19. November 2014 · Kommentare deaktiviert für Frontex – italienische Marine: Streit · Kategorien: Italien, Libyen · Tags:

Der italienische Staat versucht, die Frontex-Mission Triton, die am 1. November 2014 startete, dem italienischen Militär unterzuordnen. Das Innenministerium hat einen Umzug des zentralen Einsatzortes von einem Gebäude der Polizei zu einer Militäreinrichtung in Rom vorgeschlagen. Das geht aus einem Artikel hervor, den die Internetplattform tribunapoliticaweb.it veröffentlicht.

Aus eigener Einschätzung ist zum Hintergrund anzumerken:

Die italienische Marine, unterstützt von der italienischen Luftwaffe, beherrscht neben den USA das zentrale Mittelmeer. Petro-Pipelines aus Libyen und Petro-Förderstationen vor der libyschen und tunesischen Küste sind weitgehend unter Kontrolle italienischer Unternehmen. Die italienische Marine patrouilliert in den internationalen Gewässern vor Libyen. Offensichtlich ist Italien unter wachsender internationaler Beobachtung bereit, Bootsflüchtlinge in dieser Zone bei SOS zu retten, und erhält derzeit Hilfe durch ein portugiesisches Kriegsschiff. Über 400 Bootsflüchtlinge hat dieses in den letzten Tagen vor Tripolis gerettet und der italienischen Marine übergeben. In Verlautbarungen wurden diese Rettungsaktionen als Maßnahmen im Rahmen von Frontex-Triton ausgegeben, ffm-online dokumentierte. Die italienische Küstenwache fährt ebenfalls nach wie vor bis vor die Küsten Libyens.

Frontex und die EU-Kommission lassen dagegen verlautbaren, dass die Rettungszone auf die italienischen Küstengewässer reduziert wurde. Frontex hat die italienische Guardia di Finanza auf ihrer Seite. Frontex selbst ist seit dem 1. November 2014 in den italienischen Küstengewässern kaum sichtbar aktiv geworden.


tribunapoliticaweb.it

Immigrazione. Mare Nostrum-Triton caos su chi coordina

Triton e Mare Nostrum, una convivenza difficile, che fa litigare Guardia di finanza e Marina Militare ed anche Italia ed Europa.

Il ministero dell’Interno ha chiesto a Frontex che il centro di coordinamento dell’operazione – iniziata l’1 novembre scorso – venga spostato dal Comando aeronavale della Guardia di finanza di Pratica di Mare (Roma), al Comando della Squadra navale della Marina Militare a Santa Rosa (Roma). Ma da Varsavia, sede dell’Agenzia europea delle frontiere, la risposta è stata negativa: il coordinamento della missione deve restare a Pratica di Mare.

Intanto, continuano gli sbarchi e nel 2014 si è superata abbondantemente quota 150mila, contro i 43mila dell’intero 2013. In 25mila nel primo semestre dell’anno hanno presentato domanda di protezione internazionale. Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, lo scorso 31 ottobre, alla vigilia della partenza di Triton, aveva spiegato che prima della chiusura di Mare Nostrum – prevista per il 31 dicembre – ci sarebbe stata una “fase di accompagnamento” della durata di due mesi, nel corso della quale le due missioni – quella italiana e quella europea – avrebbero convissuto. “Prevediamo due mesi di uscita dolce”, aveva aggiunto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti.

Ma la convivenza non si è dimostrata facile nè dolce. Le due operazioni hanno scopi, ambiti d’azione e budget diversi: mentre quella italiana ha anche obiettivi umanitari ed i suoi mezzi si spingono fin quasi a ridosso delle coste libiche, Triton opera nel perimetro delle 30 miglia dal litorale italiano con il fine di controllare i confini Schengen. Finora sono stati pochi – tre o quattro – gli interventi dei mezzi Frontex. E sempre su segnalazione della Marina, che opera vicino alle acque libiche ed intercetta prima i barconi.

La Marina Militare ha fatto sapere di aver soccorso nel fine settimana scorso 1.500 migranti su diverse imbarcazioni ed ha tenuto a sottolineare che “continuano le operazioni navali di sorveglianza e sicurezza marittima della Marina nello Stretto di Sicilia”. Sono stati recuperati anche due morti dopo il naufragio di un barcone a 30 miglia a nord di Tripoli. Come avvenuto in passato per le altre operazioni targate Frontex, il Centro di coordinamento internazionale è stato stabilito presso il Comando aeronavale della Guardia di finanza.

