26. März 2018 · Kommentare deaktiviert für „Griechenland: Überlebende erheben schwere Vorwürfe gegen Küstenwache“ · Kategorien: Griechenland, Türkei · Tags: , , ,

Spiegel Online | 26.03.2018

Ein Flüchtlingsboot sinkt vor einer griechischen Insel. 16 Menschen sterben, nur drei retten sich an Land. Nun klagen die Überlebenden an: Die Küstenwache habe von dem Unglück gewusst – aber nichts getan.

Von Samos berichten Giorgos Christides und Nicolai Kwasniewski

Es war eine erschütternde Meldung, die vor gut einer Woche aus Griechenland kam: Ein Flüchtlingsboot kenterte vor der kleinen Insel Agathonisi, wenige Seemeilen vor der türkischen Küste. An Bord waren zwei Familien aus Afghanistan und dem Irak, viele Kinder und Jugendliche, auch ein wenige Monate alter Säugling, insgesamt 21 Personen. Doch nur drei Erwachsene schafften es an Land – alle Kinder ertranken. Zwei Personen werden noch vermisst, dabei soll es sich um die Schleuser handeln.

Es sind die ersten Flüchtlinge, die in diesem Jahr in der Ägäis gestorben sind. Nach Aussagen der Überlebenden hätten sie gerettet werden können. Die Vorwürfe der Flüchtlinge wiegen schwer – und sie sind begründet. Das scheint auch auf höchster politischer Ebene in Griechenland angekommen zu sein. Zwei Minister, die möglicherweise die politische Verantwortung für die Katastrophe tragen, sind am Wochenende auf die Insel Samos geflogen, um die Überlebenden zu treffen.

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23. März 2018 · Kommentare deaktiviert für Sahel: Dschihadismus als Sozialbewegung · Kategorien: Lesetipps, Mali, Sahara, Sahel · Tags: ,

Der französische Politologe Jean-François Bayart beschreibt den Dschihadismus im Sahel als eine Sozialbewegung, die in den ärmeren Schichten oftmals mehr Ansehen als „der Staat“ genieße. Der Dschihadismus garantiere beispielsweise den freien informellen Handel, während der Staat für Straßenblockaden und Grenzkontrollen stehe. Zahlreiche weitere Beispiele werden genannt. Der Artikel der Zeitschrift „Jeune Afrique“ nimmt eine jüngste Veröffentlichung des Politologen zum Ausgangspunkt. (Jean-François Bayart: Violence et religion en Afrique. Karthala, Paris 2018)

Jeune Afrique | 19.03.2018

Terrorisme – Jean-François Bayart : « Les jihadistes sont souvent mieux perçus que l’État »

Par Christophe Boisbouvier

Pour le chercheur et politologue français Jean-François Bayart, la dimension religieuse est secondaire dans le développement des mouvements jihadistes en Afrique. Les racines du mal seraient surtout sociales.

L’islam entretient-il un rapport privilégié avec la violence ? Pour beaucoup, la réponse est dans la question. Mais dans Violence et religion en Afrique, publié en février chez Karthala, le politologue français Jean-François Bayart s’attaque à ce poncif.

Pour Jeune Afrique, cet « empêcheur de penser en rond » analyse au plus près le phénomène jihadiste, notamment au Nord-Mali et au Nigeria.

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21. März 2018 · Kommentare deaktiviert für Open Arms: Interview zu italienisch-libyschem Vorfall · Kategorien: Italien, Libyen · Tags: , ,

eldiario.es | 19.03.2018

Óscar Camps, tras la inmovilización del barco Open Arms: „Salvar vidas es molesto para Italia y la UE“

  • Entrevista al presidente de la ONG Proactiva Open Arms después de que la Fiscalía de Catania haya ordenado retener uno de sus barcos tras un encontronazo con los agentes libios durante un rescate
  • „La Guardia Costera de Roma nos decía que se iba a encargar Libia pero no llegaba y la situación de los refugiados era muy complicada: los rescatamos porque así nos lo ordena el derecho marítimo“ 
  • „Italia sabe que habrá muertos si le da a Libia el poder de encargarse de los rescates pero, si no estamos las ONG, nadie lo va a saber“

Los miembros de su ONG en servicio acababan de poner a salvo a las mujeres y los niños de una embarcación en apuros que navegaba en aguas internacionales, relata Óscar Camps, presidente de la ONG Proactiva Open Arms. „La Guardia Costera italiana nos indicó que Libia se iba a encargar del rescate, pero no llegaban y los refugiados estaban en una situación muy complicada“. Dos días después y tras un incidente con una patrullera libia, la Fiscalía de Catania ha ordenado la inmovilización de uno de sus barcos acusando a parte de su tripulación de „tráfico ilegal de personas“.

