19. Februar 2015 · Kommentare deaktiviert für Libyen: Schiffsblockade in Diskussion · Kategorien: Italien, Libyen · Tags: , ,

In italienischen Regierungskreisen setzt sich die Auffassung durch, dass eine westliche Militärintervention in Libyen derzeit keine Erfolgsmöglichkeit hätte. Stattdessen publizieren die italienischen Tageszeitungen Statements zu dem Vorschlag, die libyschen Häfen militärisch zu blockieren und Spezialkommandos in die Hafenstädte zu schicken. Die Boote, mit denen Flüchtlinge über das Mittelmeer aufbrechen könnten, sollen dabei zerstört werden. Die Forderung, zuerst humanitäre Korridore für die Flüchtinge an der libyschen Küste zu öffnen, bleibt bei den offiziösen Vorschlägen unberücksichtigt.

Gad Lerner

Caracciolo: la ragionevole proposta di un blocco navale come alternativa all’intervento armato in Libia

Inviare truppe di terra sul suolo libico oggi sarebbe un regalo insperato al Califfo. E’ questa la tesi del direttore di “Limes”, Lucio Caracciolo. In un’analisi pubblicata dal quotidiano “La Repubblica”, Caracciolo fa sua la tesi di numerosi esperti militari secondo i quali un eventuale corpo di spedizione nello sconfinato e misterioso paese nordafricano dovrebbe comunque essere composto da decine di migliaia di uomini (altro che i cinquemila ipotizzati dalla ministra Pinotti). Peraltro gli armamenti di cui dispongono i nostri reparti appaiono del tutto inadeguati (pochi carri armati e male in arnese).

Fra le ipotesi alternative suggerite da Caracciolo figura un’azione di contrasto marittima contro l’osceno il vero e proprio monopolio dei clan criminali sul traffico dei migranti. “In Libia le Marine occidentali potrebbero affondare, prima che partano, le barche con cui i mercanti di esseri umani attraversano il Canale di Sicilia, lucrando su migliaia di disperati. Un blocco navale di fatto, accompagnato da operazioni di forze speciali nei porti libici, infliggerebbe un colpo severo al più osceno dei taffici. E alla cassa degli aspiranti emuli del califfo”.

Trovo assai ragionevole questa proposta. Sia detto per inciso, è l’esatto contrario del disimpegno ordinato alla nostra Marina Militare con la fine dell’operazione Mare Nostrum e con il ripiegamento della flotta nelle nostre acque territoriali. Naturalmente il blocco navale dovrebbe contemplare l’apertura di uno o più corridoi umanitari per tutelare l’incolumità dei profughi evitando che cadano preda dei clan, o liberandoli dalla condizione di prigionia in cui sono tenuti.

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