07. Januar 2018 · Kommentare deaktiviert für „Neues Flüchtlingsdrama: Zahlreiche Menschen sterben im Mittelmeer“ · Kategorien: Italien, Libyen · Tags: ,

Spiegel Online | 06.01.2018

Weil ihr Schlauchboot kenterte, sind wieder zahlreiche Flüchtlinge im Mittelmeer gestorben. Zunächst war von acht Opfern die Rede, inzwischen gehen libysche Behörden allerdings sogar von 25 Toten aus.

Bei der ersten Flüchtlingstragödie des neuen Jahres im Mittelmeer sind vor der libyschen Küste mindestens acht Menschen ums Leben gekommen – womöglich aber auch deutlich mehr. Dutzende Menschen werden noch vermisst. 84 Migranten konnten nach Angaben der italienischen Küstenwache am Samstag gerettet werden.

Die Menschen waren in einem Schlauchboot unterwegs und wurden am Morgen gesichtet, wie die Küstenwache mitteilte. An der Rettungsaktion sei auch die italienische Marine beteiligt gewesen.

Die Seenotretter der deutschen Hilfsorganisation Sea-Watch twitterten, bei dem Unglück seien vermutlich mindestens 25 Menschen ums Leben gekommen. Ein Boot sei unterwegs zum Unglücksort.

Auch die libysche Marine erklärte inzwischen, man gehe von 25 Toten aus. Das Boot sei in internationalen Gewässern gekentert, womöglich infolge von schlechtem Wetter. Mehr als 100 Menschen seien an Bord gewesen, erklärte Brigadegeneral Ayoub Qassim. Man habe keine Mittel gehabt, um den Menschen zu Hilfe zu kommen.

„Totenzählung für 2018 hat soeben begonnen“

Die spanische Organisation Proactiva Open Arms teilte mit, Dutzende Migranten würden nach dem jüngsten Unglück vermutlich nie gefunden. „Die Totenzählung für 2018 hat soeben begonnen. Traurigkeit und Verzweiflung“, twitterte der Proactiva-Gründer Oscar Camps.

Die Migrationsroute über das Mittelmeer nach Europa ist die gefährlichste der Welt. Im Jahr 2017 starben nach Angaben der Internationalen Organisation für Migration (IOM) 3116 Menschen beim Versuch, das Mittelmeer zu überqueren. Im Jahr zuvor waren es 5143 Tote.

Die Zahl der Menschen, die die Überfahrt überstanden lag im vergangenen Jahr bei 171.635. Im Vorjahr waren es noch 363.504. Die große Mehrzahl der Flüchtlinge kommt in Italien an, nachdem die Route zwischen der Türkei und Griechenland wegen des sogenannten Flüchtlingsdeals zwischen der EU und der türkischen Regierung kaum mehr genutzt wird. Knapp 22.000 Menschen landeten in Spanien, gute 1000 in Zypern.

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Al Jazeera | 07.01.2018

At least eight refugees have died and 86 others were rescued off the coast of Libya after a rubber dinghy ran into trouble in what is believed to be the first Mediterranean shipwreck of 2018.

Italy’s coastguard said an aircraft on patrol for a European anti-smuggling operation spotted the dinghy on Saturday morning.

Sergio Liardo, an Italian coastguard commander, told Italian state TV RaiNews24 that „it appears the dinghy deflated“ after a puncture.

When rescuers arrived in the early afternoon, some 20 people were still in the dinghy while others were in the water.

All eight victims were women, Liardo said.

Rescue agencies said many more were still missing, and said the death toll could be as high as 25.

Proactiva Open arms, a Spanish humanitarian group, said some people on the boat spent hours in the water before being saved.

„Shipwreck off the coast of Libya, east of Tripoli. Dozens of people missing who will die without a burial,“ it said in a Twitter post.

Sea Watch, a German charity, said it had been alerted to the disaster by Italy’s coastguard, which believed 150 people had been aboard.

Al Jazeera’s Mahmoud Abdel Wahed, reporting from the Libyan capital, Tripoli, said the boat had set sail from the eastern town of Garbouli.

„Libya’s coast guard says it had no role in the rescue operation and that it was taken care of by Italy’s coast guard,“ he said. „The boat was small and in a bad condition – it capsized in international waters. The Libyan coast guard said they cannot spot these boats because they are usually small, unless there is a distress call.“

The International Organization for Migration describes the Mediterranean Sea as the world’s deadliest border. Last year, 3,116 people died trying to cross from North Africa to Europe, it said.

More than 119,000 refugees and asylum seekers arrived in Italy by sea last year, it said. The figure is roughly one-third drop over the previous year.