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20. März 2018 · Kommentare deaktiviert für Libysche Küstenwache wurde von Italien mit Pushback beauftragt · Kategorien: Italien, Libyen, Spanien · Tags: , , ,

ADIF | 17.03.2018

Minniti con la Guardia costiera “libica” affonda il diritto internazionale. Ancora fango sulle ONG

di Fulvio Vassallo Paleologo

Ancora una volta durante una operazione di soccorso in acque internazionali, ben lontano dalle acque territoriali, una motovedetta libica ha cercato di sequestrare persone che erano state già soccorse da un gommone di servizio alla nave umanitaria della ONG spagnola Open Arms, intimando la “restituzione” di donne e minori per ricondurli in un centro di detenzione a Tripoli.

Già lo scorso anno, pochi giorni dopo l’entrata in vigore del “Codice di condotta” imposto da Minniti, ad agosto, i libici avevano aperto il fuoco su un mezzo di soccorso di Open Arms. La vicenda di oggi ha riconfermato l’isolamento delle navi umanitarie che ancora si ostinano a soccorrere vite umane in acque internazionali sulla rotta del Mediterraneo centrale, mentre le navi di Frontex sono state ritirate e gli assetti navali dell’operazione Eunavfor Med, rinforzati anche da unità della Marina militare italiana, stanno a guardare la caccia dei libici alle imbarcazioni ,che malgrado la intensificazione della lotta contro i trafficanti, continuano a partire dalla Libia non appena le condizioni meteo migliorano.

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20. März 2018 · Kommentare deaktiviert für Open Arms Chronik auf ara.cat · Kategorien: Italien, Spanien · Tags: , ,

ara.cat | 20.03.2018

Viatge al Mediterrani, la frontera més perillosa

Un equip de l’ARA s’embarca a l’Open Arms, un vaixell de rescat de refugiats al Mediterrani Central. Volem explicar les històries dels nàufrags i com és la feina quotidiana dels voluntaris de l’ONG badalonina a la frontera més letal del planeta.

CRISTINA MAS i XAVIER BERTRAL
A bord de l’Open Arms

DIA 9: 20/03/2018
Esperant la decisió del jutge al port de Pozzallo
Pozzalo (Sicília)


21:01 Els moments més dramàtics de l’última expedició del vaixell de rescat ‚Open Arms‘


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20. März 2018 · Kommentare deaktiviert für Libysche Küstenwache: „Gebt uns die Migranten oder wir bringen euch um“ · Kategorien: Italien, Libyen, Spanien, Video · Tags: , ,

La Repubblica | 20.032.2018

Drei Mal fordert das Patrouillenschiff der libyschen Küstenwache auf Englisch die LebensretterInnen des NGO-Schiffs „Open Arms“ auf, die Migranten zu übergeben, „sonst werden wir euch umbringen“.

Hier die Video Dokumentation mit unten stehendem Bericht.

„Dateci i migranti o vi uccidiamo“. La minaccia dei libici alla Open arms

Sono le fasi concitate del soccorso di giovedì scorso, quando le lance della ong Open arms si incrociano con una motovedetta libica, dopo aver imbarcato bambini e mamme e aver dato i giubbotti di salvataggio agli uomini sul gommone. „Dateci i migranti o vi uccidiamo“, ripete tre volte un libico con un megafono. Lo documentano le immagini della giornalista di Ara.cat Cristina Mas, che ha realizzato un diario di bordo nella Open arms. Poi si vede il tentativo di contatto via radio tra la nave ong e la motovedetta. Alla fine i libici non riescono a prendere i migranti.

a cura di Giorgio Ruta

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Il Manifesto | 21.03.2018

«Dateci i migranti o vi uccido». Ecco come la Libia fa i soccorsi

Di mare in peggio. L’Italia e l’Europa fingono di non vedere come lavora la Guardia costiera di Tripoli

Marina Della Croce

Ci sono le mail che dimostrerebbero come a ordinare alla ong spagnola Open Arms di sbarcare a Pozzallo i migranti che aveva tratto in salvo sarebbe stata la Guardia costiera di Roma, che coordinava i soccorsi. Così come ci sono le registrazioni sempre tra il centro di controllo marittimo di Roma e la nave Open Arms che dimostrano la richiesta di intervenire in soccorso di un gommone in difficoltà in acque internazionali. E infine c’è un video, che definire eloquente è dir poco, che testimonia senza ombra di dubbio le minacce rivolte dall’equipaggio di una motovedetta libica ai volontari della Open Arms. «Si fatica a trovare un fondamento per la contestazione del reato di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina» ha spiegato ieri l’avvocato Gaetano Mario Pasqualino, uno dei legali che assistono la Proactiva Open Arms dal momento in cui la nave della ong, dopo essere approdata a Pozzallo, è stata posta sotto sequestro dalla procura di Catania che ha anche indagato il comandante, Marc Reig e la capomissione Anabel Montes. «Quello del sequestro della nave è forse il caso più inquietante dall’inizio delle operazioni di discredito contro le ong che compiono salvataggi in mare sopperendo alle carenze degli Stati», ha proseguito il legale.

