11. Januar 2016 · Kommentare deaktiviert für “No fingerprints, we want to move” · Kategorien: Italien · Tags: ,

Quelle: Tutmonda

La lotta a oltranza dei migranti a Lampedusa contro la trappola di Dublino e il sistema Hot Spot

di A. Sciurba e M. Tazzioli

17 dicembre del 2015 – è mattina presto quando circa 250 migranti in gran parte eritrei, ma anche somali e sudanesi, si ritrovano sul sagrato della Chiesa principale di Lampedusa. Sono donne e uomini, e poi molti bambini e minori non accompagnati.

Iniziano a sfilare lungo il Corso del paese, urlando in coro all’unisono: “no finger prints, out of the camp. Give us freedom”. Nelle loro mani dei cartelli con su scritto: “UN Stop, we want freedom, we are refugees, respect our rights” e ancora “no finger prints”.

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10. Januar 2016 · Kommentare deaktiviert für Lampedusa: „Nein zu den Fingerabdrücken“ · Kategorien: Italien · Tags: ,

Quelle: Il Fatto Quotidiano

Lampedusa, i migranti: “No a impronte. Vogliamo scegliere dove andare”

Il sistema di identificazione, che precede l’assegnazione nei Paesi Ue in base alle quote, non consente a chi arriva sull’isola di determinare la propria destinazione. „Così uccidono i nostri sogni“

di F. Q.

“Così uccidono i nostri sogni. Nella lista ci sono paesi in cui non vogliamo andare e dove non sapremmo cosa fare. Ero partito con mia moglie ma ci hanno divisi e ora lei è stata rapita. Non ho sue notizie da giorni”. “Il mio sogno è andare in Gran Bretagna. Lì c’è mio fratello. Ma la cosa più importante è lasciare Lampedusa. Nessuno di noi vuole stare in Italia”. Ibrahim, 32 anni, e Filimon, 20, sono eritrei. Arrivati a Lampedusa il mese scorso, protestano insieme ad altri 200 migranti contro l’obbligo di identificazione tramite le impronte digitali, come impongono le norme comunitarie. Sono per lo più eritrei e sudanesi, tutti ospiti dell’hotspot dell’isola.

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07. Januar 2016 · Kommentare deaktiviert für „Una sera in piazza a Lampedusa“ · Kategorien: Italien · Tags:

Quelle: siciliamigranti

Sono le ore 19, una folla composta e muta di ragazzi e ragazze eritrei e‘ seduta sui gradini della Chiesa, hanno in mano dei cartelli con scritto „siamo rifugiati“ „no impronte“, sono stretti gli uni agli altri per il freddo.

Passo dalla piazza con i sacchetti della spesa, mi fermo davanti a loro per capire cosa succede. Sono qui dai primi di dicembre , un gruppo di 200 eritrei, che si rifiutano di dare le proprie impronte perché hanno diritto a chiedere lo stato di asilo in un altro paese che non sia l’Italia, dove invece dovrebbero trattenersi, se le rilasciassero qui a Lampedusa, primo hot spot d’Italia. Non e‘ una folla minacciosa. Hanno sguardi limpidi, non parlano nemmeno fra di loro, ma quando sorrido e mi avvicino, ricambiamo.

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26. Dezember 2015 · Kommentare deaktiviert für Call for the closure of Lampedusa Hotspot and for the demilitarization of the island · Kategorien: Italien · Tags: ,

Quelle: Askavusa Lampedusa

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Since this morning, in Lampedusa many Erithreans are protesting one more time because they refuse to leave their fingerprints and thus to apply for asylum in Italy. We strongly support their protest, and we wish to opens a reflection on a few other issues:

  1. The regularization of the journeys and the possibility of travelling safely and to any destination.
  2. Once again we need to ask ourselves: why do these people have decided to leave their own countries? What is the role of the Western Governments in the destablization of entire geographical areas, in the weapons’ sale and production, in the historical robbery of resources in the “third world”?
  3. The third issue is related to Lampedusa: why this small island must be subject to such political, social and mediatic pression? Although Lampedusa has received medals and International award and it was even candidate for the Nobel Prize for Peace, it still has uninhabitable schools, a very precarious healthcare, a very expensive and difficult connection with the mainland, a wholly militarized territory and many more problems.

