Quelle: Antonio Mazzeo Blog [IT] | [FR]
In Sicilia la centrale Ue per la guerra alle migrazioni mediterranee
Bruxelles estende a 138 miglia nautiche a sud della Sicilia l’area delle operazioni militari e d’intelligence di Frontex, amplia il budget finanziario per il “contenimento” delle imbarcazioni di migranti e istituisce a Catania una centrale mediterranea dell’agenzia per il controllo delle frontiere esterne Ue. “L’area operativa dell’operazione Triton viene estesa così sino a 80 chilometri dalla costa libica ma le unità aeree e navali potranno fare ingresso nelle acque del Paese su richiesta d’intervento per operazioni di soccorso e salvataggio”, ha riferito il direttore esecutivo di Frontex, Fabrice Leggeri. “Il centro di coordinamento di Triton sarà aperto prima possibile a Catania dove le autorità locali ci hanno offerto una sistemazione che i nostri ufficiali hanno trovato idonea. La base regionale di Catania costituisce un progetto pilota, che potrà essere replicato anche in altri Stati membri, e riguarda i cosiddetti hotspot, i centri proposti dalla Commissione dell’Unione europea nella sua Agenda per l’immigrazione dove concentrare gli sbarchi dei migranti e sottoporre questi ultimi a un primo screening. L’idea è di mettere a punto un sistema in cui il porto di sbarco è vicino al centro di prima accoglienza, dove i migranti saranno intervistati ed ospitati per un breve periodo prima di essere trasferiti”. Secondo le primi indiscrezioni sarebbero già cinque gli hotspot individuati in Sicilia (Augusta, Catania, Lampedusa, Porto Empedocle e Pozzallo), mentre i team di Frontex coordineranno le attività di Triton dal centro di Catania in “stretto contatto” con le autorità civili e militari italiane e i funzionari dell’Ufficio di polizia europeo “Europol”, dell’Unità di cooperazione giuridica “Eurojust” e dell’Agenzia europea per l’asilo “Easo”. “La ragione per la quale ho fatto questa proposta all’Italia – spiega Fabrice Leggeri – sta nel bisogno di avere, a livello locale, ufficiali in grado di coordinare e mettere a punto le dimensioni tecniche e logistiche del lavoro per le attività di seconda linea, quelle condotte cioè dagli intervistatori sul campo (screeners e debriefers), che possono individuare migranti con informazioni di intelligence importanti per Europol, impegnata nell’operazione contro i trafficanti Jot Mare o chiedere l’intervento di Easo per i soggetti vulnerabili”.