20. März 2018 · Kommentare deaktiviert für „NGOs warn of intimidation as Italy seizes migrant rescue ship“ · Kategorien: Italien, Libyen · Tags: , , ,

Al Jazeera | 20.03.2018

Vessel refused to hand refugees to Libyan coastguard and docked in Italy, where officials opened probe against crew.

by Ylenia Gostoli

Rome, Italy – Human rights groups have warned of a campaign of intimidation after Italian authorities seized a Spanish rescue ship and threatened criminal charges against some of its crew members who refused to hand over rescued refugees and migrants to the Libyan coastguard.

The NGO Proactiva Open Arms said its vessel responded to boats in distress in international waters off the coast of Libya on March 15.

The vessel took the 216 rescued refugees and migrants to the Sicilian port of Pozzallo port on March 17, where the ship was seized.

Complications in the operation began when the NGO attended to the second boat in distress.

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20. März 2018 · Kommentare deaktiviert für Libysche Küstenwache wurde von Italien mit Pushback beauftragt · Kategorien: Italien, Libyen, Spanien · Tags: , , ,

ADIF | 17.03.2018

Minniti con la Guardia costiera “libica” affonda il diritto internazionale. Ancora fango sulle ONG

di Fulvio Vassallo Paleologo

Ancora una volta durante una operazione di soccorso in acque internazionali, ben lontano dalle acque territoriali, una motovedetta libica ha cercato di sequestrare persone che erano state già soccorse da un gommone di servizio alla nave umanitaria della ONG spagnola Open Arms, intimando la “restituzione” di donne e minori per ricondurli in un centro di detenzione a Tripoli.

Già lo scorso anno, pochi giorni dopo l’entrata in vigore del “Codice di condotta” imposto da Minniti, ad agosto, i libici avevano aperto il fuoco su un mezzo di soccorso di Open Arms. La vicenda di oggi ha riconfermato l’isolamento delle navi umanitarie che ancora si ostinano a soccorrere vite umane in acque internazionali sulla rotta del Mediterraneo centrale, mentre le navi di Frontex sono state ritirate e gli assetti navali dell’operazione Eunavfor Med, rinforzati anche da unità della Marina militare italiana, stanno a guardare la caccia dei libici alle imbarcazioni ,che malgrado la intensificazione della lotta contro i trafficanti, continuano a partire dalla Libia non appena le condizioni meteo migliorano.

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20. März 2018 · Kommentare deaktiviert für Open Arms Chronik auf ara.cat · Kategorien: Italien, Spanien · Tags: , ,

ara.cat | 20.03.2018

Viatge al Mediterrani, la frontera més perillosa

Un equip de l’ARA s’embarca a l’Open Arms, un vaixell de rescat de refugiats al Mediterrani Central. Volem explicar les històries dels nàufrags i com és la feina quotidiana dels voluntaris de l’ONG badalonina a la frontera més letal del planeta.

CRISTINA MAS i XAVIER BERTRAL
A bord de l’Open Arms

DIA 9: 20/03/2018
Esperant la decisió del jutge al port de Pozzallo
Pozzalo (Sicília)


21:01 Els moments més dramàtics de l’última expedició del vaixell de rescat ‚Open Arms‘


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20. März 2018 · Kommentare deaktiviert für Libysche Küstenwache: „Gebt uns die Migranten oder wir bringen euch um“ · Kategorien: Italien, Libyen, Spanien, Video · Tags: , ,

La Repubblica | 20.032.2018

Drei Mal fordert das Patrouillenschiff der libyschen Küstenwache auf Englisch die LebensretterInnen des NGO-Schiffs „Open Arms“ auf, die Migranten zu übergeben, „sonst werden wir euch umbringen“.

Hier die Video Dokumentation mit unten stehendem Bericht.

„Dateci i migranti o vi uccidiamo“. La minaccia dei libici alla Open arms

Sono le fasi concitate del soccorso di giovedì scorso, quando le lance della ong Open arms si incrociano con una motovedetta libica, dopo aver imbarcato bambini e mamme e aver dato i giubbotti di salvataggio agli uomini sul gommone. „Dateci i migranti o vi uccidiamo“, ripete tre volte un libico con un megafono. Lo documentano le immagini della giornalista di Ara.cat Cristina Mas, che ha realizzato un diario di bordo nella Open arms. Poi si vede il tentativo di contatto via radio tra la nave ong e la motovedetta. Alla fine i libici non riescono a prendere i migranti.

a cura di Giorgio Ruta

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Il Manifesto | 21.03.2018

«Dateci i migranti o vi uccido». Ecco come la Libia fa i soccorsi

Di mare in peggio. L’Italia e l’Europa fingono di non vedere come lavora la Guardia costiera di Tripoli

