07. Januar 2015 · Kommentare deaktiviert für „Lady SOS“: Nawal Syriahorra – The Times, La Repubblica · Kategorien: Alarm Phone, Hintergrund, Italien, Lesetipps, Libyen, Syrien, Türkei · Tags: , ,

Facebook
The Times

Tom Kington
Rome

Lady SOS — the first call for Syrians in peril at sea

A 27-year-old woman in Sicily has emerged as the unlikely saviour of thousands of Syrians who risk their lives sailing through winter storms in the Mediterranean to escape the civil war devastating their country.

As they drift in unpiloted ships, often without fuel or food and buffeted by giant waves, many migrants use the last credit on their phones to seek assistance from Nawal Soufi, an Italian-Moroccan activist based in Catania, who is known among Syrians as “Lady SOS”.

“They call me and I give their position to the coastguard here, which doesn’t have an Arabic interpreter,” said Ms Soufi, who keeps her battered cell phone on 24 hours day.
“You need strength to control their panic and stop them shouting,” she said. “They want to tell me the waves are enormous, the children on board are crying and they have no water, and I have to teach them how to use their satellite phone to figure out their co-ordinates.”
A political science undergraduate who was born in Morocco and brought up in Italy, Ms Soufi began by helping Syrians who had made the crossing.
Soon her mobile number was being posted by migrants on Facebook pages where it was copied down by the thousands setting sail from Egypt, Libya and most recently on the “ghost ships” from Turkey. Last week she was contacted by refugees on the Blue Sky M and Ezadeen.
“The text I received from the Blue Sky Mread, ‘We have problems steering the cargo ship, we are not in control’,” she said. “They asked for water, saying children were dying.”
A passenger on the Ezadeen texted to say: “We are in danger, come quick,” she added. “Then they called and I had to yell at them to give me their co-ordinates.”
Ms Soufi’s phone rang up to ten times a day during the past year, as more than 150,000 migrants made the crossing. Some 3,000 died in the attempt. She particularly remembers one call from a boat on which dozens suffocated, packed into the hold. “I got to the port after the boat landed in time to see the coffins,” she said.
When callers are running out of credit, Ms Soufi posts their number on her Facebook page, allowing fellow activists to top up the account.
She also helps Syrians to find a train to Milan once they land, before they seek asylum in northern Europe. “They need to avoid the traffickers in Sicily who try to charge them ¤500 for a train ticket,” she said.
Now, with traffickers discovering that they can make millions by loading migrants on to cargo ships, setting the automatic pilot and aiming them at Italy, Ms Soufi said she expected no let-up in the night-time SOS calls.

“They know I will respond 24 hours a day,” she explained. “The lives of 500 people are worth more than a night’s sleep.”


Parla Nawal Soufi, lady Sos „I profughi siriani mi chiamano dai cargo e io lancio l’allarme“ – Repubblica.it

Parla Nawal Soufi, lady Sos „I profughi siriani mi chiamano dai cargo e io lancio l’allarme“

Nata in Marocco 27 anni fa, vive a Catania ed è diventata punto di riferimento per chi fugge verso l’Italia: „Tutti hanno il mio numero, ne ho salvati a migliaia“

di FABIO TONACCI

NAWAL lancia gli sos che salvano le vite dei profughi siriani con un cellulare vecchio di dieci anni. „Sì è vero, ma ha una batteria che dura quattro giorni di fila…  –  sorride  –  e io non posso permettermi di tenerlo spento“. Nawal Soufi, 27 anni, nata in Marocco ma cresciuta a Catania fin da quando aveva un mese, è a quattro esami dalla laurea in Scienze politiche, e intanto fa la „vedetta“ del Mediterraneo.

È lei „Lady Sos“, come l’hanno soprannominata i siriani. Perché quando si trovano alla deriva, su un mercantile lasciato senza equipaggio, quando non rimane che disperazione e paura sanno che c’è un numero „d’emergenza“ sempre attivo. Il suo.
Lei avverte la Guardia Costiera fornendo ai militari le coordinate della posizione dell’imbarcazione. Poi corre al porto ad accoglierli, fornisce loro cibo, acqua, vestiti, pannolini per bambini, contatti utili. Lo fa da quasi due anni, gratis, spinta da una passione incondizionata che si riassume in questa risposta: „È il cuore che mi paga“.

