06. August 2017 · Kommentare deaktiviert für MSF rettet 127 Bootsflüchtlinge · Kategorien: Italien, Libyen · Tags: , , ,

MSF hat 127 Bootsflüchtlinge gerettet und bis kurz vor Lampedusa gebracht. Vor Erreichen der italienischen Gewässer übergab MSF die Boat People an die italienische Küstenwache. Die libysche Küstenwache hat nach eigenen Angaben 600 Flüchtlinge, die überwiegend aus den arabischen Nachbarländern kamen, vor Sabratha abgefangen. Diese Boat-people-Zusammensetzung ist sehr ungewöhnlich. Die Angaben können nicht überprüft werden.

La Repubblica | 06.08.2017

Lampedusa ‚vietata‘ per la nave di Msf: migranti trasferiti al largo

L’imbarcazione Prudence di Medici senza frontiere che aveva a bordo 127 persone è stata raggiunta a 33 miglia dall’isola, fuori dalle acque territoriali, da due unità della Guardia Costiera

Cambio di rotta nella politica dei salvataggi dei migranti. Sono giunti in serata a Lampedusa i 127 migranti che erano a bordo della nave Prudence di Medici senza frontiere. A portarli nell’isola – dopo un trasbordo dalla stessa nave – due imbarcazioni della Guardia Costiera classe 300 uscite a 33 miglia a sud dell’isola, fuori dalle acque territoriali.

La nave di Msf non è dunque mai arrivata a Lampedusa, secondo quanto si apprende al Viminale, come prevede il codice di regolamentazione delle Ong voluto dal ministro Minniti secondo cui le organizzazioni che non lo sottoscrivono ’sono fuori del sistema di soccorso‘. Nel pomeriggio si era invece ipotizzato uno scalo della stessa nave a Lampedusa.

Le squadre della Guardia Costiera libica hanno intanto tratto in salvo 600 migranti davanti alle coste del Paese. La principale operazione di salvataggio, si legge su media online, è avvenuta al largo di Sabratah dove sono state salvate 462 persone che erano a bordo di due gommoni. Tra loro, tunisini, marocchini, algerini, libici e sudanesi.

Un altro gruppo di 128 migranti, tra cui si trovavano molte donne e bambini è stato tratto in salvo a nord di Sabratah. Infine 43 migranti di Pakistan ed altri paesi arabi e anche diverse famiglie libiche sono state salvate dalla Guardia Costiera libica al largo di Misurata alle prime ore di venerdì.

Il presidente libanese Ghassan Salamè, inviato Onu per la Libia, martedì mattina incontrerà alla Farnesina il ministro degli Esteri Angelino Alfano. E‘ il primo viaggio in Europa di Salamè da quando ha assunto la nuova funzione.

Quella di martedì sarà un’importante occasione di una valutazione approfondita del quadro politico libico  dopo gli incontri di sabato di Salamè a Tripoli, dove ha incontrato il capo del governo di unità, Fayez al Sarraj, e il ministro degli Esteri, Mohamad al Taher Siala. Il libanese Salamè ha assunto l’incarico lo scorso 22 giugno prendendo il posto dell’ex inviato Onu, Martin Kobler.

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Corriere della Sera | 06.08.2017

La nave di Msf non sottoscrive il codice sui migranti e non viene fatta entrare a Lampedusa

E il primo caso di applicazione delle nuove norme volute dal Viminale: la Vos Prudence aveva raccolto 127 persone al largo della Libia: li ha dovuti trasbordare su due unità della Guardia Costiera italiana. E Tripoli blocca la partenza di 826 migranti

La nave di Medici senza frontiere non ha sottoscritto l’intesa con il Viminale per il soccorso ai migranti e dunque non viene fatta entrare nel porto di Lampedusa. Il primo caso di applicazione (o mancata applicazione) delle regole concordate tra l’Italia e le Ong che soccorrono i migranti tra la Libia e la Sicilia si è verificato nella serata di ieri. La nave Vos Prudence, noleggiata da Msf, con a bordo 127 migranti raccolti al largo della Libia ha dovuto trasbordare gli stranieri su due unità della Guardia Costiera italiana. Lo scambio è avvenuto 33 miglia a sud di Lampedusa, al di fuori dunque delle acque territoriali italiane.

«Fuori dal sistema di soccorso»

Secondo il codice messo a punto dal ministro Minniti, le Ong che non sottoscrivono le nuove regole sono considerate «fuori dal sistema di soccorso» . Medici senza frontiere è tra le sigle che non hanno sottoscritto il patto; in particolare non è stata accettata la presenza a bordo delle navi di uomini della polizia giudiziaria italiana. «Non ammettiamo la presenza di armi a bordo» così avevano motivato nei giorni scorsi quelli di Msf il loro rifiuto. Da questo no viene fatto discendere il divieto opposto dalle autorità italiane all’ingresso della Vos Prudence nelle acque italiane e nel porto di Lampedusa.

La Libia blocca 826 migranti

Sabato è stata una giornata di «acque agitate» nella porzione del mar Mediterraneo attraversato dalle rotte dei migranti. Nel pomeriggio la Guardia Costiera libica aveva annunciato di aver fermato tre gommoni e due barche in legno che avevano preso il largo in direzione dell’Italia con a bordo complessivamente 826 stranieri. Tutti i passeggeri di quelle imbarcazioni di fortuna sono state fatte rientrare a terra. Ayoub Qassem, portavoce della Guardia costiera libica ha dichiarato che gli 826 migranti, tra cui ci sono anche molti bambini sono stati consegnati all’organismo di lotta all’immigrazione clandestina. Potrebbero insomma essere rinchiusi in campio di detenzione.

