10. Mai 2015 · Kommentare deaktiviert für Libyen: Kommentierter Presseüberblick [it] · Kategorien: Libyen, Mittelmeer · Tags: , ,

Diritti e Frontiere

Le autorità locali libiche arrestano centinaia di profughi prima dell’imbarco, mentre a New York l’Italia e la Mogherini insistono per un piano ONU su interventi di polizia internazionale in Libia.

Tutti parlano di Libia, hanno scoperto tardivamente che anche in quel paese i migranti, considerati tutti „illegali“, vengono bloccati dalla polizia o dalla Guardia costiera, e nessuno scrive che gli arresti dei migranti in procinto di partire verso l’Italia sono frutto di inziative delle autorità locali. Autorità locali come il governo di Tobruk, le milizie di Misurata, le autorità militari di Tripoli, di Zawia o di Zuhara, o il cd. governo libico di Tripoli, che cercano di accreditarsi con i governi europei per ricevere finanziamenti ed entrare a pieno titolo nel Processo di Khartoum che prevede il coinvolgimento dei paesi di transito nelle attività di blocco e di respingimento verso i paesi di origine.

L’ambasciatore libico, venuto in Italia su mandato del governo di Tobruk, è riuscito ad attribuirsi il merito di avere bloccato barconi in partenza dalla costa verso la Sicilia, mentre in realtà, come riferisce da giorni la stampa internazionale, quei barconi sono stati bloccati dalla Guardia costiera di Misurata, che notoriamente non risponde ai comandi delle autorità di Tobruk. E si spaccia per islamista il governo della città di Misurata, quando le forze di quella stessa città sono oggetto di frequenti attacchi da parte dei tagliagole che in Libia hanno innalzato la bandiera nera di Isis.

Ma forse la notizia è vecchia di qualche giorno, o in Libia si è scatenata una nuova caccia ai migranti… questa notizia risale al 3 maggio, diffusa su siti stranieri

Chi viene bloccato dalla polizia in Libia, prima dell’imbarco o dopo la partenza, rischia di finire nelle mani di trafficanti torturatori e di restare rinchiuso per mesi in centri di detenzione terribili.

Una montagna di menzogne montate ad arte sta alimentando la paura dell’invasione e del terrorismo, per legittimare interventi militari che tendono in realtà a proteggere gli interessi economici occidentali ( ed italiani) in Libia. nessuna attenzione per i diritti ed i corpi dei migranti ingabbiati in Libia ed in altri paesi di transito, come l’Egitto. Una politica disumana e prassi di polizia che violano la dignità della persona vengono spacciate all’opinione pubblica europea, alla vigilia di importanti scadenze elettorali, come fattori di sicurezza.

Nel silenzio dell’informazione, al servizio di quella che sta diventando la dittatura della maggioranza, i governi europei spingono verso interventi militari „mirati“ in Libia, per combattere l’immigrazione „illegale“, definita così anche se tutti sanno che le persone che sbarcano in questi giorni in Italia sarebberotutet o quasi ( come lo sono state lo scorso anno) titolari del diritto all’ingresso in un paese Schengen per l’esame di una istanza di protezione internazionale.

Migliaia di persone in Libia sono condannate in questo momento a morte o alla tortura, se non alla prigionia a tempo indeterminato in centri di raccolta che sono saldamente in mano alle milizie che trattano con i trafficanti. Chi riesce ad arrivare dalla Libia oggi racconta storie terribili. Ma l’Unione Europea non vede e non sente ed il Commissario UE all’immigrazione Aramopoulos vola al Cairo per concordare la politica europea sul contrasto dell’immigrazione „illegale“ con l’Egitto.

Tutti coloro che diffondono informazioni fuorvianti, come chi sta trattando per aprire campi di raccolta nei paesi di transito come il Niger, o per un intervento militare dalle conseguenze imprevedibili, sono oggettivamente responsabili di queste vittime. Bisogna aprire canali umanitari, con visti di ingresso per motivi umanitari da rilasciare nei paesi confinanti le zone di crisi. In Italia va emanato un decreto che riconosce „l’afflusso massiccio di profughi“ e riconosca rapidamente, senza passare dalle Commissioni Territoriali, il diritto alla protezione temporanea, come prevedono l’art. 20 del T.U. 286 del 1998, e la Direttiva 2001/55/CE. Le norme ci sarebbero, manca la volontà politica di applicarle. Occorre anche sospendere il Regolamento Dublino III e stabilire il riconoscimento reciproco delle decisioni di riconoscimento dello status di protezione internazionale.

Il Processo di Khartoum produce morte, sofferenze e guerre. Lo stiamo vedendo in Libia ed in Niger, lo vediamo confermato nel piano sulla Libia proposto da Renzi e dalla Mogherini alle Nazioni Unite.

Occorre riprendere le trattative di pace sotto l’egida dell’ONU piuttosto che chiedere al Consiglio di sicurezza un mandato di copertura per operazioni militari, che alcuni paesi come Francia ed Italia hanno già deciso autonomamente. Speriamo che qualcuno li fermi.

Intanto dai paesi che dovrebbero collaborare con l’Unione Europea si viene restituiti nelle mani dei carnefici.

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