Marina Della Croce

Ci sono le mail che dimostrerebbero come a ordinare alla ong spagnola Open Arms di sbarcare a Pozzallo i migranti che aveva tratto in salvo sarebbe stata la Guardia costiera di Roma, che coordinava i soccorsi. Così come ci sono le registrazioni sempre tra il centro di controllo marittimo di Roma e la nave Open Arms che dimostrano la richiesta di intervenire in soccorso di un gommone in difficoltà in acque internazionali. E infine c’è un video, che definire eloquente è dir poco, che testimonia senza ombra di dubbio le minacce rivolte dall’equipaggio di una motovedetta libica ai volontari della Open Arms. «Si fatica a trovare un fondamento per la contestazione del reato di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina» ha spiegato ieri l’avvocato Gaetano Mario Pasqualino, uno dei legali che assistono la Proactiva Open Arms dal momento in cui la nave della ong, dopo essere approdata a Pozzallo, è stata posta sotto sequestro dalla procura di Catania che ha anche indagato il comandante, Marc Reig e la capomissione Anabel Montes. «Quello del sequestro della nave è forse il caso più inquietante dall’inizio delle operazioni di discredito contro le ong che compiono salvataggi in mare sopperendo alle carenze degli Stati», ha proseguito il legale.

Come operano, le pressioni e le continue minacce che i volontari impegnati nel Mediterraneo sono costretti a subire è ben documentato nel video fatto circolare dalla ong spagnola. Pochi minuti nei quali si vedono le lance della Open Arms con già a bordo le donne e i bambini avvicinate dalla motovedetta libica che pretende che gli vengano consegnati i migranti tratti in salvo. Momenti concitati durante i quali dall’imbarcazione di Tripoli vengono rivolte pesanti minacce ai volontari: «Avete tre minuti per darci i migranti o vi uccido», urla un militare. E ancora: «Avete trenta secondi o vi uccido». A bordo delle lance donne e bambini seguono quanto accade con sguardi pieni di paura mentre i volontari cercano di prendere tempo e si rifiutano di obbedire agli ordine della Guardia costiera di Tripoli.

E’ il modello libico di ricerca e soccorso dei migranti, quello che l’Italia e l’Europa preferiscono far finta di non vedere. Con in più il fatto, non secondario, che la Libia non possiede una propria area Sar (ricerca e salvataggio) né può considerarsi un porto sicuro dove trasferire in migranti tratti in salvo come impone invece il diritto internazionale. Come non ha mancato di sottolineare l’avvocato Pasqualino nel contestare le accuse mosse alla ong dalla procura di Catania. ««Una zona Sar libica non risulta negli atti ufficiali delle organizzazioni internazionali», ha spiegato il legale. Per quanto riguarda poi un’altra delle accuse rivolte dai magistrati siciliani alla Proactiva, ovvero quella di non aver fatto sbarcare i migranti a Malta, porto più vicino al punto dell’avvenuto soccorso, il legale per il legale sarebbero mancate le condizioni per farlo: «I maltesi dopo aver aiutato l’equipaggio della Open Arms nelle complicatissime operazioni di soccorso della bambina di appena tre mesi che versava in pericolo di vita, non avevano dichiarato la propria disponibilità né avevano ricevuto la richiesta della Spagna» ad aprire un proprio porto. Richiesta che in seguito è stata invece accettata dall’Italia.

La scorsa estate la procura di Catania ha reso nota di aver avviato una clamorosa inchiesta sulle ong attive nel Mediterraneo centrale ipotizzando presunti contatti tra i volontari che salvavano i migranti e i trafficanti di uomini. Inchiesta che finora però sembra di fatto essersi arenata. Adesso le nuove, pesantissime contestazioni alla ong spagnola.

Sulla vicenda della Open Arms il neo deputato di +Europa e segretario di Radicali italiani Riccardo Magi ha annunciato di voler presentare un’interrogazione parlamentare ai ministri degli Interni e degli Esteri nella prima seduta della Camera. Nel frattempo le accuse alla ong spagnola, e il sequestro di una delle sue navi, riduce al minimo il numero delle ong impegnate nei salvataggi. L’allarme arriva da Sos Mediterranee, ormai rimasta sola a operare nel Mediterraneo: «Dopo un inverno in mare, la Aquarius torna nelle acque internazionali. Sarà l’unica nave di una ong ancora nella zona. Compromettere le operazioni di soccorso – conclude la ong – equivale a mettere in pericolo le vite dei migranti».