La Marina opera autonomamente in Mare Nostrum, con una nave anfibia e tre unita’ minori che incrociano nel Canale di Sicilia, a 50 miglia dalla Libia. Ma nel corso di una riunione tecnica, lo scorso 3 novembre – come riportato dal Corriere della sera – la Marina Militare ha rivendicato per sè il coordinamento di entrambe le missioni. Anche sulla base del fatto che Triton si sviluppa oltre le 24 miglia miglia dall’Italia, spazio di competenza della forza armata.

La Guardia di finanza ha espresso la sua contrarieta’. Da parte loro, Alfano e Pinotti avevano concordato tra di loro in un incontro il 31 ottobre, alla vigilia della partenza di Triton, che la soluzione migliore sarebbe stata portare il coordinamento a Santa Rosa, anche per ragioni di razionalita’, efficienza e contenimento dei costi. Lo ha confermato oggi il sottosegretario all’Interno, Domenico Manzione. Ma Varsavia – a quanto si apprende – per ora avrebbe detto no, anche sulla base del fatto che Frontex è un’operazione di polizia, non può quindi essere coordinata da una forza armata. (di Massimo Nesticò)


liberoreporter.it

La bipolarità di Frontex con l’operazione “Triton”

Le contraddizioni italiche sull’impiego di forze diverse nell’ambito di operazioni che rientrano invece nei compiti precipui e istituzionali che attengono una specifica Componente, sono purtroppo all’ordine del giorno e riguardano vari settori, anche delicati. In mare, in particolare, seppure nelle acque costiere, opera una gamma di forze e di mezzi con differenti performances e standard operativi, che appartengono a dicasteri diversi, con obiettivi e finalità peculiari, dalla Polizia, ai Carabinieri, alla Guardia di Finanza, ecc., mentre la responsabilità della difesa marittima risale alla Marina Militare che, per le acque costiere e per le incombenze relativamente al SAR, ricerca e soccorso in caso di sinistri marittimi, si avvale del proprio Corpo delle Capitanerie di Porto/Guardia Costiera. Da qualche tempo è avvertita la lapalissiana necessità di accorpamento delle varie specificità o sub-componenti che operano in mare; tanto più ora nell’ambito della stessa missione, qual è “Triton”, per evitare quegli sprechi di energie e di risorse, ma anche quelle naturali interferenze che inevitabilmente occorrono in mare, qualora non ci sia un organo deputato, strutturato, titolato ed esperto a svolgerne tale funzione. Si tratta di un’essenziale opera di Coordinamento, seconda solo all’azione di Comando ma altrettanto importante; si manifesta sia in fase di pianificazione delle operazioni con la definizione di standard comuni, integrabilità dei mezzi disponibili, comunicazioni omogenee, rapporti definiti e standardizzati, sia sul piano tattico e operativo in mare, con l’adozione di piani, frequenze, e altre misure che consentano di operare in stretta sinergia. L’ultima C, si fa per dire, riguarda la funzione specifica del Controllo che, in modo Joint con l’attività di coordinamento, deve essere svolta mediante personale preparato professionalmente per gestire assetti navali, impartire ordini, garantirne la sicurezza, e quan’altro; cioè bisogna disporre di una Centrale Operativa che sa gestire, e gestisce quotidianamente, le navi in mare impegnate nelle diverse operazioni, sia nazionali, dell’Unione Europea, ed anche della NATO, ove necessario. Non solo: tale Centrale operativa di CINCNAV in cui confluiscono -in tempo reale- tutte le informazioni provenienti da moltissimi Organismi nazionali e non, ha da tempo sostanziato il progetto del DIISM, un dispositivo Interforze Integrato, voluto e sotto l’egida del Consiglio dei Ministri pro-tempore, che collaziona i molteplici dati di interesse di chi va per mare, vuoi per la gestione della ‘safety’, ma soprattutto della ‘security’ dell’ambiente marittimo Mediterraneo. In essa confluiscono una messe di dati diversi, dall’Intelligence, alla meteorologia, ai rapporti costieri, a quelli delle unità navali che si trovano per mare, ai dati AIS (sistema identificativo automatico dei bastimenti mercantili e militari), a quelli riportati da aerei ed elicotteri cooperanti.

