11. Februar 2016 · Kommentare deaktiviert für Hotspot-Simulation: Nach einem Tag bricht das System zusammen · Kategorien: Griechenland, Hintergrund, Italien · Tags: ,

Mithilfe einer Datensimulation zeigt ein Informationszentrum, gestützt auf Angaben von UNHCR und IOM, dass die südeuropäischen Lager-Hotspots im Frühjahr 2016 nach nur einem Tag kollabieren würden, falls die Zahlen ankommender Boat-people auf derselben statistischen Höhe von 2015 bleiben werden. Interessante Darstellungen mit interaktivem Kartenmaterial.

Quelle: La Repubblica

Se nel Mediterraneo dovessero arrivare, nei prossimi mesi, tanti profughi quanti ne sono sbarcati in Grecia e Italia nel 2015, i centri di identificazione e smistamento sarebbero al collasso dopo un solo giorno, soprattutto in estate

di PIERA MATTEUCCI

ROMA – Se nel 2016 dovessero arrivare tanti profughi quanti ne sono approdati nell’area del Mediterraneo nel 2015, gli hotspot previsti dal piano Ue sarebbero presto ridotti al collasso. È questa la conclusione a cui porta una simulazione (prodotta dalla startup Datatellers) di come potrebbero essere i prossimi mesi e basata sulle cifre fornite da Unhcr, Iom e Commissione europea relative allo scorso anno.

Conclusioni e timori che sono condivise anche dal Viminale: „Il piano degli hotspot rischia di trasformarsi in un imbuto“, fanno sapere dal ministero dell’Interno. E i dati degli sbarchi a gennaio spaventano: sono quasi il doppio dello scorso anno. Visti i numeri, e la simulazione, verrebbe quasi da sorridere per il fatto che la Ue bacchetta l’Italia per gli hotspot non ancora attivi.

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Negli ultimi anni, a causa di guerre e condizioni di vita disumane, sono sempre di più le persone in fuga da Siria, Afghanistan, Libia, Iraq, Pakistan, Nigeria ed Eritrea che arrivano sulle sponde del Mediterraneo, ovvero nel nostro Paese, in Grecia e anche in Spagna. E la crisi si è trasformata in emergenza.

Purtroppo le previsioni per l’immediato futuro non sono tranquillizzanti. Gli hotspot, cioè i centri in cui i migranti, nel giro di 48 ore, dovrebbero essere identificati, registrati attraverso le impronte digitali e smistati, non sembrano infatti una soluzione in grado di fornire accoglienza, neanche se fossero già tutti operativi. E così non è: in Italia a fine 2015 (data a cui fanno riferimento i grafici) era attivo solo quello di Lampedusa, mentre Trapani, Augusta, Porto Empedocle, Pozzallo e Taranto no. Il Viminale fa sapere che nel frattempo sono stati attivati anche Trapani e Pozzallo, ed entro il 28 febbraio sarà aperto anche Taranto. Il quartier generale di controllo di tutti e sei i punti è Catania (cerchio blu sulla mappa).

Identica la situazione in Grecia, dove il quartier generale è al Pireo: gli hotspot sono Lesbo, Chio, Samo, Leros e Kos, ma nessuno era attivo al 31 dicembre 2015.

Dalla simulazione risulta che, se nell’anno in corso ci fosse lo stesso numero di profughi registrato nel 2015, la Grecia sarebbe in emergenza umanitaria già dal mese di maggio, mentre l’Italia riuscirebbe a gestire il flusso solo se la permanenza nelle strutture fosse di un solo giorno.

Nel 2015, a fronte di una capienza totale di 2.250 unità, sono arrivate via mare 153.842 persone. Se si dovessero registrare le stesse cifre anche quest’anno, evidenzia il grafico, la gestione non presenterebbe alcuna criticità per le prime 24 ore, mentre con il prolungarsi della permanenza, la situazione diventerebbe più complessa. Ma se i migranti restassero negli hotspot, così come sono concepiti ora, per cinque o più giorni, la situazione sarebbe tragica.

Notevolmente più drammatica la situazione della Grecia. Qui, nel 2015, sono arrivate 862.137 persone, ma la capienza degli hotspot è di sole 1.840 unità. A parità di afflusso con gli scorsi 12 mesi, già a partire da luglio l’accoglienza risulterebbe al limite, mentre da agosto a dicembre anche il primo giorno registrerebbe una situazione di grave emergenza (basti pensare che a ottobre 2015 a sbarcare sono state 6.801 persone).

Una situazione che, ipotizza la simulazione, potrebbe essere ancora più grave se, come sostengono molti analisti, nei prossimi mesi la tendenza registrata negli scorsi anni seguisse lo stesso incremento. In Italia, ad esempio, si è passati dai 4.400 arrivi del 2010 ai 170.000 del 2014, mentre in Grecia, dopo una riduzione dal 2010 al 2011, quando da 1.700 unità si è passati a 1.000, nel 2014 sono arrivate 43.500 persone. Meno drammatica la situazione in Spagna: qui il picco di arrivi c’è stato nel 2011 (5.000 migranti), ma negli altri anni presi in esame, il flusso ha subito oscillazioni limitate.

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