06. Mai 2015 · Kommentare deaktiviert für MOAS rettet in drei Tagen 473 Boat-people · Kategorien: Mittelmeer · Tags: ,

Tiscali

Riparte Moas, la „Mare Nostrum“ privata maltese: salvati in tre giorni 473 migranti

Migrant offshore aid station non viveva dei soldi di uno Stato, ma di quelli di una generosa coppia residente a Malta: Regina Catrambone e il marito Christopher

di G. M.B.

Chiuse in modo un po‘ malinconico nell’ottobre scorso, poco prima che s’interrompesse l’operazione “Mare Nostrum” della quale era una specie di figlia minore. Con la differenza che l’operazione Moas (Migrant offshore aid station) non viveva dei soldi di uno Stato, ma di quelli di una generosa coppia italo-americana residente a Malta: Regina Catrambone e suo marito Christopher. I quali, ispirati dalle parole di Papa Francesco sul dovere di aiutare i migranti, decisero di farlo su larga scala. Fino a investire un paio di milioni di euro per acquistare una motonave da 40 metri, la MY Phoenix, attrezzarla con gommoni e due droni e avviare la prima operazione privata di salvataggio nel Mediterraneo. Partirono il 26 agosto 2014 e proseguirono finché ci furono i soldi. Il crowdfunding lanciato per cercare nuovi contributi economici non andò come si sperava e, alla fine dell’ottobre scorso, fu annunciata la chiusura. “Le risorse messe a disposizione dalla nostra famiglia sono terminate”, annunciò Regina Catrambone.

Ma i due “buoni samaritani del Mediterraneo”, come li definì l’inglese Guardian, non si sono arresi. Hanno investito nuove risorse familiari e hanno trovato un “socio”, il tedesco Jürgen Wagentrotz che elargito 180mila euro. Somma che si è aggiunta ai 35mila euro raccolti attraverso le piccole offerte di quanti alla fine dello scorso anno avevano partecipato alla raccolta fondi. Inoltre alla missione ha aderito Medici senza Frontiere che ha messo a disposizione una sua equipe sanitaria. Una presenza che contribuisce a ridurre in parte i costi mensili, che si aggirano attorno ai 350-400mila euro, circa dodicimila euro al giorno.

All’indomani della strage al largo deile coste libiche, la presidente della Camera Laura Boldrini – per replicare a quanti sostenevano che Mare Nostrum andava chiusa per i costi troppo alti (si trattava di nove milione di euro al mese) – rispose col numero che si ottiene dividendo il costo totale per le vite salvate. Il risultato fu che per ogni vita umana si erano spesi 600 euro, il prezzo di un cellulare di nuova generazione. Bene, la nuova missione Moas è partita l’altro ieri. E immediatamente sono state salvate 473 persone: 369 persone nel week end dalla motonave MY Phoenix che, lunedì, ha dato assistenza a un’altra operazione nella quale sono stati messi in salvo 104 migranti. Insomma, in questo riavvio dei Moas, ogni vita umana è “costata” meno di un centinaio di euro. Ecco un buon argomento per incentivare le offerte: una vita umana “vale” quanto una famiglia spende per un cena in un ristorante. Il sostegno economico di tutti è infatti sempre indispensabile.

Dal 26 agosto al 31 ottobre del 2014, Moas salvò circa 3000 persone. E all’epoca era ancora operativa Mare Nostrum. Gli effetti della cui sospensione sono sintetizzate dalle crudeli cifre dei primi mesi di quest’anno: quasi duemila vittime contro le 96 dello stesso periodo del 2014. Sono stati i numeri agghiaccianti che hanno cominciato a susseguirsi, strage dopo strage, a dare una spinta decisiva per la ripresa del Moas. “Quante persone naufragheranno quest’anno nel Mediterraneo?” è il titolo che apre il blog di Regina Catambrone ed è anche una sorta di “manifesto programmatico” del rilancio dell’operazione umanitaria maltese.

Chi vuole saperne di più, e magari dare il suo contributo, può andare sul sito del Moas (http://www.moas.eu/it/) dove troverà nella colonna a destra il contatore del crowdfunding. La cifra raccolta a oggi è un milione 470mila euro. L’obiettivo (da raggiungere entro il 31 ottobre di quest’anno) è tre milioni di euro. Poi, navigando un po‘ nel sito, chi vorrà potrà trovare molti buoni motivi per dare un sostegno, a partire da un bilancio continuamente aggiornato dell’attività svolta. Dei 369 appena salvati nella prima operazione, tutti di nazionalità eritrea, 45 sono minorenni o donne in stato di gravidanza.

siehe auch:

Internazionale

La privatizzazione del soccorso in mare

Negli ultimi tre giorni sono stati soccorsi dai mezzi della marina militare, della guardia costiera e della guardia di finanza italiana più di seimila migranti. Tra questi anche 369 persone (la maggior parte eritrei, tra cui 45 bambini) che sono state salvate dalla prima iniziativa privata di salvataggio in mare, la Migrant offshore aid station (Moas). Dal 1 maggio, infatti, in collaborazione con Medici senza frontiere (Msf), Moas ha lanciato una missione per soccorrere i migranti in difficoltà che provano ad attraversare il Mediterraneo. L’idea è stata lanciata da una coppia, Regina e Christofer Catrambone, che nel 2014 ha condotto diverse operazioni di salvataggio in mare, anche per far luce sulla mancanza di mezzi di soccorso pubblici, dopo la fine dell’operazione Mare nostrum. Moas si sta servendo di una nave di quaranta metri, Phoenix, dotata di gommoni e droni di sorveglianza. Sulla nave lavora un equipaggio di venti persone e una squadra di Msf per l’assistenza medica dei migranti. I quasi quattrocento migranti aiutati da Phoenix sono stati trasferiti nel porto siciliano di Pozzallo, dopo il soccorso in mare.

Spendenaufruf MOAS

Dear Friend,

You may have seen it on Twitter, Facebook or even local media: MOAS launched its mission for this summer on Saturday, 2 May. In just three days, we were able to save 473 men, women and children.

On Sunday afternoon the 20-strong crew aboard the _Phoenix_, including camcopter operators, search and rescue professionals and medics, engaged in the FIRST RESCUE. Less than 24 hours after leaving the Maltese harbour, they we were able to assist 369 migrants, mainly from Eritrea.
Among those RESCUED WERE PREGNANT WOMEN AND MORE THAN 40 CHILDREN, EVEN
BABIES. Early Monday morning, an additional 104 people were rescued with the assistance of the Phoenix_.

Happily, we are not alone in this.

This year, the MOAS search and rescue vessel Phoenix runs in partnership with Médecins Sans Frontières/Doctors Without Borders (MSF). And people all over the world are contributing time, money and know-how to support the mission.

IF YOU WISH TO HELP AS WELL, YOU CAN MAKE A GIFT THAT SAVES LIVES HERE: http://www.moas.eu/donate/ [2]

If you want to do more, you can also help to spread the word through the crowdfunding platform GivenGain. PLEASE BECOME AN ACTIVIST FOR MOAS HERE: http://moas.givengain.org [3]

Thank you.

Sasha Gainullin
MOAS Donor Relations

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