10. Januar 2018 · Kommentare deaktiviert für „La Corte Europea ammette i ricorsi contro l’espulsione collettiva di cittadini sudanesi.“ · Kategorien: Italien, Sudan · Tags: , , ,

Der Europäische Menschenrechtsgerichtshof hat eine Klage sudanesischer Abgeschobener angenommen. Eine Gruppe sudanesischer Flüchtlinge war bei einer Razzia in Ventimiglia, an der italienisch-französischen Grenze, festgenommen und per Kollektivabschiebung am 24. August 2016 nach Khartum abgeschoben worden. AktivistInnen flogen ihnen hinterher und unterstützten ihre jetzige Klage, zusammen mit ParlamentarierInnen.

arci | 09.01.2018

Per illustrare i particolari dei ricorsi e presentare le altre iniziative di Arci e Asgi contro l’esternalizzazione delle frontiere e del diritto d’asilo, si terrà una

CONFERENZA STAMPA
Roma, giovedì 11 gennaio, ore 11.30
presso la sede della Fnsi in Corso Vittorio Emanuele II,  349 (primo piano)

Sono stati dichiarati tutti ammissibili i ricorsi presentati dai cittadini sudanesi contro il Governo italiano per il respingimento collettivo che, il 24 agosto 2016, ha dato esecuzione all’accordo tra il Capo della Polizia italiana ed il suo omologo sudanese.

La Corte Europea per i diritti dell’uomo e le libertà fondamentali (CEDU) ha comunicato formalmente i ricorsi al Governo italiano ed ha posto dei precisi quesiti volti a conoscere le modalità dell’espulsione e se siano stati rispettati i diritti e le garanzie previste dalla Convenzione europea.

I ricorsi sono stati tutti depositati da avvocati dell’ASGI: i cittadini sudanesi furono oggetto di una vera e propria “retata” a Ventimiglia, alcuni furono trasportati in condizioni disumane e poi rinchiusi illegittimamente nell’ hotspot di Taranto. Quindi vi fu il tentativo di rimpatriarli tutti.

Alcuni furono effettivamente riportati in Sudan e 5 di loro incontrarono  rappresentanti di ASGI ed ARCI che, tra il 19 ed il 22 dicembre 2016, si recarono a Khartoum grazie al supporto di una delegazione di parlamentari europei del gruppo della Sinistra europea.

Tutti coloro che non furono rimpatriati hanno ottenuto il riconoscimento della protezione internazionale in Italia, in quanto soggetti a persecuzioni e discriminazioni nel Paese da cui provenivano.

I ricorsi hanno denunciato la violazione di diverse norme della Convenzione EDU e della Convenzione di Ginevra. Il Governo italiano, entro il 30 marzo 2018, dovrà fornire una risposta al proprio operato dinanzi alla CEDU.

Negli ultimi mesi la collaborazione con il Governo di Al Bashir per l’espulsione di cittadini sudanesi si è rafforzata anche con altri paesi europei. A fine dicembre sono state ufficialmente richieste le dimissioni del Segretario di Stato per l’asilo e la migrazione  belga dopo la diffusione di informazioni relative a torture subite da cittadini sudanesi espulsi da Bruxelles.

L’azione giudiziaria costituisce una tra le iniziative intraprese da  ASGI ed ARCI per contrastare i processi di esternalizzazione delle frontiere e del diritto di asilo attuati dal Governo italiano – che nel corso dell’ultimo anno si sono concretizzati anche nei nuovi accordi con la Libia e più recentemente col Niger, dove l’Italia invierà militari  e armamenti. Un ricorso è stato presentato dall’Asgi anche contro l’uso dei fondi della cooperazione allo sviluppo per finanziare il rafforzamento della guardia costiera libica.

I ricorsi sono strumenti finalizzati innanzitutto a tutelare le singole persone, ma sono anche rivolti a contrastare le politiche italiane ed europee volte ad accordare risorse economiche a regimi dittatoriali, come quello del Sudan o del Niger a scapito della vita e della libertà della persona.

Tutte le iniziative e i loro esiti verranno illustrate in una conferenza stampa che si terrà l’11 gennaio  presso la saletta del primo piano della Fnsi, in Corso Vittorio Emanuele 249, alle 11.30. Parteciperanno gli avvocati  Salvatore Fachile e Giulia Crescini dell’Asgi, estensori di alcuni dei ricorsi; Filippo Miraglia, vicepresidente Arci, Sara Prestianni, che ha fatto parte della delegazione andata a Khartoum e coordina il progetto Externalization policies watch.

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Il Fatto Quotidiano | 11.01.2018

Migranti, la Cedu accoglie ricorsi di un gruppo di sudanesi fermati a Ventimiglia ed espulsi dall’Italia

La Corte europea per i diritti dell’uomo e della libertà fondamentali ha ritenuto ammissibile la richiesta di esaminare il caso che risale ad agosto 2016. Il nostro esecutivo dovrà rispondere ad alcuni quesiti posti dai giudici entro e non oltre il 30 marzo 2018

La Cedu ha accolto i ricorsi presentati da un gruppo di migranti sudanesi contro il governo italiano dopo che, fermati alla frontiera di Ventimiglia, erano stati espulsi. La Corte europea per i diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali ha ritenuto ammissibile la richiesta di esaminare il caso in merito al respingimento collettivo avvenuto il 24 agosto 2016.

”I cittadini sudanesi- sostiene l’Arci che si è occupata della vicenda – furono oggetto di una vera e propria retata a Ventimiglia. Alcuni furono trasportati in condizioni disumane e poi rinchiusi illegittimamente nell’hotspot di Taranto. Quindi vi fu il tentativo di rimpatriarli tutti”. Alcuni furono poi effettivamente riportati in Sudan, dove 5 di loro incontrarono rappresentanti di Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione) ed Arci che, tra il 19 ed il 22 dicembre 2016, si recarono a Khartoum. Ora la Cedu ha comunicato formalmente i ricorsi al nostro governo e ha posto dei quesiti precisi per conoscere le modalità dell’espulsione e per sapere se siano stati rispettati i diritti e le garanzie previste dalla Convenzione europea. Richieste a cui il nostro governo dovrà rispondere entro e non oltre il 30 marzo 2018.

“Tutti coloro che non furono rimpatriati – prosegue l’Arci – hanno ottenuto il riconoscimento della protezione internazionale in Italia, in quanto soggetti a persecuzioni e discriminazioni nel Paese da cui provenivano”. Questi ricorsi hanno fatto emergere la violazione di diverse norme della Convenzione EDU e della Convenzione di Ginevra. ”L’azione giudiziaria costituisce una tra le iniziative intraprese – rende noto l’Arci – per contrastare i processi di esternalizzazione delle frontiere e del diritto di asilo attuati dal Governo italiano, che nel corso dell’ultimo anno si sono concretizzati anche nei nuovi accordi con la Libia e più recentemente col Niger, dove l’Italia invierà militari e armamenti“.

Una vicenda passata finora sotto silenzio, mentre in Belgio il governo rischia la crisi per una questione simile che ha sollevato molte polemiche. Anche il governo di coalizione belga ha espulso infatti una serie di cittadini sudanesi che si trovavano nel Paese come irregolari. Ma, dopo il rimpatrio di nove di loro, sono emerse sulla stampa locale accuse di abusi e torture nei loro confronti. Non solo, il governo belga è stato criticato anche per la collaborazione con il regime di Bashir, accusato di crimini di guerra e genocidio dalla Corte penale internazionale.

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