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03. Dezember 2015 · Kommentare deaktiviert für Hotspots in Italien kommen nicht in Gang · Kategorien: Italien · Tags: ,

Quelle: La Sicilia

Migranti: gli hotspot non decollano in Italia operativo solo quello di Lampedusa

di Patrizia Antonini

BRUXELLES – Hotspot, ricollocamenti e rimpatri non decollano. Degli undici hotspot che avrebbero dovuto essere operativi entro novembre (secondo la dichiarazione finale dei leader al vertice informale del 23 settembre), ne sono stati aperti solo due, uno a Lampedusa e l’altro nel Pireo. «Ma responsabili della situazione non sono solo Italia e Grecia», avvertono fonti della presidenza lussemburghese.

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15. Oktober 2015 · Kommentare deaktiviert für „Gli Hotspots? Ecco come funzionano“ · Kategorien: Europa, Italien · Tags:

Quelle: Vita

A Lampedusa il Centro di accoglienza di Contrada Imbriacola è il primo luogo in cui, una volta prese le impronte, viene di fatto effettuata le distinzione tra „rifugiati“ e „migranti economici“. Attualmente, a siriani, eritrei e iracheni è concesso di potere scegliere il paese europeo dove andare sulla base dei 120mila ricollocamenti decisi dalla Ue. A tutti gli altri, afghani compresi? „La prospettiva sembra essere il diniego o il respingimento“

di Daniele Biella

Il battesimo degli hotspots porta il nome, il volto e le storie di 19 persone, eritree: sono loro che la scorsa settimana, dopo prima fuggite dal regime del proprio Paese, poi salvate in mare e condotte verso il centro di prima accoglienza di Lampedusa dalle navi collegate all’agenzia europea Frontex, hanno già visto accolta la loro richiesta di asilo in Svezia. Sì in Svezia: un aereo li ha portati direttamente nella terra prescelta, una primissima quota dei 120mila ricollocamenti decisi di recente dall’Unione europea, ripartiti in quote fra singoli Stati. Per arrivare fin lassù hanno dovuto rilasciare le impronte, con la garanzia di non finire nelle maglie del regolamento di Dublino (che prevede il luogo d’approdo come nazione dove fare la propria richiesta d’asilo, anche se si vorrebbe andare altrove): “li ho convinti personalmente, dato che la Prefettura mi aveva a sua volta assicurato sulle nuove direttive chiedendomi di comunicarle loro direttamente nel Centro di Lampedusa”, spiega don Mussie Zerai, sacerdote eritreo rifugiato negli anni ’90 in Italia, oggi parroco in Svizzera e soprattutto punto di riferimento da almeno un decennio per connazionali e altri migranti che scappano dalle guerre, tanto da essere stato un candidato al premio Nobel per la pace 2015, assegnato la scorsa settimana alle reti sociali tunisine.

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04. Oktober 2015 · Kommentare deaktiviert für Lampedusa: Video-Recherche der Tragödie vom 3. Oktober 2013 · Kategorien: Italien, Video · Tags: ,

Quelle: AgoraVox

Strage immigrati a Lampedusa, 2 anni dopo: il film sui giorni della tragedia

3 OTTOBRE 2013 – 3 OTTOBRE 2015

Lampedusa, 2 anni dopo la strage dei migranti: un documentario racconta un’altra verità.

Il 3 ottobre del 2013, a mezzo miglio dalle coste di Lampedusa vicinissimo al porto, una barca naufragava con a bordo 540 persone circa, la maggior parte di nazionalità eritrea, provocando 366 morti accertati e circa 20 dispersi presunti. La retorica delle autorità e la memoria ufficiale della tragedia, poco discusse o contestate sui media mainstream, non è accettata da una parte degli abitanti di Lampedusa. Un film inchiesta ha raccolto le voci e le testimonianze di numerosi superstiti, soccorritori e isolani offrendo al pubblico una versione diversa di quanto accaduto.