È stata lei a segnalare l’arrivo di tutti i 13 cargo lanciati contro le coste italiane dagli scafisti, dal 28 settembre a oggi. „In quattro casi mi avevano detto di essere stati abbandonati. Con il Blue Sky M( intercettato il 30 dicembre con quasi 800 migranti a bordo, ndr), mi arrivò questo sms: „Abbiamo problemi a guidare il mercantile, non abbiamo controllo““.

Le dicono chi sono gli organizzatori dei viaggi?
„No, c’è molta paura delle ritorsioni perché chi parte lascia la famiglia in Turchia o in Siria. Si limitano a dirmi: „I pezzi grossi non li conosciamo. Sappiamo solo chi sono quelli che raccolgono i passeggeri. Queste organizzazioni criminali si stanno arricchendo in modo pazzesco: nel Mediterraneo ci sono morti di prima, seconda e terza classe“ .

Quanti messaggi di sos riceve ogni giorno?
„Decine, ormai ho perso il conto. Annoto le chiamate su un diario, le registro e pubblico i messaggi su Facebook. Così è tutto alla luce del sole. Alcune giornate non finiscono mai… Il 31 agosto scorso per esempio“.

Cosa successe?
„Leggo dal mio diario… „A mezzogiorno mi chiamano da un rimorchiatore con 800 persone a largo della Libia. Poi un secondo sms da un altro numero: Stiamo imbarcando acqua vicino alla piattaforma petrolifera Bouri Field, queste sono le nostre coordinate. Altro sms da un barcone di legno: Siamo 350, partiti da Sebrata, a bordo donne incinte. Altro sos: Siamo in 250, non abbiamo più credito nel telefono. Alle 16.30 poi: Siamo tutte famiglie, partiti dall’Egitto. Così fino a notte fonda. A volte poi arrivano messaggi particolari…“.

Ovvero?
„Una volta un gruppo di 30 siriani, bloccati da 48 ore su un isoletta in mezzo al fiume di Evros, al confine tra Grecia e Turchia. Mi chiesero di contattare la Croce Rossa perché sostenevano che i „tedeschi“, così chiamano Frontex, li avevano picchiati. Un altro siriano mi cercò dall’aeroporto di Fiumicino: aveva il passaporto ma la polizia di frontiera aveva deciso di riportarlo in Turchia. Oppure messaggi tipo: Siamo in mare, lo scafista ci ha lasciati, siamo senza credito sul telefono satellitare, per favore facci una ricarica „.

In quel caso come si comporta?
„Pubblico la richiesta sulla mia pagina Facebook „Nawal Siriahorra“, che significa Siria Libera. Qualcuno degli altri attivisti italiani poi fa davvero la ricarica „.

Lei poi segnala tutto alla Guardia Costiera. Ma come fanno i profughi a fornire le coordinate esatte della posizione?
„Le trovano con gli smartphone che hanno il servizio Gps. Se non sanno come fare, glielo dico io. Urlo per farmi capire, chi sta dall’altra parte è nel panico e c’è il rumore del vento“.

Riesce a comprendere cosa dicono?
„Per passione mi sono messa a studiare tutti i dialetti del mondo arabo, per questo capita anche che la Guardia costiera mi faccia partecipare a telefonate di gruppo con i migranti per quale sia la situazione a bordo“.

Da quanto tempo fa questa vita?
„Sono impegnata nel sociale da quando avevo 14 anni. Ho anche un lavoro „vero“, faccio l’interprete presso tribunali e carceri siciliani. La prima barca con profughi siriani è arrivata in Sicilia tra il luglio e l’agosto 2013: li ho incontrati davanti al Cpa, ho preparato vestiti per i bimbi, ho spiegato loro quali erano i loro diritti e cosa fare per evitare gli scafisti di terra…“.

Scafisti di terra?
„Quelle persone che girano nei pressi di stazioni e porti e offrono biglietti e passaggi per Milano a 500 euro o più“.

Vestiti, cibo, biglietti, ricariche… dove trova i soldi?
„Promuovo raccolte ogni settimana, su Facebook. Sono in contatto con altri attivisti, abbiamo un deposito. La chiamo „accoglienza zero“: quando hai due o tre euro in tasca, puoi comprare palloncini e farci giocare i piccoli profughi“.

 

Beitrag teilen

Kommentare geschlossen.