16. Juli 2014 · Kommentare deaktiviert für Libyen-Sizilien: Über 100 Boat-people ertrunken · Kategorien: Italien, Libyen · Tags: , ,

40 Seemeilen vor der libyschen Küste, nahe der Hauptstadt Tripolis, hat sich am 14.07.2014 eine weitere Schiffskatastrophe ereignet. Seit zwei Monaten ertrinken im hochüberwachten Meer zwischen Libyen und Sizilien mehr Menschen als zwischen Oktober 2013 und Mai 2014. Ein türkische Frachter rettete 12 Überlebende, sie berichten von über hundert Toten. Während die internationale Presse regelmäßig über die Flüchtlinge berichtet, die die italienische Marine-Operation Mare Nostrum rettet, herrscht ein zensurähnliches Schweigen über die zunehmenden Schiffskatastrophen zwischen Libyen und Sizilien in den letzten zwei Monaten. Während das Leben im libyschen Transit für Flüchtlinge immer unerträglicher wird, angesichts der Folter in den Lagern und dem Rassismus wie den Kämpfen auf den Straßen, hat sich der UNHCR am selben Tag der Schiffskatastrophe – am 14.07.2014 – vollständig aus Libyen zurückgezogen.

http://dirittiefrontiere.blogspot.de/2014/07/naufraga-un-gommone-40-miglia-nord.html

Naufraga un gommone 40 miglia a nord della costa libica. Solo dodici i superstiti, decine di dispersi. Aumenta il caos in Libia.

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Le avverse condizioni meteo di questa estate bizzarra non spiegano questo ennesimo naufragio. In inverno, in condizioni ancora peggiori, non si era verificata nessuna strage.  I primi interventi di soccorso (monitoraggio) sono stati operati da una nave commerciale turca la SEYIT ALI.

Soltanto dodici i superstiti raccolti successivamente da Nave Sfinge della Marina Militare, si può presumere oltre cento dispersi… la portata dei gommoni supera di norma le cento persone. Persone, esseri umani, donne e bambini, tutte vittime predestinate dopo il rifiuto dell’Unione Europea e dell’Italia di aprire possibilità di ingresso legale protetto in Europa che andrebbero garantite a tutti coloro che fuggono da contesti di guerra e di violenza, come i Siriani, gli eritrei, i Somali, i Nigeriani, i Maliani ed i cittadini di altri paesi nei quali i diritti umani sono sistematicamente violati. In Libia i diritti di tutti i migranti, di tutte le nazionalità, nella situazione attuale di anarchia e di predominio delle bande, vengono sistematicamente violati.

L’Italia non può limitarsi ad adempiere le obbligazioni di salvataggio della vita umana in mare. Evidentemente le navi di Mare Nostrum non possono arrivare ovunque quando dai porti libici vengono fatte partire contemporaneamente sette-otto gommoni. Nello stesso luogo, il 14 giugno scorso, erano annegate dopo un naufragio altre decine di persone. Alfano aveva tuonato…

Nelle stesse ore del naufragio di ieri  salvati oltre millecinquecento migranti, non lo scrive nessuno, una censura indegna che tende sistematicamente a scollegare quanto succede in mare con il deterioramento delle condizioni di sopravvivenza dei migranti in Libia, dove ormai si spara sulle strade e molti vedono i migranti in transito come bersaglio o come carne umana da commerciare.

  • http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli

Gli immigrati sbarcati ancora a Pozzallo e in altri porti. I centri di accoglienza allo sbando e le legittime proteste vengono già utilizzate per criminalizzare chi rivendica soltanto il riconoscimento dei propri diritti. Oltre un anno per il riconoscimento della protezione internazionale e mesi soltanto per accedere alla procedura. Uffici immigrazione delle questure e prefetture sempre più al collasso, spesso arroccate sulla richiesta di documentazione che blocca per mesi le procedure.

Intanto l’Unione Europea e il governo italiano eludono ancora la richiesta di corridoi umanitari, di visti facilitati, di provvedimenti che pure si potrebbero adottare perchè previsti dalle Direttive dell’Unione Europea e da norme interne „in caso di afflusso massiccio di profughi“. Un movimento di persone in fuga, disperate, che rischiano la vita pur di abbandonare la Libia, che muoino sempre più spesso in mare, vittime che vengono uccise un’altra volta dal silenzio complice dei grandi media. E si muore pure ai confini orientali della fortezza Europa. Come nel mare Egeo, l’ultima tragedia risale a venerdì scorso. Tra le vittime irakeni ed afghani, che avrebbero avuto diritto ad entrare in Europa come richiedenti asilo. Ma per i grandi giornali e per le principali reti televisive i migranti che soccombono durante il viaggio, ancora più di quelli che arrivano, non hanno storia, non hanno famiglie, non sono persone. Non esistono, basta cancellarli dalle notizie offerte all’opinione pubblica.

Non si deve fare sapere neppure da dove vengono. Le violenze impresse sulla pelle dei siro-palestinesi e degli eritrei, o dei nigeriani e di tanti altri migranti che provengono da aree geografiche ormai prive di confini certi, dove i diritti umani sono calpestati ogni giorno, sono frutto delle politiche militari ed economiche, sempre più spesso strettamente legate, che i paesi occidentali impongono ai paesi più poveri o strategicamente importanti per gli equilibri militari internazionali.

Eclissi totale delle Nazioni Unite e delle sue istituzioni di tutela, che non riescono neppure a difendere la vita delle persone nei paesi di transito. Ultima notizia: da ieri le Nazioni Unite hanno ritirato il proprio personale dalla Libia, che tra l’altro, non aderisce neppure alla Convenzione di Ginevra sui rifugiati.

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