28. Dezember 2014 · Kommentare deaktiviert für Italien: 20.000 Boat-people in Nov. und Dez. 2014 · Kategorien: Hintergrund, Italien, Libyen · Tags: , ,

Der Frontex-Triton-Einsatz der EU, seit 1. November vor der italienischen Südküste, hat nicht die beabsichtigte Abschreckung von Boat-people erbracht. Trotz des Winterwetters haben sich in den vergangenen 2 Monaten 20.000 Flüchtlinge auf die Fahrt über das Mittelmeer nach Italien gewagt und sich großenteils „retten“ lassen. Die Operation Mare Nostrum der italienischen Regierung wurde bis Jahresende 2014 verlängert, wenn auch mit weniger Schiffen. Die italienische Küstenwache hat zusammen mit der italienischen Marine bis 30 Seemeilen vor der libyschen Küste weiterhin Flüchtlingsboote aufgebracht oder aber bei SOS gerettet. Die Frontex-Triton-Operation, von der EU bezahlt, hat sich hingegen zurückgehalten: nur 30 Prozent der aufgebrachten bzw. geretteten Boat-people gingen im November und Dezember 2014 auf ihr Konto (s.u.). Der Streit zwischen der italienischen Regierung und der italienischen Marine einerseits und Frontex andererseits hält offensichtlich an.

Frontex hatte es abgelehnt, die Führung der Frontex-Triton-Operation dem italienischen Verteidigungsministerium zu unterstellen. Nun wird über die Medien (s.u.) gekontert: Hinter dem Mittelmeerrettungseinsatz der italienischen Regierung stünde nicht die Hilfsbereitschaft der italienischen Regierung, sondern das massive Interesse der italienischen Mafia, die von der Erstversorgung der ankommenden Flüchtlinge profitiere. In der Tat wurden mafiöse Strukturen im Betrieb vieler Aufnahmelager ermittelt – neben den üblichen Seilschaften „karitativer“ oder „genossenschaftlicher“ Lager-Geschäftemacher.

Die Präsenz der italienischen Marine direkt vor Libyen dürfte aber tatsächlich der Verhinderung von Schiffskatastrophen dienen, die gut dokumentiert der italienischen Regierung angelastet werden würden. Zudem hat die italienische Energiewirtschaft Interesse an der Präsenz des italienischen Militärs direkt vor der Küste von Libyen, das von dort Erdgas und Erdöl liefert. Auch geopolitische Erwägungen dürften bei der Frage eine Rolle spielen, wer die tatsächliche Hoheit über das Zentrale Mittelmeer hat. Neben der US-Präsenz etabliert sich dort die ehemalige Kolonialmacht Italien. Im Ergebnis nutzen Boat-people auf ihre Weise diese anhaltende Machtkonstellation im Zentralen Mittelmeer und bringen damit die Abschottungsstrategie der EU an dieser Stelle ins Wanken.


La Stampa

Neanche l’Ue frena gli sbarchi. In due mesi soccorsi in 20 mila

La Marina “accusata” di agire in mare aperto. La replica: c’è il sì del governo

ANSA

Numeri da record, che non lasciano spazio all’ottimismo, alla possibilità di arrestare il flusso di migranti verso l’Italia, l’Europa. Ne sono arrivati ben ventimila solo negli ultimi due mesi, dal primo novembre a ieri. Da quando cioè è iniziata «Triton», l’operazione della polizia di frontiera della Ue che ha schierato i suoi mezzi a 30 miglia da Lampedusa. Come se il mare in burrasca e il gelo non avessero rallentato le traversate.

Sembrava che «Triton» potesse rappresentare l’occasione per ridurre le partenze dalle coste libiche. Con i mezzi navali schierati a poche miglia da Lampedusa – e quelli di «Mare nostrum» prima ridotti nel numero e poi assorbiti da «Triton» – si credeva che i trafficanti di merce umana sarebbero stati costretti a cancellare le partenze. E invece, diecimila «viaggiatori» di media al mese dicono che nulla è cambiato.

Dal primo gennaio al 31 ottobre, infatti, ne erano arrivati 150mila, una media di quindicimila al mese. Erano i disperati raccolti in mare quasi a ridosso delle acque territoriali libiche dai mezzi della Marina e delle Capitanerie di porto di «Mare nostrum», l’operazione umanitaria partita nell’ottobre 2013, dopo le oltre trecento vittime del naufragio di Lampedusa. Il 2014 si chiude (mancano 4 giorni) complessivamente con 169.215 tra immigrati e rifugiati arrivati in Italia.

La conseguenza del passaggio di testimone tra la missione di salvataggio italiana e l’operazione di polizia europea è questa: le navi della Marina militare continuano a far salire a bordo immigrati, salvati nel Canale di Sicilia a 120 miglia dalle coste italiane. I mezzi di «Triton», invece, schierati a 30 miglia da Lampedusa, finora ne hanno recuperati ben pochi, circa il 30% di tutti quelli trasferiti nei diversi Centri di accoglienza.

Per dirla diplomaticamente, i mezzi della Marina, coprendo una linea di pattugliamento avanzata, rischiano di vanificare «Triton» che schiera il suo assetto navale su una linea molto più arretrata. Il ministero della Difesa fa sapere che Palazzo Chigi ha autorizzato la Marina all’operazione di sorveglianza e di sicurezza dei nostri mari fino al 31 dicembre. Potendosi spingere a 30 miglia dalla Libia in caso di richiesta d’aiuto e trasferendo poi gli immigrati nei porti italiani. La Marina militare, dopo la fallita offensiva diplomatica degli inizi di novembre – quando chiese al comando di Frontex di avere assegnata la guida di «Triton» ricevendo in cambio un inappellabile rifiuto – ha rubato la scena agli 11 Paesi alleati che partecipano a «Triton» e alla stessa Europa che finanzia l’operazione con tre milioni di euro al mese.

E accanto alle incomprensioni, affiorano anche i sospetti che vi siano interessi indicibili dietro il perpetuarsi dell’emergenza sbarchi. C’è l’industria criminale che fa affari d’oro. Ma ci guadagna anche chi – come dimostra l’inchiesta su Mafia capitale – si occupa di assistenza, accoglienza e identificazione degli immigrati.

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