23. Juli 2015 · Kommentare deaktiviert für Italien: Verhandlungen mit libyschen Fluchthelfern dementiert · Kategorien: Europa, Italien, Libyen · Tags: , ,

Quelle: Corriere della Sera

Italiani rapiti, Alfano: «Non esclusa la pista degli scafisti, ma non si tratta»

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Il messaggio su Facebook
Nel suo profilo Facebook, il «Comando generale delle forze armate – operazioni dell’esercito nazionale», che fa capo al generale Khalifa Haftar, con sede a Tobruk, ha oggi accusato le milizie di Zuara (Zuwarah), legate alla coalizione Alba della Libia (Fajr) che sostiene il governo di Tripoli, come responsabili del rapimento, un sequestro per scambiarli con scafisti libici detenuti: nella «notizia urgente» si legge che «nostre fonti confermano che le milizie della cosiddetta Fajr Libia di Zuara sono responsabili del sequestro dei quattro italiani».

Nel messaggio si legge che il sequestro avrebbe lo scopo di «fare pressioni sull’Italia e ottenere la liberazione di sette libici arrestati per traffico di esseri umani nel Mar Mediterraneo». Anche il politico libico Abdullah Naker, presidente del partito al Qimma, fedele al governo di Tobruk, ha rilanciato l’accusa contro le milizie di Alba della Libia (Fajr). Naker ha ricordato che «il rapimento è avvenuto nella zona intorno a Mellitah». «Sappiamo tutti -ha continuato- che è controllata dalle milizie di Fajr. Queste milizie non sono nuove a questo genere di provocazioni ed hanno già rapito in passato alcuni diplomatici: collaborano con i gruppi criminali e questo è il risultato». Naker ha invitato la comunità internazionale a prendere coscienza della «reale situazione in Libia» e ha aggiunto che «da tempo questi gruppi portano avanti provocazioni per chiedere soldi e imporre l’assunzione di persone a loro vicine nel porto di Mellitah». […]

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Quelle: R.it

Italiani rapiti in Libia, il governo: „Nessuna ipotesi di trattativa con gli scafisti“

Milizia islamista Fajr Libya: „Non li abbiamo presi noi, sappiamo che si trovano nel sud-ovest del Paese e che entro dieci giorni saranno liberi“

ROMA – „Non siamo stati noi a rapirli, ma presto saranno liberi“. Così il portavoce di Fajr Libya – la milizia islamista che ha imposto un governo parallelo a Tripoli, in Libia – il quale in serata ha fatto sapere che il suo gruppo „non è dietro il rapimento dei quattro italiani„. „Non sappiamo chi li ha presi – ha detto Alaa Al Queck – ma sappiamo che gli italiani si trovano nel sud-ovest“ del Paese „e che entro dieci giorni saranno liberi“.Sulle motivazioni politiche del sequestro o sull’eventuale pagamento di un riscatto, Al Queek ha aggiunto: „Ignoriamo i rapitori e dunque non ne conosciamo il motivo del gesto, ma quando lo sapremo lo riveleremo“. La stessa fonte ha detto che Fajr Libya „sta cooperando con il ministero dell’Interno libico sulla vicenda“.

Di sicuro c’è che al momento non c’è stata ancora alcuna rivendicazione del rapimento dei quattro – Gino Pollicardo, Fausto Piano, Filippo Calcagno e Salvatore Failla – di cui non si hanno più notizie da domenica sera

Il quotidiano online libico Akhbar Libia24, citando fonti di Sabrata, città sulla costa nord-occidentale del Paese, ha scritto che gli italiani „sarebbero stati portati in una zona desertica dove è facile trovare nascondigli“. Secondo le fonti, „i rapitori „hanno fatto scendere gli italiani dalla loro macchina, e li hanno fatti salire su un’auto obbligandoli a lasciare i loro telefoni cellulari“. Il sito aggiunge che „l’autista dell’auto degli italiani è stato legato e abbandonato nel deserto“.

Intanto, non ha trovato conferma la pista del rapimento a opera di scafisti (scesi in campo per ‚vendicarsi‘ del ruolo in prima linea dell’Italia nel controllo delle coste) né quella sostenuta dal governo di Tripoli secondo il quale la mossa sarebbe opera di Jeish al Qabail (Esercito delle tribù), alleati del generale Khalifa Haftar, una formazione mista composta sia da arabi sia da berber. Ma in un panorama frammentato e caotico come quello libico, piovono accuse reciproche che rendono molto nebuloso il panorama.

Proprio sull’ipotesi di una richiesta di scambio con scafisti detenuti, il ministro dell’Interno, Angelino Alfano ha risposto a SkyTg24: „Faremo di tutto per liberarli. Non credo che possiamo escludere una pista, ma facciamo lavorare chi ha titolo a farlo e a farlo nel silenzio. Nessuno può dire se il rapimento possa essere attribuito“ alla lotta agli scafisti. Successivamente, una nota diramata dal Viminale ha aggiunto: „L’unica cosa esclusa è che si tratti con gli scafisti“.

Sulla vicenda, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, da Malta ha dichiarato: „Tutti sono nel mirino: è nel mirino qualunque Paese che si batta per la tolleranza, la civiltà e il rispetto delle vite umane“. Questo rapimento – ha proseguito – rappresenta una ferita aperta che speriamo si possa risolvere nel più breve tempo possibile“.  L’impegno dell’Italia per la soluzione della vicenda  – ha poi concluso – è „molto forte“.

I quattro tecnici italiani della ditta di costruzioni Bonatti sono stati fermati mentre rientravano dalla Tunisia a Mellitah, nella zona di Sebrata.

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