21. Mai 2014 · Kommentare deaktiviert für Siizilien, Schiffskatastrophe vom 12.05.2014: 249 Tote, kein reguläres Begräbnis für geborgene Tote · Kategorien: Italien, Libyen · Tags: , ,

Am 12.05.2014 hatten sich die italienische Marineschiffe der Operation „Mare Nostrum“ von der libyschen Küste erstmals bis in die Nähe von Lampedusa zurückgezogen und die erkannte Rettungsnotwendigkeit für ein Schiff mit 450 Bootsflüchtlingen als Meldung an vorbeifahrende Frachtschiffe und an die libysche Küstenwache gesendet. Die Frachtschiffe reagierten zu spät, die libysche Küstenwache gar nicht. Unter den elektronischen Augen der italienischen militärischen Aufklärung ertranken so 249 Tote. Überlebende berichten Details.

Die italienische Militäroperation Mare Nostrum hat offensichtlich das Ziel, eine „Pull-Back-Strategie“ durchzusetzen – italienisches Militär erkennt Flüchtlingsboote, nordafrikanische Küstenwachen sollen diese dann abfangen. Diese Strategie ist nicht erst jetzt, sondern im gesamten letzten Halbjahr rundum gescheitert.

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/05/21/news/

Nessun funerale per i 17 migranti morti, il superstite: “Sono 249 i dispersi”

Non fare il funerale significa non avere rispetto per l’umanità”. La Comunità islamica di Sicilia lancia un ulteriore appello per commemorare i 17 morti del barcone affondato a largo delle coste libiche. Secondo la testimonianza di un superstite i dispersi sarebbero 249, tra cui tanti bambini.

di ALESSANDRO PUGLIA

Le diciassette bare dei migranti morti nel barcone affondato a largo della Libia sono state già tutte saldate nella camera mortuaria del cimitero di Catania. Cinque, ad oggi, sono i cadaveri identificati tra cui quello di una donna nigeriana incinta. Pochi metri più avanti, alle spalle delle confraternite del cimitero c’è una grande fossa comune. Qui, con ogni probabilità, verranno seppelliti i 17 migranti. Senza un funerale.
A lanciare un appello alle istituzioni affinché “questa ennesima tragedia non si chiuda come se nulla fosse” sono Kheit Abdelhafid, Imam e presidente della Comunità islamica siciliana e Mohammad Hannoun, presidente della Comunità siro-palestinese in Italia. “Eravamo presenti ad Agrigento quando per i morti di Lampedusa non è stata detta neanche una preghiera. Questa volta è peggio perché sembra proprio una dimenticanza da parte delle autorità”.
Nel giorno dell’arrivo della fregata Grecale della marina militare al porto di Catania l’Imam della moschea siciliana aveva infatti chiesto al sottosegretario all’Interno, Domenico Manzione: “Un funerale dignitoso per i 17 morti”. Ma fino ad oggi non ha ricevuto nessuna risposta, nessuna telefonata da parte della Prefettura o dal Comune.
Il bilancio dei dispersi intanto è destinato ad aumentare. Secondo la testimonianza di un superstite raccolta da Nawall Sofie, interprete del tribunale di Catania e attivista per i diritti umani: “In quel barcone c’erano 450 persone. Trecento le persone senza salvagente, tanti i bambini. E solo chi sapeva nuotare è riuscito a salvarsi”.
Il superstite è Idris Amara, eritreo, tra i primi a scendere dalla nave della marina in una sedia a rotelle: “Un pezzo di legno del barcone gli si è infilzato sul fianco sinistro, l’ho incontrato in ospedale, mi ha detto con precisione che il numero di dispersi è di 249 persone – racconta Nawal – Dice di essere sicuro perché prima di partire hanno fatto la conta è c’è stata una lite tra i due scafisti di terra sul numero delle persone che dovevano salire sul barcone”.
Per la procura etnea i dispersi accertati “Sono dieci, ma potrebbero essere di più – spiega il procuratore Giovanni Salvi – E’ difficile però che siano più di duecento considerate le caratteristiche dell’imbarcazione”.
Idris, il superstite eritreo, ieri è stato dimesso dall’ospedale Vittorio Emanuele ed è subito andato in cerca della moglie, Lamlam, sbarcata con lui insieme agli altri 209 superstiti. Dopo una settimana si sono ricongiunti in quel palazzetto anonimo di fronte alla Cittadella universitaria, dove si trovano altri superstiti, presidiato da polizia, carabinieri e guardia di finanza.

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