In Israel haben Rabbiner und Schriftteller unter Berufung auf Anne Frank dazu aufgerufen, Geflüchtete in Wohnungen zu verstecken. Sie protestieren damit gegen den Plan der Regierung, diese zwangsweise zu repatriieren.
Corriere della Sera | 18.01.2018
La lettera al governo dopo che Israele ha deciso di cacciarli: fermi i rimpatri di africani
di Davide Frattini, corrispondente da Gerusalemm
Gli appartamenti di Tel Aviv, Gerusalemme o Haifa come l’alloggio segreto di Prinsengracht 263 ad Amsterdam. I rifugiati eritrei e sudanesi da proteggere come Anne Frank. Un gruppo di rabbini ha lanciato una campagna per accogliere i clandestini e impedire che siano deportati da qui a un paio di mesi, rispediti all’orrore che avevano sperato di lasciarsi dietro.
L’idea di ispirarsi alla ragazza ebrea morta nel campo nazista di Bergen-Belsen — dopo essere rimasta rintanata con la famiglia per quasi due anni — è venuta a Susan Silverman, rabbina progressista immigrata da Boston nel 2006 e sorella della comica americana Sarah. È anche tra le leader del movimento che vuol permettere alle donne di pregare come gli uomini, di recitare la Torah ad alta voce davanti al Muro del Pianto.
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