La «nave nera» segue quelle delle Ong

Un altro elemento di preoccupazione è la presenza al limite delle acque territoriali libiche della nave C-Star noleggiata da alcune organizzazioni vicine alla destra contrarie agli sbarchi dei migranti in Europa. L’equipaggio della C-Star aveva annunciato di voler sorvegliare l’attività dei natanti che compiono operazioni di salvataggio al largo della libia e ieri la «nave nera» ha a lungo bordeggiato appena al di fuori del limite delle 13 miglia marine «marcando a vista» due imbarcazioni appartenenti a Ong che hanno a lungo incrociato le acque al largo della Libia. Non ci sono stati comunque momenti di tensione

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La Stampa | 06.08.2017

Il blitz in mare delle navi di Tripoli: migranti intercettati e portati a terra

In 826 costretti a lasciare i gommoni. Voci di arresti, poi la smentita: “Li abbiamo salvati”. E a Trapani indagate 15 persone della Iuventa sotto sequestro da mercoledì scorso

Oltre 800 migranti fermati dalla Guardia costiera libica e riaccompagnati sulla terraferma. Continua senza sosta il monitoraggio per affrontare l’emergenza dei flussi migratori dalla Libia. «Grazie alle nostre dieci motovedette contribuiremo a rendere la Guardia costiera libica la più importante struttura nella lotta al traffico di esseri umani», aveva dichiarato appena un mese fa il ministro dell’Interno Marco Minniti. E le operazioni degli ultimi giorni confermano la previsione: la Guardia costiera libica ha «recuperato e salvato» 826 migranti in due diverse operazioni a nord di Sabrata. Lo riferisce il portavoce della Marina militare libica, Ayoub Qassem, in un comunicato. In un primo momento si era anche diffusa la voce che i migranti fossero stati arrestati ma non è stata confermata.

I migranti tra cui anche bambini, provengono da Marocco, Tunisia, Algeria, Siria, Libia, Sudan e altri Paesi subshariani. Viaggiavano a bordo di tre gommoni e due barche di legno. Il portavoce ha inoltre riferito che i migranti sono stati consegnati all’organismo di lotta alla migrazione clandestina. Più nel dettaglio, tra gli 826 migranti, ci sono i 464 recuperati dalla Guardia costiera di Zawia da due barconi e 362 persone imbarcate su gommoni bloccati dai guardacoste di Sabrata.

I numeri degli sbarchi del mese di luglio, del resto, rivelano un’inversione di tendenza rispetto a un anno fa. Praticamente dimezzati: 11.183 i migranti approdati in Italia via mare rispetto ai 23.552 dello stesso mese del 2016 (-52,5%).

Il potenziamento del controllo delle coste libiche, alla pari di quello lungo il confine meridionale della Libia, dà insomma i suoi frutti. E c’è da immaginare che il contrasto alle partenze dei migranti potrà essere rafforzato dalle due navi della Marina militare inviate dal nostro Paese come supporto dell’attività della Guardia costiera libica.

Prosegue intanto l’inchiesta della Procura di Trapani che mercoledì scorso ha sequestrato la nave Iuventa dell’Ong tedesca Jugend Rettet. Al momento sono 15 le persone iscritte sul registro degli indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Si tratta dei componenti dei tre equipaggi a bordo della Iuventa durante i tre episodi contestati dal procuratore Ambrogio Cartosio e dai pm Andrea Tarondo e Antonio Sgarella, che hanno condotto le indagini in collaborazione con la Squadra mobile di Trapani e lo Sco (il Servizio centrale operativo della polizia). Sono stati infatti identificati i giovani che il 10 settembre 2016 e il 18 e 26 giugno scorso erano sulla nave. Sono sospettati di essere stati complici dei trafficanti di esseri umani. Le «consegne concordate» sono state fotografate da un poliziotto sotto copertura che ha ripreso scene inequivocabili: migranti non salvati ma accompagnati a bordo della Iuventa, scafisti aiutati a tornare indietro dai volontari tedeschi.

Le indagini si concentrano ora sui quindici indagati per accertare contatti telefonici, a conferma che siano stati chiamati direttamente dagli scafisti per andare a recuperare i migranti. Nel decreto di sequestro preventivo della Iuventa firmato dal gip Emanuele Cersosimo si legge che la leader del team, Katrin, e un ragazzo, ignari di essere intercettati in mezzo al mare, «parlano del previsto inizio missione per la mezzanotte del giorno successivo». Com’è possibile che sapessero con 24 ore di anticipo che ci sarebbero stati migranti da soccorrere? Su questo stanno lavorando inquirenti e investigatori.

Per quanto concerne, invece, le voci di altre Ong sotto inchiesta, Medici Senza Frontiere (che lunedì scorso non ha firmato il Codice di condotta al Viminale) precisa di «non aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dalla Procura di Trapani né da altre Procure in merito alla presunta inchiesta sulla nostra attività di ricerca e soccorso in mare. Le accuse ci erano state rivolte dai Media già alcuni mesi fa, ma non erano seguite altre azioni o informazioni».

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