Come operano, le pressioni e le continue minacce che i volontari impegnati nel Mediterraneo sono costretti a subire è ben documentato nel video fatto circolare dalla ong spagnola. Pochi minuti nei quali si vedono le lance della Open Arms con già a bordo le donne e i bambini avvicinate dalla motovedetta libica che pretende che gli vengano consegnati i migranti tratti in salvo. Momenti concitati durante i quali dall’imbarcazione di Tripoli vengono rivolte pesanti minacce ai volontari: «Avete tre minuti per darci i migranti o vi uccido», urla un militare. E ancora: «Avete trenta secondi o vi uccido». A bordo delle lance donne e bambini seguono quanto accade con sguardi pieni di paura mentre i volontari cercano di prendere tempo e si rifiutano di obbedire agli ordine della Guardia costiera di Tripoli.

E’ il modello libico di ricerca e soccorso dei migranti, quello che l’Italia e l’Europa preferiscono far finta di non vedere. Con in più il fatto, non secondario, che la Libia non possiede una propria area Sar (ricerca e salvataggio) né può considerarsi un porto sicuro dove trasferire in migranti tratti in salvo come impone invece il diritto internazionale. Come non ha mancato di sottolineare l’avvocato Pasqualino nel contestare le accuse mosse alla ong dalla procura di Catania. ««Una zona Sar libica non risulta negli atti ufficiali delle organizzazioni internazionali», ha spiegato il legale. Per quanto riguarda poi un’altra delle accuse rivolte dai magistrati siciliani alla Proactiva, ovvero quella di non aver fatto sbarcare i migranti a Malta, porto più vicino al punto dell’avvenuto soccorso, il legale per il legale sarebbero mancate le condizioni per farlo: «I maltesi dopo aver aiutato l’equipaggio della Open Arms nelle complicatissime operazioni di soccorso della bambina di appena tre mesi che versava in pericolo di vita, non avevano dichiarato la propria disponibilità né avevano ricevuto la richiesta della Spagna» ad aprire un proprio porto. Richiesta che in seguito è stata invece accettata dall’Italia.

La scorsa estate la procura di Catania ha reso nota di aver avviato una clamorosa inchiesta sulle ong attive nel Mediterraneo centrale ipotizzando presunti contatti tra i volontari che salvavano i migranti e i trafficanti di uomini. Inchiesta che finora però sembra di fatto essersi arenata. Adesso le nuove, pesantissime contestazioni alla ong spagnola.

Sulla vicenda della Open Arms il neo deputato di +Europa e segretario di Radicali italiani Riccardo Magi ha annunciato di voler presentare un’interrogazione parlamentare ai ministri degli Interni e degli Esteri nella prima seduta della Camera. Nel frattempo le accuse alla ong spagnola, e il sequestro di una delle sue navi, riduce al minimo il numero delle ong impegnate nei salvataggi. L’allarme arriva da Sos Mediterranee, ormai rimasta sola a operare nel Mediterraneo: «Dopo un inverno in mare, la Aquarius torna nelle acque internazionali. Sarà l’unica nave di una ong ancora nella zona. Compromettere le operazioni di soccorso – conclude la ong – equivale a mettere in pericolo le vite dei migranti».

19. März 2018 · Kommentare deaktiviert für Kriminalisierung Seenotrettung – Proactiva Open Arms – aktuell · Kategorien: Italien, Libyen, Spanien · Tags: , ,

Oscar Camps, Gründer der NGO „Proactiva Open Arms“, deren Schiff gestern von der Staatsanwaltschaft Catania beschlagnahmt wurde, kritisiert scharf die Aufforderung, dass sie die in internationalen Gewässern geretteten Boat-people der libyschen Küstenwache hätten übergeben sollen. Dazu hatte sie die italienische Seenotrettungsstelle per Funk sowie die Besatzung eines libyschen Patrouillenschiffs aufgefordert – unter Drohung zu schießen! Oscar Camps wies diese Aufforderung der Beteiligung an einer Pull-Back-Aktion auf einer Pressekonferenz heute prinzipiell zurück.

