09. Februar 2015 · Kommentare deaktiviert für Libyen Lampedusa: 29 Boat-people erfroren · Kategorien: Italien, Libyen · Tags: , ,

Nach Angaben der Küstenwache geriet das Boot mit mehr als 100 Menschen an Bord in der Nacht zum Montag in Seenot und setzte einen Notruf ab. Zwei Motorboote der Küstenwache eilten den Menschen zur Hilfe und brachten die Flüchtlinge in Sicherheit. Für 25 von ihnen kam jede Hilfe zu spät, sie starben an Unterkühlung.„Unsere Leute sind am Ende, sie kämpfen gegen mehr als neun Meter hohe Wellen“, sagte der Sprecher der Küstenwache, Filippo Marini, der Ansa. „Bei solchen Bedingungen zu agieren, ist fast unmöglich. Dass einige Menschen gerettet werden konnten, grenzt an ein Wunder.“ Die Einsatzkräfte riskierten auf dem Meer ihr eigenes Leben.Sanitäter Pietro Bartolo sagte der Zeitung La Repubblica: „Es ist schrecklich, es sind viele junge Menschen dabei. Sie sind komplett nass, sie sind alle erfroren.“ Die Bürgermeisterin von Lampedusa, Giusi Nicolini, sagte der Nachrichtenagentur Adnkronos: „Die 366 Toten von Lampedusa haben nicht geholfen, die Worte des Papstes haben nicht geholfen, wir sind wieder da, wo wir vor Mare Nostrum waren. Das ist die Realität.“

via Flüchtlingsboot vor Lampedusa: 25 Menschen an Bord erfroren – taz.de.

11.02.2015: Horror vor Lampedusa (Tageszeitung junge Welt).

10.02.2015, 12:40:36 / Ausland

Horror vor Lampedusa

Wieder sterben 29 Menschen auf der Flucht vor Krieg und Elend. Italienische Politiker machen EU mitverantwortlich

Die zugedeckten Leichen erfrorener Flüchtlinge am Montag im Hafen von Lampedusa

Für 29 Menschen kam jede Rettung zu spät: Bei ihrer Flucht aus Afrika nach Europa über das Mittelmeer sind sie in der Nacht zum Montag bei Sturm und eisigen Temperaturen erfroren. Dutzende weitere Menschen, von denen mehrere schwer unterkühlt waren, wurden von der italienischen Küstenwache zu der Insel Lampedusa gebracht, wie ein Arzt sagte. »Es gibt viele Tote, sicher mehr als 20«, sagte der Mediziner. Insgesamt wurden bei der Rettungsaktion 105 Flüchtlinge aus einem Fischerboot geholt. Sieben waren nach Angaben eines Sprechers der Küstenwache bereits tot, die anderen 22 starben nach Angaben von Medizinern später an den Folgen ihrer schweren Unterkühlung nach der Rettung von hoher See.

Die Küstenwache war Medienberichten zufolge von Bootsflüchtlingen via Satellitentelefon alarmiert worden. Daraufhin wurden zwei Handelsschiffe in dem Seegebiet zu dem Flüchtlingsboot dirigiert. Die Küstenwache schickte zwei eigene Schiffe, die die Flüchtlinge am Sonntag abend an Bord nahmen und am Montagnachmittag mit ihnen auf Lampedusa eintrafen. Sturm und bis zu acht Meter hohe Wellen erschwerten die Rettungsarbeiten, wie die Küstenwache mitteilte.

»Horror von Lampedusa«, schrieb die italienische Politikerin Laura Boldrini im Kurznachrichtendienst Twitter. »Diese Menschen starben nicht in einem Schiffswrack, sondern an Kälte. Das sind die Folgen des Endes von Mare Nostrum.« Die italienische Marine hatte ihre Rettungsmission im Oktober eingestellt, nachdem sich die EU geweigert hatte, die Kosten dafür zu übernehmen. Die Mission wurde durch den europäischen Einsatz »Triton« abgelöst, der jedoch deutlich kleiner ist und sich mehr auf die Abschottung der EU-Grenzen als auf die Rettung der Menschen konzentriert. Giusi Nicolini, die Bürgermeisterin von Lampedusa, bezeichnete dies gegenüber der ARD als Skandal. »Triton ist keine humanitäre Mission. Das ist Frontex, es geht um den Grenzschutz. Und man sieht ja: diese Rettungsaktion hat nicht Frontex gemacht oder Triton. Der Anruf kam direkt von den Migranten, ein verzweifelter Hilferuf an unsere Küstenwache.«

Nach Angaben des italienischen Innenministeriums kamen allein im Januar mehr als 3.500 Flüchtlinge nach Italien. Selbst Winterstürme halten die verzweifelten Menschen nicht von den gefährlichen Überfahrten meist von Libyen aus ab. (AFP/jW)

„[…] Die Bedingungen auf See seien mit bis zu acht Meter hohen Wellen und Temperaturen nur knapp über null Grad extrem gewesen, das erschwerte die Rettungsarbeiten, wie die Küstenwache mitteilte.

