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Carta di Lampedusa secondo giorno
Una scrittura collettiva, a volte difficile, perché non è semplice costruire percorsi in comune, eppure riuscito.
Sono le otto di sera quando un applauso collettivo chiude il secondo giorno del meeting della Carta di Lampedusa, approvando la stesura del documento collettivo.
La carta ha ora la sua struttura definitiva: un preambolo, un primo capitolo di enunciazioni generali che ruotano attorno al nodo delle libertà (di resistenza, personale, di espressione, di movimento, di restare), seguiti da una seconda parte più articolata dove si entra nel merito delle questioni.
Fin dal mattina la Carta di Lampedusa è entrata nel vivo dando vita ad un’assemblea fiume, durata più di dodici ore, con centinaia di interventi in 4 lingue differenti (inglese, tedesco, turco, francese).
I lavori sono stati aperti da Alessandra Sciurba che ha ricordato “l’importanza del processo che ci ha portato al patto di scrittura della carta tra realtà differenti” ma – ha proseguito- “accomunate dalla volontà di trasformare radicalmente le politiche migratorie”. Per questo, la necessità di “costruire un’agenda politica dei movimenti, che accompagni la nascita della carta stessa e che la trasformi in un’utopia realizzabile”.
Uno sforzo collettivo, a volte difficile, perché non è semplice costruire percorsi in comune, eppure riuscito.
Fra poche ore la carta sarà on-line perché, come hanno sostenuto in tanti, da oggi in poi sarà necessario farla condividere e sottoscrivere il più possibile.
Domani, fin dalla mattina, si discuteranno gli appuntamenti di mobilitazione.
La necessità di costruire uno spazio euromediterraneo in cui circolare liberamente è stata ribadito anche da Amami dell’associazione tunisina “Terra per tutti” impegnata perché nessuno sia più costretto a morire per raggiungere le coste dell’Europa.
La giornata si conclude con l’inaugurazione dello spazio Porto M del collettivo Askavusa, un luogo per ricordare i migranti e parlare di cultura meticcia.
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