22. September 2017 · Kommentare deaktiviert für „Mindestens acht Flüchtlinge tot vor Libyen geborgen“ · Kategorien: Libyen · Tags: ,

Welt | 22.09.2017

Ein Schiff mit 120 bis 130 Migranten aus verschiedenen afrikanischen Ländern kentert im Mittelmeer vor der libyschen Küste. Mindestens acht sterben, der Großteil der Flüchtlinge wird noch vermisst.

Nach dem Schiffsunglück vor der Küste Libyens sind mindestens acht Flüchtlinge tot aus dem Mittelmeer geborgen worden. Rund 90 Menschen würden noch vermisst, sagte ein örtlicher Behördenvertreter in der libyschen Stadt Zuwara. 35 Flüchtlinge konnten demnach gerettet werden. Überlebende hätten sich fünf Tage lang an das sinkende Schiff geklammert, bevor dieses auf einem Strand aufgelaufen sei.

Das Schiff war nach Angaben der libyschen Marine vor Sabratha westlich von Tripolis gekentert. Nach Angaben von Überlebenden waren 120 bis 130 Migranten aus verschiedenen afrikanischen Ländern an Bord, darunter Frauen und Kinder. Vier Überlebende waren nach Angaben des Behördenvertreters am Donnerstag noch im Krankenhaus, weil sie dehydriert waren.

Das instabile Libyen ist Haupttransitland für Flüchtlinge, die versuchen, über das Mittelmeer nach Europa zu gelangen. Dieses Jahr kamen auf der Route bereits Zehntausende Menschen in Italien an.

Heftige Kämpfe in Sabratha

Nach UN-Angaben starben bei dem Versuch der Überfahrt seit Jahresbeginn mehr als 2300 Menschen. Mehr als 3000 Migranten wurden allein in der vergangenen Woche vom libyschen Grenzschutz aufgegriffen, noch bevor sie aufs Meer hinausfahren konnten.

Sabratha ist einer der Sammelpunkte für Flüchtlinge an der libyschen Küste, von dort starten viele Boote. Die Stadt ist seit Sonntag Schauplatz heftiger Kämpfe zwischen verschiedenen bewaffneten Gruppen in dem Bürgerkriegsland.

Die Ankunft von Flüchtlingen aus Libyen in Italien ist diesen Sommer stark zurückgegangen. Seit Mitte Juli waren es etwa 6500 Flüchtlinge – das entspricht knapp 15 Prozent des Durchschnitts des gleichen Zeitraums in den Jahren 2014 bis 2016. Insgesamt kamen in Italien nach Schätzungen in diesem Jahr bereits mehr als 96.000 Flüchtlinge an.

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Corriere della Sera | 21.09.2017

Migranti, naufraga barcone in Libia: si temono quasi 100 annegati

Secondo informazioni diffuse dalla Marina libica, l’imbarcazione sarebbe salpata venerdì da Sabrata, a ovest di Tripoli, con circa 130 persone a bordo

Nonostante il calo sbarchi di migranti in Italia delle ultime settimane, c’è stata una nuova tragedia del mare al largo delle coste occidentali della Libia in cui si temono quasi un centinaio di vittime. Secondo informazioni diffuse dalla Marina libica, a naufragare è stato un barcone salpato venerdì da Sabrata, a ovest di Tripoli, con circa 130 persone a bordo. I resti dell’imbarcazione sono stati trovati ieri circa 20 km a ovest di Zuara assieme a quattro cadaveri, due dei quali di donne. Di sette naufraghi salvati, uno è poi morto in ospedale. Dopo che nelle ultime ore sono stati salvati altri 30 migranti, la stima è di circa 90 dispersi, ha precisato all’ANSA il portavoce della Marina di Tripoli, l’ammiraglio Ayob Amr Ghasem. Qualsiasi sia il bilancio definitivo, quella mediterranea centrale si conferma dunque la rotta più micidiale al mondo per i migranti, come sottolinea l’Organizzazione mondiale per le migrazioni (Iom) spiegando il fenomeno con la lunghezza della traversata e le pratiche del traffico di essere umani sempre più pericolose. Dall’inizio dell’anno, secondo dati Iom aggiornati a domenica, su questa rotta sono morte 2.373 persone: il bilancio da inizio 2014 all’agosto scorso è di circa 15 mila fra annegati e dispersi con il record dal 2000 raggiunto nell’annus horribilis 2016 (almeno 5.143 morti).

Quello che si profila a Zuara è il peggior naufragio degli ultimi mesi, probabilmente da maggio. E comunque da quando il flusso di migranti verso l’Italia è crollato passando dal picco 2017 di giugno (più di 23 mila sbarchi) ai meno di 4.000 di agosto. Un fenomeno spiegabile con l’efficacia della strategia italiana articolata sia nel sostegno alla Guardia costiera libica sia nella creazione di fonti alternative di reddito che disincentivino il traffico di migranti sopratutto in quei comuni più colpiti dal fenomeno dell’immigrazione illegale. Proprio a luglio ad esempio il ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha stipulato una sorta di «patto» con un gruppo di sindaci libici chiedendo loro di smettere di tollerare il traffico di esseri umani in cambio di un sostegno a progetti di sviluppo economico. Ma la situazione nell’inferno libico, dove un rilevazione nel centro del paese ha rilevato che un migrante su quattro ha l’Aids o l’epatite, non è riconducibile a facili formule: «i flussi sono calati perché alcuni grandi trafficanti, con i quali ci si può rapportare in quanto anche esponenti delle forze di sicurezza libiche, hanno deciso che avevano più da guadagnare nel bloccare i flussi che nel continuarli», ha avvertito Mattia Toaldo, analista dell’European Council on Foreign Relations (Ecfr) di Londra, in dichiarazioni all’ANSA. Proprio a Sabrata, da sabato sera e con una tregua durata solo mercoledì, si stanno affrontando due milizie locali lasciando sul terreno finora almeno cinque morti: una è quella del clan Dabbashi, accusato di essere pesantemente coinvolto nel traffico di migranti.

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