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03. Oktober 2015 · Kommentare deaktiviert für 3 ottobre 2013 – 3 ottobre 2015: Mai più naufragi! No a Frontex! Chiudiamo il Cara di Mineo! · Kategorien: Italien · Tags: ,

Quelle: NoMuos

Il 3 ottobre del 2013 a mezzo miglio dalle coste di Lampedusa vicinissimo al porto, un barcone naufragava con a bordo 540 persone circa, la maggior parte di nazionalità eritrea, provocando 366 morti accertati e circa 20 dispersi. Pochi giorni dopo la tragedia veniva votato al Parlamento Europeo “Eurosur”, un sistema di sorveglianza delle frontiere marittime e terrestri dell’Ue con uso di droni. In pochi mesi veniva lanciata la missione militare Mare Nostrum, alla quale avrebbe fatto seguito la missione Triton, coordinata dalla famigerata agenzia Frontex, con sede centrale nella nostra città . Da allora le tragedie nel Mediterraneo e nei paesi europei si sono moltiplicate ( non dimentichiamo la morte di 800 persone la notte del 18 aprile scorso); una nuova apartheid sta blindando i confini della fortezza Europa e le criminali politiche di guerra Usa-Nato-UE (vedi Irak, Afghanistan, Libia, Siria…), si stanno estendendo ai migranti, costretti alla fuga proprio da queste guerre.

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02. Oktober 2015 · Kommentare deaktiviert für Priester Mussie Zerai: „Hotspot: Fallen für Flüchtlinge“ · Kategorien: Italien · Tags: ,

Quelle: Redattore Sociale

“Violata la memoria dei morti del 3 ottobre. Hotspot, trappole per profughi”

Due anni dopo la strage di Lampedusa il sacerdote eritreo Mussie Zerai accusa la politica per non aver pensato a prevenire nuovi naufragi. “Già 3.000 vittime nel 2015: per evitarne altre serve un vero e proprio piano di evacuazione in Libia, Turchia e Giordania”

ROMA – “E’ finito il tempo delle parole ed è arrivato il tempo delle azioni. Ma le azioni non sono quelle che stiamo ascoltando nel dibattito politico, non sono gli hotspot o le quote. Siamo ancora fermi a mettere i cerotti, invece di prevenire le ferite: siamo ancora a raccogliere i cocci. Ma tutto questo offende la memoria di quelle vittime, in nome delle quali, si era detto: mai più”.

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16. September 2015 · Kommentare deaktiviert für „Tod vor Lampedusa – Europas Sündenfall“ · Kategorien: Italien, Libyen, Mittelmeerroute, Video · Tags:

Quelle: 3sat

[Der Film ist bis zum 20.09.2015 verfügbar]

Es ist eine kleine Revolution, die in Deutschland in diesen Tagen geschieht. Fast ein ganzes Land ist hilfsbereit und nimmt viele Flüchtlinge, die in existenzieller Not zu uns kommen auf. Im Ausland scheint es stärker sichtbar zu sein, wie für die Deutschen: Das Wort „Willkommenskultur“ schafft es in viele internationale Zeitungen von der „New York Times“ bis zum „Independent“. Trotz eingeführter Grenzkontrollen ist Deutschland Vorbild in Europa.

„Refugees Welcome“ steht auf einem Schild, das Flüchtlingen bei der Ankunft im Münchner Hauptbahnhof zur Begrüßung entgegengehalten wird. So freundlich wurden Flüchtlinge nicht immer und nicht überall in Deutschland begrüßt. Doch Konsens der Mehrheit der Deutschen ist, „es muss geholfen werden“. Sogar die Bildzeitung verfällt nicht in alte Muster und berichtet nicht von angeblichem „Asylbetrug“ oder drohender Überfremdung.

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