17. Mai 2015 · Kommentare deaktiviert für Italien will Schiff mit 800 Toten nicht bergen – Protest · Kategorien: Italien, Libyen · Tags: , ,

Italienische Behörden haben Unterwasseraufnahmen von dem am 18.04.2015 gesunkenen Schiff mit 800 Toten gemacht, aber weigern sich, die Toten im Kanal von Sizilien zu bergen. Flüchtlingsangehörige aus vielen Ländern suchen seit der Schiffskatastrophe nach Daten und Anhaltspunkten, ob ihre Liebsten unter diesen Toten sind. Wären die Toten EuropäerInnen, würde es wohl eine Bergung und würdige Beisetzung mit einem EU-weiten Trauertag geben.

Quelle: La Repubblica

Il procuratore di Catania: „Quei corpi non servono alle indagini“

Le 800 vittime della strage del 18 aprile: resteranno in mare, non possiamo affrontare costi e ritardi. Dopo il naufragio di Lampedusa invece la magistratura ordinò il recupero. Protestano le organizzazioni umanitarie

di FRANCESCO VIVIANO

CATANIA – „Avete notizie di mio figlio? Di mio fratello? Di mio padre? Del mio amico?“. Il Centro Ascolto della Croce Rossa Italiana, attivo 24 ore su 24 per la ricerca dei parenti, continua a ricevere chiamate da ogni parte del Centro Africa: dal Niger, dal Gambia, dal Mali, dal Ghana, dall’Eritrea, dalla Somalia e da altri paesi africani.

Sono figli, madri, padri, amici che chiedono se i loro cari sono vivi o morti. Se sono ancora rinchiusi nelle prigioni libiche dei trafficanti di esseri umani oppure se si trovano fra gli 800 cadaveri del barcone affondato il 18 aprile. Ma questi padri, madri, figli, amici, non sapranno mai se i loro parenti sono intrappolati in quello scafo di 22 metri che giace a 375 metri di profondità tra Malta e Lampedusa. Il relitto è stato ripreso dalle telecamere installate nei mini sommergibili della Marina militare italiana.Ma il procuratore di Catania Giovanni Salvi, titolare dell’inchiesta sulla più grande tragedia del mare degli ultimi anni, ha deciso di non recuperare quei cadaveri. „Il recupero non è utile alle indagini“, afferma il magistrato che ha fatto arrestare i presunti scafisti, un tunisino e un siriano che avevano „coordinato“ il viaggio della morte dalla Libia verso le coste italiane.Una decisione, quella di Salvi, che ha provocato la sdegnata reazione del presidente del Cir, il Centro Internazionale Rifugiati, il tedesco Cristophen Hein, e della portavoce di „Save The Children“, Giovanna Di Benedetto.

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