Nach der Weigerung, die Flüchtlinge nach Libyen zu übergeben, hatte Italien die Anlandung der 216 geretteten Boat-people verweigert. Die Bürgermeisterin von Barcelona, Ada Colau, erreichte als Vermittlerin, dass das Schiff in Sizilien anlegen konnte. Daraufhin ließ die Staatsanwaltschaft Catania das Schiff beschlagnahmen und leitete gegen die „Verbrecher der Solidarität“ ein schwerwiegendes Strafverfahren ein. Dem Anwalt wurde bislang die Akteneinsicht verweigert. Es zeichnet sich ab, dass die Frage der engagierten, bürgerrechtlichen Seenotrettung direkt auf See entschieden werden wird, als Rettung auch gegenüber dem Push-Back in die libyschen Konzentrationslager, und in einer Protestmobilisierung an Land.

La Vanguardia | 19.03.2018

216 Immigrantes Rescatados: El barco de Proactiva Open Arms sigue retenido en Sicilia a la espera de una acusación

El fundador de la ONG, Oscar Camps, critica que se les tache de grupo criminal por rescatar a inmigrantes y afirma que entregar a los rescatados a Libia “equivale a llevar una devolución en caliente”

El fundador de Proactiva Open Arms, Oscar Camps, ha explicado este lunes que el barco de la ONG sigue retenido en un puerto de la isla italiana de Sicilia , donde llegó el fin de semana tras rescatar a 218 inmigrantes que se encontraban a la deriva en el Mar Mediterráneo.

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15. März 2018 · Kommentare deaktiviert für Niger, Ministerkonferenz gegen Migration: „Blutiges Welcome“ · Kategorien: Niger, Sahara · Tags: ,

Das Internetportal „Le Pays“ (Burkina Faso) rückt die laufende europäisch-afrikanische Ministerkonferenz gegen Migration und Terrorismus in Niamey (Niger) in den Kontext der jüngsten Anschläge in Burkina Faso und in einem Vorort von Niamey, wo bei einem Angriff auf eine paramilitärische Station drei Gendarme erschossen wurden. Bei letzterem Anschlag habe es sich um einen „Willkommensgruß“ an die europäisch-afrikanischen „Sekurokraten“ gehandelt.

Le Pays | 14.03.2018

RENCONTRE DE NIAMEY SUR FOND D’ATTAQUE TERRORISTE : Un welcome sanglant !

Alors que Ouagadougou n’a pas encore fini de pleurer ses morts suite à la double attaque terroriste que le pays a connue, voilà que la faucheuse terroriste s’est signalée à Goubé, village situé à 40 kilomètres de Niamey. Le drame s’est produit dans la nuit de lundi à mardi. Le bilan fait état de 3 gendarmes tués. L’on peut faire d’emblée le constat que ces deux attaques terroristes ont un point en commun. Celle de Ouagadougou a été perpétrée au moment même où se tenait dans la capitale burkinabè, une rencontre de chefs d’Etat-major des pays du G5 Sahel. L’attaque de Goubé, localité située à 40 kilomètres de Niamey, a été opérée à la veille d’une rencontre des sécurocrates d’Europe et d’Afrique pour évoquer la lutte contre le terrorisme et l’immigration clandestine. L’on peut donc en déduire que les conclaves contre les terroristes sont systématiquement précédés ou accompagnés d’actes sanglants posés par  les sinistres barbus.

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15. März 2018 · Kommentare deaktiviert für Nord – Marokkko: Gewaltsame Proteste in Jerada · Kategorien: Marokko · Tags:

https://www.thenational.ae/world/mena/moroccan-protesters-clash-with-police-in-poor-mining-town-1.713227

Moroccan protesters clash with police in poor mining town

The town of Jerada in the remote northeast has seen protests since two artisan miners were killed in an accident in December

15. März 2018 · Kommentare deaktiviert für Abschiebungen nach Mali: Demonstranten greifen algerische Botschaft an · Kategorien: Algerien, Mali · Tags: ,

Le Quotidien d’Oran | 14.03.2018

Expulsions de migrants: Violentes manifestations devant l’ambassade de l’Algérie au Mali

par Moncef Wafi

L’expulsion des migrants subsahariens est en train de déborder à l’international et la position de l’Algérie, de plus en plus fragile, par rapport à ce sujet.

Après la condamnation des ONG nationales et internationales des rafles visant des immigrés en situation irrégulière, l’interpellation d’Alger sur ce dossier par les instances onusiennes, les réactions s’enchaînent et prennent une tournure violente.

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