19. März 2018 · Kommentare deaktiviert für Kriminalisierung Seenotrettung – Proactiva Open Arms – aktuell · Kategorien: Italien, Libyen, Spanien · Tags: , ,

Oscar Camps, Gründer der NGO „Proactiva Open Arms“, deren Schiff gestern von der Staatsanwaltschaft Catania beschlagnahmt wurde, kritisiert scharf die Aufforderung, dass sie die in internationalen Gewässern geretteten Boat-people der libyschen Küstenwache hätten übergeben sollen. Dazu hatte sie die italienische Seenotrettungsstelle per Funk sowie die Besatzung eines libyschen Patrouillenschiffs aufgefordert – unter Drohung zu schießen! Oscar Camps wies diese Aufforderung der Beteiligung an einer Pull-Back-Aktion auf einer Pressekonferenz heute prinzipiell zurück.

Nach der Weigerung, die Flüchtlinge nach Libyen zu übergeben, hatte Italien die Anlandung der 216 geretteten Boat-people verweigert. Die Bürgermeisterin von Barcelona, Ada Colau, erreichte als Vermittlerin, dass das Schiff in Sizilien anlegen konnte. Daraufhin ließ die Staatsanwaltschaft Catania das Schiff beschlagnahmen und leitete gegen die „Verbrecher der Solidarität“ ein schwerwiegendes Strafverfahren ein. Dem Anwalt wurde bislang die Akteneinsicht verweigert. Es zeichnet sich ab, dass die Frage der engagierten, bürgerrechtlichen Seenotrettung direkt auf See entschieden werden wird, als Rettung auch gegenüber dem Push-Back in die libyschen Konzentrationslager, und in einer Protestmobilisierung an Land.

La Vanguardia | 19.03.2018

216 Immigrantes Rescatados: El barco de Proactiva Open Arms sigue retenido en Sicilia a la espera de una acusación

El fundador de la ONG, Oscar Camps, critica que se les tache de grupo criminal por rescatar a inmigrantes y afirma que entregar a los rescatados a Libia “equivale a llevar una devolución en caliente”

El fundador de Proactiva Open Arms, Oscar Camps, ha explicado este lunes que el barco de la ONG sigue retenido en un puerto de la isla italiana de Sicilia , donde llegó el fin de semana tras rescatar a 218 inmigrantes que se encontraban a la deriva en el Mar Mediterráneo.

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18. März 2018 · Kommentare deaktiviert für Berlin: „Zur Kriminalisierung von Fluchthelfer*innen am Beispiel von Salam Aldeen“ · Kategorien: Deutschland, Griechenland, Termine [alt] · Tags:

Vortrag und Diskussion am 10. April 2018

Veranstaltungsort

Bildungswerk Berlin der Heinrich-Böll-Stiftung,
Sebastianstr. 21
10179 Berlin

Termin

Dienstag, den 10. April 2018, 18 – 20.30 Uhr
(Anmeldeschluss: 09.04.2018)

Thema

Salam Aldeen kam nach Lesbos, um als freiwilliger Rettungsschwimmer Leben zu retten – jetzt benötigt er selbst Hilfe. Weil er Geflüchtete vor dem Ertrinken rettete, drohen ihm zehn Jahre Haft. Am 7. Mai wird sein Prozess wegen „Menschenschmuggels“ auf Lesbos stattfinden.

Salam Aldeens Fall steht beispielhaft für die zunehmende Kriminalisierung von Fluchthelfer*innen an den Außengrenzen Europas. Gemeinsam mit ihm und weiteren Gästen werden wir diskutieren, welchen Einfluss die europäische Politik, Medien und das allgemeine soziale Klima auf die öffentliche Meinung dazu nehmen (können). Wie lassen sich grundlegende humanitäre Werte verteidigen? Und wie kann den Kriminalisierten geholfen werden?

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17. März 2018 · Kommentare deaktiviert für „Libysche Küstenwache bedroht Flüchtlingshelfer mit Waffen“ · Kategorien: Italien, Libyen · Tags: , ,

Süddeutsche Zeitung | 16.03.2018

  • Eine spanische Hilfsorganisation ist bei der Rettung von Migranten auf dem Mittelmeer nach eigenen Angaben von der libyschen Küstenwache mit Waffen bedroht worden.
  • Die Organisation weigerte sich dennoch die geretteten Menschen an die libyschen Behörden zu übergeben.
  • Der italienische Senator und Menschenrechtsexperte Luigi Manconi nannte den Vorfall eine „Aktion an der Grenze zur Piraterie“.

Bei einem Rettungseinsatz im Mittelmeer ist die spanische Hilfsorganisation Proactiva Open Arms nach eigenen Angaben von der libyschen Küstenwache mit Waffen bedroht worden. Zum Zeitpunkt des Zwischenfalls hatte die Organisation mehr als 200 Flüchtlinge an Bord und befand sich in internationalen Gewässern, etwa 120 Kilometer entfernt von der libyschen Küste.

