25. Oktober 2013 · Kommentare deaktiviert für Eritreer bringen Särge vor die italienische Abgeordnetenkammer · Kategorien: Italien · Tags: , ,

Die eritreische Community demonstriert in Rom gegen die Abschottung der EU und gegen das eritreische Regime. Die DemonstrantInnen stellen zwei Särge – einen für einen Erwachsenen und einen Kindersarg – vor die italienische Abgeordnetenkammer (Montecitorio) ab. Auf dem grossen Sarg ist die Zahl 369, auf dem kleinen die Zahl 1 notiert – in Erinnerung an die ertrunkenen Boat-people vor Lampedusa am 03.10.2013. Siehe auch Fotos unten.

Die Wut der DemonstrantInnen gegen die Festung Europa rührt daher, dass den Flüchtlingen die freie Überfahrt über das Mittelmeer verweigert wird und im Lauf der letzten zwei Jahrzehnte abertausende Flüchtlinge auf „heimlichen“ Bootsfahrten im Mittelmeer umgekommen sind. Und die Wut richtet sich auch dagegen, wie in Europa mit den toten Boat-people und den Überlebenden umgegangen wird: Die italienische Regierung hat das Staatsbegräbnis für die Toten der Schiffstragödie vom 03.10.2013 abgesagt und in grosser Hast viele Tote auf verschiedenen Friedhöfen anonym ohne Feier begraben lassen. Zahlreichen Überlebenden und Angehörigen wurde die Teilnahme an den Begräbnissen verweigert. Zu der symbolischen Staatstrauerfeier in Agrigent wurde der eritreische Botschafter, nicht aber die Überlebenden und Angehörigen eingeladen.

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Le bare davanti a Montecitorio per la strage di Lampedusa

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La comunità eritrea porta due bare davanti alla Camera in segno di contestazione per come l’Italia ha gestito il naufragio del 3 ottobre e l’emergenza migranti

Le bare davanti a Montecitorio per la strage di Lampedusa

 

bare montecitorio protesta eritrea 1

Due bare distese una accanto all’altra. Una grande e scura, l’altra più piccola e bianca, e un numero inciso sopra: 369. Photocredit: Twitter/@EleonoraCamilli

LA MANIFESTAZIONE A MONTECITORIO DELLA COMUNITÀ ERITREA – A piazza Montecitorio la comunità eritrea ha scelto così di ricordare al governo italiano la strage di Lampedusa. In una manifestazione nata per contestare la gestione dei funerali della strage del 3 ottobre scorso, ma anche per chiedere un impegno serio all’Italia sul fronte dell’immigrazione: dalla revisione della legge Bossi-Fini alla definizione di una legge sull’asilo. «I profughi: vittime di una società barbara e innocente», si legge nello striscione che hanno affisso sotto la piazza del Parlamento. E ancora: «Mediterraneo mare di morte, Eritrea paese di morte», «Abbasso i mercanti di morte», recitano gli altri cartelli. Mentre tutti i partecipanti indossano una maglietta nera con su scritto «l’unico responsabile della tragedia di Lampedusa è il regime di Afwerky».

L’ITALIA E I RAPPORTI CON AFWERKY – «Abbiamo deciso di organizzare questa manifestazione per contestare l’Italia e il modo in cui ha gestito la situazione – spiega Desbele Mehari, uno dei promotori della manifestazione – Prima di tutto per quanto riguarda i funerali delle vittime di Lampedusa. Prima l’Italia ha annunciato funerali di Stato, poi le esequie sono state svolte, quasi di nascosto ad Agrigento, dove parenti e amici per il poco preavviso non sono potuti andare. E soprattutto non hanno permesso ai superstiti di partecipare, ma hanno invitato l’ambasciatore eritreo. È una cosa assurda e scandalosa, perché questo signore rappresenta il governo eritreo che è invece l’unico responsabile della strage. L’Italia non dovrebbe intrattenere rapporti diplomatici con regimi dittatoriali come quello di Afwerky». Al centro del presidio però anche la gestione dell’accoglienza in Italia. La comunità eritrea chiede di sapere che fine faranno i superstiti di Lampedusa, ma soprattutto che indirizzo intende prendere l’Italia sulla gestione dei profughi.

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