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Il Manifesto | 07.01.2018

Annegati 25 migranti ma per Minniti è tutto sotto controllo

Arrestiamo umani. La prima strage del 2018 al largo della Libia, 86 i sopravvissuti. Il ministro: «Abbiamo mostrato di saper gestire i flussi»

Adriana Pollice

Sono stati avvistati da un aereo di pattuglia dell’operazione Sophia ieri mattina intorno alle 11: un centinaio di migranti aggrappati a un gommone semisommerso che, lentamente, affondava a quaranta miglia dalla costa al largo di Gasr Garabulli, a est di Tripoli.

In 86 sono stati salvati dalla nave Diciotti della Guardia costiera italiana, otto i cadaveri recuperati ma il bilancio dei dispersi rende molto più pesante la conta finale. Hanno dato notizie del naufragio anche due Ong che ancora pattugliano il Mediterraneo centrale, la tedesca Sea Watch e la spagnola Proactiva open arms.

«ALMENO 25 LE PERSONE morte nell’incidente anche se i numeri esatti non sono ancora chiari. L’operazione è ancora in corso», hanno twittato gli attivisti tedeschi nel primo pomeriggio. Dalla nave spagnola altri particolari: «Naufragio davanti alle coste della Libia. Dopo ore in acqua, salvate dalla Guardia costiera italiana 84 persone, decine i dispersi che diventeranno morti senza sepoltura. Comincia il conteggio degli annegati nel 2018 nel Mediterraneo». Le prime stime davano il gruppo stipato sul gommone intorno alle 150 persone ma le notizie ieri erano ancora frammentarie.

DAL PRIMO GENNAIO sono stati recuperati in mare e indirizzati in Italia 417 migranti, erano 333 fino al 4 gennaio. Nello stesso periodo dell’anno scorso furono 729 le persone soccorse. Nel 2017 almeno 3.116 migranti hanno perso la vita nel Mediterraneo. Sono invece riusciti a sbarcare in Italia in 119.369, il 34,24% in meno rispetto al 2016. Il calo è iniziato a luglio, dopo gli accordi siglati con Tripoli: da allora la Guardia costiera libica ha iniziato a pattugliare le acque, riportando indietro chi tentava la traversata per rinchiuderli in centri gestiti dal governo o dalle milizie.

Quattro Ong hanno deciso di lasciare le operazioni di Ricerca e soccorso (Medici senza frontiere non ha firmato il protocollo imposto dal Viminale alle organizzazioni non governative, Moas ha scelto di dedicarsi ad altre aree di crisi, le altre non avevano navi in grado di affrontare le tempeste invernali), attualmente operano in tre: alle due già citate si aggiunge la francese Sos Méditerranée. L’impegno dei libici è progressivamente aumentato tanto che lo scorso dicembre gli arrivi in Italia sono diminuiti del 73% rispetto allo stesso mese del 2016.

A DICEMBRE AMNESTY International a Bruxelles aveva messo sotto accusa le politiche Ue in materia: «I governi europei, e in particolare l’Italia, sono complici delle torture e degli abusi sui migranti detenuti dalle autorità libiche». Amnesty ha poi precisato che almeno 500mila persone sono bloccate in Libia, dove subiscono terribili violenze, fino a finire all’asta nei moderni mercati di schiavi. L’artefice della svolta della scorsa estate è il ministro dell’interno Marco Minniti che, dalle colonne del Die Welt, ieri è tornato a difendere gli accordi con Tripoli: «Il 2017 ci ha insegnato che possiamo governare i flussi migratori, senza fili spinati o muri. Abbiamo ridotto, negli ultimi sei mesi, il numero dei nuovi arrivi al 68%. I nostri hot-spot sono vuoti. È stato evitato lo sfaldamento dell’Unione europea, abbiamo sventato i piani dei populisti». Il giornale tedesco addirittura l’incorona come «il più popolare politico del paese».

SECONDO MINNITI non ci sono ombre di nessun tipo nella gestione del dossier migranti: «L’Italia continua a lavorare con le Ong che operano nel Mediterraneo. L’accoglienza dei rifugiati continua. La Guardia costiera libica ha portato avanti 22mila operazioni di salvataggio».

E sul tema torture: «Da dieci anni il traffico di esseri umani si concentra in Libia, paese che non ha mai firmato la Convenzione di Ginevra sui diritti umani. Nessuno si è mai posto la domanda di come le organizzazioni Onu e le altre organizzazioni per i diritti umani potessero operare in Libia. Anche grazie al nostro accordo ciò è stato reso possibile. Il 22 dicembre abbiamo, grazie alla Cei, organizzato un primo corridoio umanitario portando in Italia 162 fra donne e bambini».

Minniti non accenna al fatto che la Libia, in cambio del suo ruolo di gendarme del Mediterraneo, è intenzionata a chiedere all’Onu un’attenuazione delle sanzioni per aumentare gli armamenti.

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