Internazionale | 30.03.2017
L’avvocata libica che ha portato in tribunale l’accordo con l’Italia sui migranti
È l’avvocata più famosa della Libia, vive tra il Canada e Tripoli, e si occupa da tempo di diritti umani in uno dei paesi più complicati del mondo. Ora Azza Maghur, insieme ad altri cinque connazionali, ex politici e giuristi, ha presentato un ricorso in tribunale contro il memorandum d’intesa tra Tripoli e Roma firmato lo scorso 2 febbraio dal presidente del consiglio italiano Paolo Gentiloni e dal premier del governo di unità nazionale libico (Gna) Fayez al Sarraj. L’accordo dovrebbe fermare il flusso di migranti che arrivano sulle coste italiane attraversando il mar Mediterraneo. Ma secondo Maghur, figlia di un ex ministro degli esteri e ambasciatore della Libia presso le Nazioni Unite, l’intesa è illegittima e incostituzionale.
Il 22 marzo la corte d’appello di Tripoli ha accolto il ricorso, ha dato ragione a Maghur e ai suoi colleghi e ha sospeso il memorandum, in attesa delle udienze del processo. “È solo il primo passo di questa battaglia legale”, dice l’avvocata a Internazionale. “Le istituzioni statali libiche sono deboli e la loro autorità è contestata”. Il governo di Tripoli guidato da Al Sarraj, l’unico riconosciuto dall’Italia e dalla comunità internazionale, è in un momento di particolare vulnerabilità. La Russia sembra pronta a un ritorno in Nordafrica e corteggia il maresciallo Khalifa Haftar sostenuto dal parlamento di Tobruk che è stato eletto nel 2014 e non riconosce l’autorità del governo di unità nazionale insediato a Tripoli.