Sbarco tragico a Ragusa, 13 morti
„Costretti a tuffarsi dagli scafisti“
Tragedia sul litorale di Scicli: gli immigrati sono annegati tentando di raggiungere la riva a nuoto dal barcone, che si era arenato. I sopravvissuti sono sbarcati tra i turisti e si sono dispersi nelle campagne. Arrestati due presunti scafisti, che secondo un testimone avrebbero costretto le vittime a tuffarsi colpendole a cinghiate. Il cordoglio di Napolitano. Altri quattordici extracomunitari naufragati sull’isolotto di Lampione: recuperati dalla Guardia costiera
di FRANCESCO VIVIANO
SAMPIERI (Ragusa) – Gridavano aiuto, gridavano dicendo di non sapere nuotare ma gli scafisti non hanno avuto pietà. Li hanno bastonati, frustati con delle cime e minacciati con i coltelli costringendoli a buttarsi in mare. E chi resisteva attaccandosi a qualsiasi cosa veniva preso e gettato in acqua. Così sono morti quei 13 disperati extracomunitari, quasi tutti eritrei o somali, che si trovavano a bordo di una imbarcazione di legno di poco più di otto metri di lunghezza che si è arenata sulla spiaggia di „Manna razza“ vicino la località balneare di Sampieri, in provincia di Ragusa. Sono stati gli scafisti a farli morire e due di loro, per fortuna, sono stati individuati e fermati da polizia e carabinieri.
Erano tra 120 e 150 a bordo di quella carretta partita alcuni giorni fa da un porto libico e giunti questa mattina sul litorale di Sampieri. Una secca ha bloccato l’imbarcazione a poche decine di metri dalla spiaggia e quasi tutti quei disperati a bordo avevano ringraziato il loro Dio pensando di essere finalmente in salvo. Ma non è andata così. Quando l’imbarcazione si è arenata gli scafisti hanno ordinato agli extracomunitari di buttarsi in acqua, alcuni sapevano nuotare molti altri no. Pensavano gli scafisti che alleggerendo l’imbarcazione potevano scappare per ritornare da dove erano partiti per fare un altro „carico“.
Ma un’altra secca li ha bloccati proprio quando sul litorale sono arrivati i primi uomini delle forze dell’ordine. Tra di loro il maresciallo capo della stazione di Scicli Carmelo Floriddia (ASCOLTA L’AUDIO), che da lontano vedeva gli immigrati incapaci di nuotare e che se rifiutavano di tuffarsi in acqua venivano colpiti con bastoni e con cime bagnate. „Quei senza Dio – dice il vicequestore di Ragusa Francesco Marino – non hanno avuto pietà, li spingevano in acqua nel tentativo di fuggire con la loro imbarcazione. Per fortuna una secca gli ha impedito di fuggire e così insieme con i colleghi carabinieri e della guardia di finanza, abbiamo fermato quelli che potrebbero essere gli scafisti“