Nach Angaben des italienischen Innenministeriums kamen allein im Januar mehr als 3500 Flüchtlinge nach Italien. Selbst Winterstürme halten die verzweifelten Menschen nicht von den gefährlichen Überfahrten meist von Libyen aus ab. […]“

via Italien: Flüchtlinge sterben im Mittelmeer an Unterkühlung – SPIEGEL ONLINE.

 

Repubblica

Strage al largo di Lampedusa, 29 migranti morti di freddo

Erano stati soccorsi stanotte dalla Guardia costiera a 110 miglia dall’isola delle Pelagie. Polemica sull’inadeguatezza dei soccorsi dopo la cancellazione di „Mare Nostrum“: molti sono deceduti durante il trasporto sulle motovedette. „Strage che si poteva evitare“

LAMPEDUSA – Ventinove profughi sono morti per ipotermia durante un viaggio della speranza attraverso il Canale di Sicilia. Quando sono stati soccorsi sette di loro erano già morti, gli altri sono deceduti per il freddo durante il trasporto sulle motovedette della Guardia costiera. E‘ accaduto a un centinaio di miglia dall’isola di Lampedusa. I migranti fanno parte del gruppo di 105 profughi salvati nel corso della notte. L’intervento era stato chiesto nel primo pomeriggio di ieri al centro nazionale di soccorso della Guardia costiera di Roma, tramite telefono satellitare. Nell’area sono state anche inviate le motovedette CP 302 e la CP 305 da Lampedusa. Ricerche di un secondo barcone, segnalato dalle autorità spagnole, sarebbero in corso, ma dell’imbarcazione non c’è traccia. I dispersi potrebbero essere ancora molti. Il direttore sanitario di Lampedusa Pietro Bartolo aveva allertato l’elisoccorso per potere trasferire, subito dopo il loro arrivo sull’isola, i profughi più gravi con sintomi di ipotermia. I primi sette cadaveri erano stati caricati sulle motovedette, ma altri 22 profughi, che in un primo tempo erano stati soccorsi in condizioni gravissime, non ce l’hanno fatta a reggere il freddo sulle motovedette della Guardia costiera: „E‘ terribile – dice Bartolo – tra loro ci sono tanti giovani. Sono tutti bagnati, sono morti di freddo“. La Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta.

LAMPEDUSA – Ventinove profughi sono morti per ipotermia durante un viaggio della speranza attraverso il Canale di Sicilia. Quando sono stati soccorsi sette di loro erano già morti, gli altri sono deceduti per il freddo durante il trasporto sulle motovedette della Guardia costiera. E‘ accaduto a un centinaio di miglia dall’isola di Lampedusa. I migranti fanno parte del gruppo di 105 profughi salvati nel corso della notte. L’intervento era stato chiesto nel primo pomeriggio di ieri al centro nazionale di soccorso della Guardia costiera di Roma, tramite telefono satellitare. Nell’area sono state anche inviate le motovedette CP 302 e la CP 305 da Lampedusa. Ricerche di un secondo barcone, segnalato dalle autorità spagnole, sarebbero in corso, ma dell’imbarcazione non c’è traccia. I dispersi potrebbero essere ancora molti. Il direttore sanitario di Lampedusa Pietro Bartolo aveva allertato l’elisoccorso per potere trasferire, subito dopo il loro arrivo sull’isola, i profughi più gravi con sintomi di ipotermia. I primi sette cadaveri erano stati caricati sulle motovedette, ma altri 22 profughi, che in un primo tempo erano stati soccorsi in condizioni gravissime, non ce l’hanno fatta a reggere il freddo sulle motovedette della Guardia costiera: „E‘ terribile – dice Bartolo – tra loro ci sono tanti giovani. Sono tutti bagnati, sono morti di freddo“. La Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta.
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E il medico apre la polemica sui soccorsi e sulla „trasformazione“ di Mare Nostrum: „Hanno viaggiato per ore su imbarcazioni che non sono idonee al soccorso delle persone“, dice Bartolo. „Parlo da medico e ormai purtroppo da esperto di queste tragedie – ha aggiunto – non è questo il sistema giusto per salvare vite umane. Probabilmente con Mare Nostrum non avremmo avuto questi morti: non è possibile che si vadano a recuperare i migranti a 100-120 miglia da Lampedusa per poi portarli verso la Sicilia in condizioni meteo proibitive. Quel dispositivo consentiva alle navi della Marina di raggiungere questi disperati, prenderli a bordo, metterli al riparo e ristorarli. Ora questo è più difficile“. […]

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