Esiste inoltre la capacità peculiare di controllo di tutti i mezzi naviganti sia in superficie, che sotto (sommergibili), ma anche il controllo positivo e informativo delle missioni aeree attraverso una specifica Authority riconosciuta ed in grado di gestire anche missioni di volo UE e NATO. Tutte le informazioni collezionate dalla Guardia Costiera, del traffico mercantile, sono analogamente inviate con continuità alla suddetta centrale del Comando in Capo della Squadra Navale -CINCNAV- per la necessaria elaborazione e fusione con le altre pertinenti, provenienti dalle più disparate fonti. Da CINCNAV sono quindi gestite e coordinate tutte le operazioni che avvengono in mare, sia nel bacino Mediterraneo, sia quelle antipirateria in Oceano Indiano; è superfluo evidenziare che, proprio per le esperienze e le professionalità consolidate, sussistono acclarati motivi di efficienza delle operazioni, di mera razionalità visto che “è il loro pane quotidiano”, ma anche di costo-efficacia, affidando al Comando Squadra tale compito che da sempre svolge in modo egregio.

Anche nelle operazioni anti-immigrazione, o nella ben nota operazione “Mare Nostrum”, il coordinamento delle attività dei diversi mezzi in mare e di aeromobili cooperanti è stato attuato con elevatissima efficienza e risultati proprio da parte di tale Comando, con l’apporto sia informativo, sia sul campo, di vari dicasteri, come l’Interno con adeguate forze di Polizia, della Salute con la presenza di Medici specializzati imbarcati,ecc. D’altronde se l’Unione Europea metterà a disposizione di Triton -come pare- assetti sia in termini di Unità Navali che di aerei ed elicotteri, che debbono essere gestiti, coordinati e controllati secondo gli standard vigenti nelle “Marine” siano esse europee o NATO, sicuramente gli unici “abituati”alla loro lingua, alle loro procedure, sono rinvenibili unicamente nella nostra Marina Militare: un ‘leading –edge’ in termini di coordinamento che non può essere messo in discussione, tantomeno dall’UE!

Peraltro entrambi i nostri Ministri, Difesa e Interno, hanno convenuto che l’operazione Triton, per i motivi anzidetti, andrebbe gestita da CINCNAV, anziché dall’attuale sede della G.d.F. di Pratica di Mare, mentre Varsavia, sede di Frontex, non pare dello stesso avviso adducendo al fatto che trattandosi di operazione di polizia, non sia possibile gestirla da una Forza Armata (si da un corpo armato?). Forse non è ben compreso che, anche nell’attuale periodo di sovrapposizione “dolce” fra Mare Nostrum -gestita autonomamente dalla Marina- e Triton, prefigurata fino alla fine di quest’anno, è essenziale che esista un unico elemento di organizzazione istituzionale che effettui il Coordinamento, e siccome finora tutto è sempre stato ben gestito da CINCNAV, è difficile capire e condividere l’orientamento negativo europeo.

Inoltre è noto che, mentre Triton opera con i propri mezzi al limite delle 24 miglia dalle nostre coste, è altrettanto ovvio che quelli della Marina operano normalmente nelle ‘blue water’, nell’Alto Mare anche nell’ambito di Mare Nostrum, con possibilità di scoprire in “avanti e in anticipo” eventuali imbarcazioni che tentano di dirigere verso la costa, e quindi di “passarli” ai mezzi di Frontex, previo necessario coordinamento con la Centrale Operativa di CINCNAV. La Guardia Costiera è già uno strumento che dipende dalla Marina; si tratta eventualmente di creare le condizioni per mettere qualche finanziere a bordo delle UUNN per la funzione specifica di Polizia di confine, e di qualche Ufficiale G.d.F presso la Centrale di CINCNAV: il raccordo ed il coordinamento fra Difesa e Interno è già consolidato dai link esistenti fra i due dicasteri, senza aver mai dato adito a problemi!

I pervicaci funzionari dell’Unione Europea di Frontex debbono convincersi che l’Italia, con la voce di due suoi Ministri, ha tutte le ragioni per affidare il coordinamento delle attività di Mare Nostrum e Triton – e poi eventualmente solo di Triton- alla Marina attraverso la Centrale Operativa della Flotta in quanto in possesso di tutti i requisiti per gestire operazioni militari e non (anche di Polizia!), con una migliore economicità e maggiore sicurezza.

E non può essere certo l’UE, con la sua bipolarità, reticente fino all’altro giorno sulle politiche comunitarie dell’immigrazione, a voler imporre una Centrale di controllo sita a Pratica anziché a Santa Rosa (CINCNAV): è una questione di riguardo dei ruoli che attiene il pilastro europeo della “sussidiarietà”, ma anche -non ultimo- quello di rispettare la volontà e perfino la sovranità di uno Stato membro!

Giuseppe Lertora

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