Der Organisation zufolge soll die Küstenwache die Helfer aufgefordert haben, ihnen die Menschen auf ihr Schiff zu übergeben. Als sich die Organisation allerdings weigerte, habe die Küstenwache gedroht zu schießen, erklärte eine Sprecherin der Organisation Proactiva Open Arms. Trotz der Drohung sollen sich die Helfer weiter geweigert haben. Das libysche Schiff zog sich schließlich zurück.

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05. März 2018 · Kommentare deaktiviert für Migranti, nuovo naufragio al largo della Libia. I sopravvissuti: „Almeno 21 morti“ · Kategorien: Italien, Libyen · Tags: , ,

Wieder ist ein Boot im libyschen Meer gekentert. Überlebende sprechen von mindestens 21 Toten. 72 Boat People konnten gerettet werden und befinden sich an Bord der Aquarius (SOS Mediterranee), die auf dem Weg nach Sizilien ist.

Repubblica | 05.03.2018

Settantadue persone sono state salvate e ora stanno facendo rotta verso la Sicilia a bordo della nave Aquarius di Sos Mediterranee. Nessuna notizia di un altro barcone. Accuse alle motovedette libiche: comportamento aggressivo, una sarebbe entrata in rotta di collisione con la nave umanitaria

di ALESSANDRA ZINITI

Sarebbero 21, tra cui quattro donne, una delle quali incinta, le vittime del nuovo naufragio nel Mar mediterraneo di cui hanno riferito i 72 migranti salvati da un mercantile di passaggio e ora a bordo della nave Aquarius di Sos Mediterranee. E da ieri non si hanno più notizie di una barca che aveva lanciato l’Sos. La nuova tragedia è avvenuta sabato notte. Questo il racconto di uno dei superstiti: „Eravamo in 51 a bordo di una barca in legno, ma quando nella notte è cominciata ad entrare acqua e la gente è andata in panico, l’imbarcazione ha cominciato ad affondare e le persone sono cadute in acqua. C’erano cinque donne a bordo, quattro sono annegate, una di loro era incinta, io ho perso mio fratello“, ha raccontato un giovane gambiano.

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23. Februar 2018 · Kommentare deaktiviert für „Tödliche Kumpanei auf hoher See“ · Kategorien: Deutschland, Mittelmeer · Tags:

nd | 23.02.2018

Gutachten des Wissenschaftlichen Dienstes im Bundestag: EU verstößt im Mittelmeer gemeinsam mit Libyen gegen internationales Recht

Von Uwe Kalbe

Die Zahlen der Mittelmeerflüchtlinge sinken. Im letzten Jahr waren es laut Frontex 119 000 Menschen, die die EU auf der zentralen Mittelmeerroute erreichten – dies seien 60 Prozent weniger gewesen als im Jahr zuvor. Auch weniger Todesopfer sind zu beklagen. Rund 3100 Menschen ertranken auf ihrer Flucht über das Mittelmeer – nach offiziellen Erkenntnissen der Internationalen Organisation für Migration (IOM). 2016 waren es noch 2000 mehr gewesen.

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18. Februar 2018 · Kommentare deaktiviert für „Migranti di nuovo in mare, in 110 a bordo di un gommone recuperato al largo della Libia“ · Kategorien: Libyen · Tags: , ,

Nach zwanzig Tagen relativer Ruhe im zentralen Mittelmeer hat die spanische NGO ProActive gestern 110 Boat People von einem Gummiboot geborgen.

La Stampa | 18.02.2018

È il primo episodio che avviene nel Mediterraneo centrale dopo una ventina di giorni di calma piatta, nei quali non ci sono stati avvistamenti né allarmi

FABIO ALBANESE
CORRISPONDENTE DA CATANIA

Un gruppo di 110 migranti a bordo di un gommone, è stato recuperato dalla Ong spagnola ProActiva Open Arms 60 miglia al largo della Libia. Secondo la Ong, i migranti hanno passato in mare diverse ore e «in condizioni durissime e a temperature gelide». È il primo episodio che avviene nel Mediterraneo centrale dopo una ventina di giorni di calma piatta, nei quali non ci sono stati nè avvistamenti né allarmi né salvataggi di migranti, se si eccettua un gruppo di 87 tunisini recuperati dalla Guardia costiera italiana e sbarcati ieri a Pozzallo, in Sicilia. Altri 48 tunisini erano stati recuperati due giorni fa al largo di Sfax dalla loro Guardia costiera e riportati in patria.

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