03. August 2018 · Kommentare deaktiviert für Migranti, i tunisini riscoprono Lampedusa. Tredici sbarchi in 48 ore, Salvini: “ Verranno rimandati a casa“ · Kategorien: Italien, Tunesien · Tags:

La Repubblica | 03.08.2018

Si riaprono le rotte alternative a quella libica. Open Arms, con 87 a bordo, resta in zona Sar. Sea Watch protesta: „La nostra barca sequestrata da un mese a Malta senza motivo“.

di ALESSANDRA ZINITI

A piccoli gruppi, ma in Italia si continua a sbarcare. Di nuovo a Lampedusa, nel Siracusano, in Calabria, in sardegna, al ritmo di almeno 100 persone al giorno su rotte giudicate minori e fino ad ora trascurate dalle attenzioni del ministro dell’Interno. Questa mattina però Matteo Salvini si è accorto che nelle ultime 48 ore a Lampedusa sono arrivati ben 13 barchini con 135 persone a bordo, tutte provenienti dalla Tunisia. E ha annunciato: „Hanno sprecato soldi, tempo e fatica. Verranno rimandati a casa nei prossimi giorni! In Italia si entra col permesso, la pacchia è finita“.

Gli altri sbarchi

Lampedusa, ma anche la Sicilia meridionale, soprattutto nella costa del Siracusano, la Calabria e la sardegna. Ogni giorno, bucando quella che dovrebbe essere la rete di controllo in mare del dispositivo militare, sono almeno 100.150 i migranti che riescono a sbarcare sulle nostre corte. Un forte incentivo sembra aver avuto la tratta dalla Turchia sui velieri che portano migranti dalle buone capacità economiche che pagano 5000 euro a testa per viaggi gestiti dagli scafisti ucraini. L’ultimo sbarco è avvenuto ieri a Fontane Bianche, in provincia di Siracusa dove sono stati ritrovati 15 migranti partiti una settimana fa da Izmir in Turchia. La barca a vela è stata ritrovata dalla Guardia costiera mentre sono ancora ricercati gli scafisti ucraini.

Il soccorso della Open Arms

Resta ancora in zona sar libica la nave della Ong spagnola Open Arms che ieri ha soccorso 87 persone da due giorni alla deriva su un gommone. Le condizioni meteo sono buone e quindi quella di oggi potrebbe essere un’altra giornata di partenze dalla Libia. „La situazione a bordo è tranquilla – dice il comandante Riccardo Gatti – non ci sono casi medici e abbiamo viveri e acqua a sufficienza. Le persone continuano ad avere paura di essere riportate in Libia anche se da parte nostra continuiamo a dare loro messaggi rassicuranti che mai li riporteremo in Libia“.

Il caso Sea Watch

Resta irrisolto il caso denunciato dalla Ong tedesca Sea Watch la cui nave è trattenuta a Malta da oltre un mese, da quando approdò nel porto de La valletta la Lifeline, oggetto tuttora di un procedimento penale a carico del comandante sia per un soccorso contestato sia per le presunte irregolarità nella bandiera esibita, disconosciuta dall’Olanda. Il 2 luglio le autorità maltesi proibirono alla Sea Watch, ferma in porto per rifornimenti, di riprendere il mare disponendo controlli amministrativi che, secondo quanto riferisce la Ong tedesca, si sarebbero conclusi positivamente. Nonostante ciò la nave resta ancora bloccata. „Il fermo della nostra nave per indagini senza alcuna indicazione di irregolarità è stata una farsa fin dall’inizio – dice Johannes Bayer, presidente di Dea Watch – Ci viene tuttora impedito di lasciare il porto nonostante gli ispettori olandesi richiesti da Malta abbiano confermato l’accuratezza della nostra registrazione. Non si tratta chiaramente di pratiche burocratiche ma di una campagna politica contro la flotta civile di soccorso in mare. da oggi le autorità maltesi dovranno assumersi la piena responsabilità di ogni persona che avrebbe potuto essere salvata dalla Sea-Watch“.

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