13. Mai 2014 · Kommentare deaktiviert für Catania, Hafen: Ankunft von 206 Überlebenden und 17 geborgenen Toten · Kategorien: Italien, Libyen · Tags: , ,

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Strage di migranti, inchiesta della procura di Catania. Altri 295 soccorsi dalla Marina

La nave militare Grecale con le 17 salme e i 206 superstiti arriverà alle 18 al porto di Catania.

[…] E‘ stimato per le 18 di oggi l’arrivo della nave militare Grecale sulla quale si trovano i 17 corpi recuperati dopo l’ennesima strage di migranti avvenuta ieri a 40 miglia dalle coste della Libia e i 206 migranti superstiti. Il ritardo, rispetto all’orario previsto precedentemente, è legato alle condizioni meteo marine. La Procura distrettuale di Catania, coordinata da Giovanni Salvi, intanto, aprirà un’inchiesta sulla strage avvenuta a 40 miglia dalle coste della Libia. La competenza è, al momento, del capoluogo etneo perché è il primo luogo italiano in cui arriveranno i 17 corpi, finora recuperati, e i 206 superstiti, che sono sulla nave Grecale. La Procura etnea eseguirà atti urgenti, ipotizzando i reati di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo.

Altri 295 immigrati, intanto, sono stati soccorsi dalla Marina militare nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum nel Canale di Sicilia. I profughi sono stati imbarcati sulla nave „Sirio“ che li sta conducendo verso il porto di Augusta (Siracusa).

L’ennesima strage di migranti si è consumata ieri a 40 miglia dalle coste della Libia, a pochi giorni di distanza da un altro naufragio costato la vita a una quarantina di persone partite dalle coste orientali del paese nordafricano. Segno che, probabilmente, non bastano più gli sforzi che l’Italia sta facendo con Mare Nostrum ed occorre, invece, mettere in piedi una missione internazionale per tentare di bloccare i trafficanti di morte e consentire alle migliaia di richiedenti asilo che si trovano in Libia di poter presentare le domande in quel paese.

L’allarme naufragio è scattato ieri attorno alle 13, quando un Atr della Guardia Costiera ha raccolto l’sos lanciato da un’imbarcazione in difficoltà. I migranti si trovavano a un centinaio di miglia a sud di Lampedusa, più vicini alle coste libiche che a quelle italiane, nei pressi di una piattaforma petrolifera. Cosa sia accaduto lo racconteranno nelle prossime ore i migranti che si sono salvati: quel che è certo è che il barcone è affondato. E non è affatto escluso che si possa esser verificato quel che il direttore dell’Immigrazione del Viminale Giovanni Pinto aveva riferito poco meno di dieci giorni fa al Parlamento: dalla Libia, disse citando informazioni d’intelligence, partono sempre più spesso imbarcazioni fatiscenti perché i trafficanti di morte sanno che le navi italiane vanno a prendere i migranti fin quasi al limite delle acque territoriali libiche.

Nella zona del naufragio sono stati immediatamente dirottati alcuni mercantili, che hanno soccorso i primi naufraghi e recuperato le salme, oltre a due motovedette della Guardia Costiera, una della Guardia di Finanza e le navi Sirio e Grecale della Marina Militare. Un’ora dopo il naufragio i primi mezzi di soccorso erano già nel punto dove è affondato il barcone, ma per molti migranti era già troppo tardi.

L’Italia rinnova le accuse all’Europa di lasciarla sola e Bruxelles, almeno stavolta, sembra ammettere le sue responsabilità. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi sarà in Sicilia domani e sarà quella l’occasione, dice il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini, per trattare „in maniera più approfondita“ l’intera vicenda. Il premier ribadirà con ogni probabilità che l’immigrazione sarà una delle priorità del semestre italiano di presidenza dell’Ue e chiederà un maggior coinvolgimento dell’Europa. Cosa che il ministro degli Interni Angelino Alfano ha già fatto ierii, ‚minacciandò Bruxelles: „Le nostre navi sono lì a recuperare morti e a soccorrere i vivi, l’Europa non ci sta aiutando. O l’Europa ci aiuta a presidiare la frontiera o faremo valere il principio che il diritto d’asilo riconosciuto dall’Italia si possa esercitare in tutta Europa“.

Un’altra strage di migranti

All’Europa si rivolge anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando, parlando di un „deficit di cooperazione“, e quello degli Esteri Federica Mogherini definendo „inaccettabili“ le stragi di innocenti. „Sicuramente“ ci sono state mancanze dell’Ue, afferma il titolare della Farnesina, „noi sappiamo che dobbiamo continuare a salvare vite, Mare Nostrum serve a questo oltre che a contrastare il traffico di essere umani, ma è come svuotare il mare con un cucchiaino“. Ecco perché la gestione del problema „è una responsabilità che dobbiamo portare avanti insieme a tutti gli altri paesi europei perché non sono frontiere italiane, sono frontiere europee“.

Da Bruxelles risponde il commissario per gli affari interni Cecilia Malmstrom, aprendo alle richieste dell’Italia. „Sono scioccata. Chiedo a tutti gli Stati membri di discutere nel prossimo Consiglio Interni come si può contribuire“. „E‘ chiaro – aggiunge la Malmstrom – che la responsabilità è di tutti gli Stati membri dell’Ue, serve solidarietà concreta per ridurre il rischio che tali tragedie si ripetano. E‘ ora che gli Stati passino dalle parole ai fatti“. Anche il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz invita gli altri paesi a „non lasciare sola l’Italia: l’Europa deve urgentemente prendersi le sue responsabilità per porre fine a questa catastrofe. Non possiamo continuare a girarci dall’altro lato. Dobbiamo condividere in modo più giusto le responsabilità tra i 28 Paesi, accettando una semplice verità: l’Europa è un continente di immigrazione, ma non abbiamo ancora una politica comune di gestione dei flussi“. Quel che chiede, da tempo, il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, che nella sua isola ha accolto una task force di avvocati per la tutela dei diritti dei migranti. „Il diritto di asilo va chiesto a terra e non rischiando la vita. Non possiamo continuare così. L’unica cosa da fare sono i canali umanitari“.

La situazione in Sicilia resta di emergenza: ieri mattina sono sbarcati altri 61 minori somali a Porto Empedocle, soccorsi da una nave della Marina militare, mentre ieri oltre 400 persone hanno preso terra a Trapani, dove le strutture di accoglienza sono al collasso da tempo. Il 3 ottobre scorso le acque di Lampedusa furono già teatro di un’altra tragedia, la più grande registrata fino ad oggi. Allora i morti recuperati al largo dell’isola dei Conigli, dove affondò un barcone con oltre 500 migranti a bordo, furono 366.

Strage di Lampedusa, le vittime sulla banchina

Altra tragedia evitata in Libia. Ieri le autorità libiche hanno intercettato e salvato altri 340 migranti mentre nell’imbarcazione su cui si trovavano iniziava ad entrare acqua subito dopo la partenza nelle vicinanze della città costiera occidentale di Sabratha. I migranti sono stati trasportati in una scuola vicino Zawiya, ad ovest di Tripoli, prima di essere trasferiti in un centro di detenzione in Libia. Tra i tratti in salvo 40 donne e 13 bambini la maggior parte sudanesi ed eritrei.

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