “We don’t want Lampedusa!” et “We don’t want prison!”.

Ils exprimaient également leur satisfaction de quitter Lampedusa sans y avoir laissé leurs empreintes digitales, tout en confirmant au collectif sur place qu’ils ne connaissaient pas leur destination finale (une fois arrivé-e-s à Porto Empedocle).

Une demi-heure après cet événement, le collectif a été informé de l’annulation du transfert des détenu-e-s.

Quelques observations:

  • Il est difficile d’observer des changements dans le fonctionnement du centre depuis qu’il a été transformé en Hotspot le 21 septembre dernier. Cependant, deux manifestations ont déjà été organisées par les détenu-e-s. La procédure d’identification n’est pas claire et encore moins celle du transfert des migrant-e-s du Hotspot vers les autres centres en Italie, et du dit „système de quotat“ pévu dans le nouveau réglement européen;
  • La Misericordia, la coopérative qui gère le HotSpot de Lampedusa, ouvrira prochainement un bureau sur l’ile de Lampedusa. Cela sous-entend des financements considérables pour cette entité et la création de nouveaux emplois; donc la progressive dépendance économique de l’ile dans la gestion des migrant-e-s;
  • Au sein du Hotspot, en plus des opérateurs de la Misericordia, on constate la présence:  de fonctionnaires de la police italienne, de la police scientifique, des opérateurs de Save the Children, OIM, INMP, Ordre de Malte, et trois fonctionnaires de l’agence Frontex. Tous devraient garantir l’identification des détenu-e-s avant leur transfert.  L’appareil de contrôle est ainsi toujours plus manifeste, sur un territoire qui est déjà profondément marqué par la présence des corps et des dispositifs militaires.

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siehe auch: MeridioNews

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